ᵀᵂᴱᴸᵛᴱ ❙ ᴰᴬᴿᴷ ᴼᴮˢᶜᵁᴿᴱ †

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Dedicato a costui
dal cuore illuminato
e marcio.

† † †

Mi sono sempre rifiutata di credere che l'amore fosse un sentimento complesso reputandolo sempre semplice e senza conseguenze,
ma non è proprio lui ad insegnarci che le conseguenze esistono in qualunque ambito?

-𝒜. 𝑀.

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𝐴𝑙𝑎𝑠𝑘𝑎'𝑠 𝑝𝑜𝑖𝑛𝑡 𝑜𝑓 𝑣𝑖𝑒𝑤

Abbassai lo sguardo per terra imbarazzata quando alcuni ragazzi ci indicarono ridendo, quindi provai strattonando via la mia mano da quella di Harry, ma non cambiò molto, soprattutto una volta fuori dal dormitorio. Mi fermai nel bel mezzo della strada aspettando che anche lui si fermasse per guardarlo mortificata: «Harry forse è meglio se non ti faccia vedere in giro con me, dico sul serio» gli feci un cenno con la mano tentando di tornare sui miei passi, ma lui mi afferrò per l'interno del gomito trattenendomi.

Il suo gesto e i suoi anelli freddi mi fecero sobbalzare e schiudere gli occhi dalla sorpresa, rimasi a guardare quelli di Harry che si erano fatti più scuri con il calar della sera. Saranno state le sette passate del pomeriggio, neppure mi ero accorta di quanto veloce fosse passato il tempo.

«Voglio davvero portarti in quel posto, non m'importa del resto» disse sincero attendendo una mia risposta. «Per favore» aggiunse quasi in una preghiera e sospirai continuando a seguirlo fino alla sua macchina.
Mi sedetti al posto del passeggero e lui fece il giro sedendosi a quello del guidatore. Annusai bene l'aria nella sua auto, che sapeva di muschiato proprio come lui. I sedili in pelle della Range rover erano freddi e ne ricavai del sollievo, dato che mi sentivo andare a fuoco.

Harry si sporse verso di me ed io indietreggiai fino ad appoggiare la testa contro il sedile, era così vicino che sentivo il suo respiro in faccia. I suoi occhi erano così belli, verde scuro di notte tempestati da pagliuzze dorate. Fece scorrere la mano sulla mia cintura per allacciarmela, il mio respiro gli mosse alcuni ricci e poi mi sorrise mettendo in moto. In quel momento fui libera di respirare.

«Harry?» lo richiamai in un sussurro timido dopo che varcammo i cancelli dell'Università e lui mostrò una faccia interessata affinché continuassi, presi un bel respiro: «ho paura» ammisi socchiudendo le labbra e il ragazzo riccio sospirò a sua volta passandosi una mano tra i boccoli. «Intuisco che tu abbia paura di dove io ti stia portando— annuii e anche lui annuì facendo uscire un respiro pesante dalla bocca— ti anticipo che il viaggio sarà lunghetto, non è proprio al centro di Brooklyn questo posto. Fidati di me, Alaska—» mi lanciò uno sguardo confortante ritornando a prestare attenzione alla strada e sorrise «—so che hai paura, ma sono qui».

𝐃𝐀𝐑𝐊 𝐎𝐁𝐒𝐂𝐔𝐑𝐄 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora