ᵀᴴᴵᴿᵀᵞ ᵀᵂᴼ ❙ ᴴᴬᴾᴾᵞ ᴺᴱᵂ ᵞᴱᴬᴿ †

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" Dedicato
alle illusioni
che hanno reso
memorabile
     la mia realtà "

† † †

Sento il persistente
bisogno di correre
in un luogo dove
l'ansia non faccia di me
la sua schiava,
ma ovunque mi giri la sento,
è parte di me:
metà della mia anima.

-𝒜. 𝑀.

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Alaska's point o f view

Avrei solo voluto lasciare la presa, l'imminente oscurità in cui ero stata rinchiusa era una mossa turpe e deplorevole. Continuava a persistermi nell'immaginazione una foto che mostrava una mano a pezzi e una corda usurata dalla presa troppo forte. Mi piaceva pensare che la mano avesse scelto di subire quel dolore perché a tendere la corda dall'altro lato c'era qualcosa di vantaggioso ad attenderla. E poi l'immagine mutava, la corda diventava molle e la mano gocciolava collera, emanava sollievo: l'aveva lasciata andare. Aveva capito che il prezzo da pagare era troppo alto e che il vantaggio che l'attendeva non era abbastanza.

Mi sentivo così: avevo la mano a pezzi, sentivo il palmo bruciare, le dita intorpidite e il polso teso, ma io al contrario non sapevo quale fosse il vantaggio. Non riuscivo a capire se valesse la pena farmi male oppure fosse necessario lasciar andare tutto perché mi sarei arrecata solo altre peripezie.

Pur volendo, però, ormai era troppo tardi. Ero già vestita, non faceva freddo nella suite, ma la schiena era scoperta e la mia pelle era coperta di brividi.
Il vestito che indossavo era bianco con le paillettes, era estremamente corto e molto striminzito: la schiena era totalmente scoperta, si legava dietro al collo e scendeva in morbide onde sul seno, rendendo pericolosamente rischioso ogni movimento avventato. Era bello? Da far paura, ma per com'ero io mi sentivo troppo esposta, quello era esattamente un vestito da indossare se si voleva dare nell'occhio. La scollatura sul retro arrivava fino al fondoschiena.

I tacchi erano alti e chiusi, avevo legato i capelli in una coda alta e avevo arricciato le punte; per quanto riguardava gli accessori, avevo messo solo la collana di Harry. Neanche per volere, ma più che altro perché l'avevo ritrovata nella valigia e nemmeno ricordavo di averla messa. Céline aveva insistito perché la indossassi, e a dir la verità non mi dispiaceva con l'abito.

Si stava scattando una foto allo specchio inquadrando anche me che mi stavo specchiando di nuovo. Mi sentivo un pesce fuor d'acqua nella mia stessa pelle, non mi riconoscevo. Avevo sempre odiato specchiarmi, sempre cercato di nascondere le mie forme pur di passare inosservata, e mai nella mia vita avevo provato a ficcarmi nei guai volontariamente.

𝐃𝐀𝐑𝐊 𝐎𝐁𝐒𝐂𝐔𝐑𝐄 | [h.s]حيث تعيش القصص. اكتشف الآن