ᴱᴵᴳᴴᵀ ❙ ᴴᴬᴿᴿᵞ&ᴾᴼᴱᵀᴿᵞ †

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Dedicato a chi riesce
ad esprimere
senza timori
i propri sentimenti.

† † †

Ammaliava la possibilità di appassire senz'acqua come un fiore,
chi senza un'anima
viveva sul serio, o sopravviveva?

-𝒜. 𝑀.

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𝐴𝑙𝑎𝑠𝑘𝑎'𝑠 𝑝𝑜𝑖𝑛𝑡 𝑜𝑓 𝑣𝑖𝑒𝑤

La mia mente si mise in funzione già dalla mattina presto, ma il mio corpo non voleva sentirne di obiezioni e quindi rimasi per un'ora buona a rigirarmi fra le coperte calde; quando realizzai che non sarei riuscita ad addormentarmi di nuovo mi stiracchiai mettendomi seduta e mi stropicciai gli occhi con svogliatezza.

«Vedo che l'hai tenuta la maglia alla fine» una voce di troppo mi fece sobbalzare e sbattere la testa contro la testiera del letto mentre mi portai una mano sul cuore.

Ma che diavolo...

Guardai in direzione della porta, il fratello di Céline era appoggiato contro lo stipite con un'espressione preoccupata e fece due passi avanti: «ti sei fatta male? Mi dispiace non volevo spaventarti» oh no, non spaventi qualcuno convinto di essere da solo in piena mattinata, ma cosa più importante: che ci faceva qui?

Lo squadrai da capo a piedi con l'ansia e deglutii uscendo dal letto e indietreggiando fino a quando non toccai con la mano il muro, tirai immediatamente un sospiro di sollievo e il ragazzo si accorse della mia reazione, quindi con un leggero cipiglio si fece più dietro: «che ci fai qui?» mi schiarii la voce cercando di apparire calma e lui scrollò le spalle, «ci vivo, purtroppo. Non vedo l'ora che sistemino il mio appartamento» tirò un sospiro sorridendomi e mi calmai immediatamente sentendomi una stupida.

Giusto, lui viveva qui ed io avevo dormito nel suo letto.

Mi toccai la maglia mordendomi il labbro inferiore: «mi dispiace per aver dormito nel tuo letto e per aver messo la tua maglia» balbettai non sapendo come comportarmi e lui alzò un dito: «sul mio lato, io dormo a destra» puntualizzò e assottigliai il mio sguardo per capire se fosse serio o meno; alzò le mani in segno di resa: «scherzavo. Non preoccuparti non è un problema».

Annuii e presi i miei vestiti dalla sedia e li strinsi al petto camminando in punta di piedi sino alla porta, dove c'era quel ragazzo di cui ancora non conoscevo il nome. Mi feci a sinistra e si fece a sinistra pure lui, poi a destra e lui mi seguì, poi si rassegnò e rimase a destra mentre io uscì a sinistra da quella situazione imbarazzante.

Mi chiusi a chiave in bagno rimanendo ferma a fissare la serratura con il fiato sospeso, poi lo rilasciai chiudendo gli occhi e stringendo la mano testa verso la porta.

𝐃𝐀𝐑𝐊 𝐎𝐁𝐒𝐂𝐔𝐑𝐄 | [h.s]Where stories live. Discover now