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Jorge Pov.
Sono passati due giorni da quando Martina è partita per ritornare al college.

Sono due giorni che non faccio altro che dormire o parlare con lei. Dopo quello che è successo, mi sono legato molto di più con lei, perciò la sua mancanza si fa sentire.

Mi affaccio alla finestra e noto con mio piacere che ci sono alcuni miei amici al campo di Basket. È molto tempo che non sto con loro.

Indosso le scarpe e scendo giù.

"Jorge!" Urla Xabi correndomi incontro lanciandomi la palla.

Rido prendendo la palla.

"Amico era da un po' che non venivi qui." Dice passandosi un asciugamano sulla fronte per asciugare il sudore.

"Tra il lavoro e Martina sono occupato." Rispondo sedendomi di fronte a lui.

"Sta al college giusto?"

"Si, la sera cerchiamo di parlare al telefono per dirci qualcosa." Affermo.

"A proposito, cos'è successo con Samantha?" Domando curioso guardandolo con un sopracciglio alzato.

"Ci siamo lasciati." Guarda davanti a sè come se fosse ferito.

"Non riesce ad avere una relazione a distanza perché ci sta troppo male quindi ha voluto prendersi questa pausa." Continua passandosi questa volta l'asciugamano su tutta la faccia.

"E tu come stai?" Lo capisco bene in questo momento, anche io stavo così quando mi lasciai con Martina, anche se fu per colpa mia.

"Bene e male. Bene perché è stata molto sincera e diretta. Male perché mi è dispiaciuto."

Giuro di non averlo mai visto così amareggiato e sofferente.

"Sono sicuro che ritornerete." Appoggio una mano sulla sua spalla, incoraggiandolo.

"Andiamo a farci una partita." Mi alzo dalla panchina prendendogli la palla che aveva appena preso.

Giocammo per più o meno un ora ed io ero veramente sfinito, non riuscivo più a fare una partita intera di basket.

"Penso che andrò a casa, sono sfinito." Dice Xabi mentre recupera la sua borsa.

"Io rimango ancora un po' qua." Li guardo.

Se ne vanno lasciandomi solo. Mi siedo sulla sfalto guardando il cielo scuro, anche se non è tardi sta facendo buio presto.

Da bambino passavo giornate intere a giocare con mio padre in questo campo.
Mi insegnava ogni trucchetto per far canestro, per tirare meglio, ogni strategia per non far avere la palla all'avversario. La mia prima partita l'ho fatta con lui ed ogni volta che lui riusciva a fare canestro ed io invece non riuscivo nemmeno a prendergli la
palla. Volevo vincere. Era solo quello il mio obbiettivo, e lui ogni volta mi accarezzava la guancia e diceva "la prossima volta andrà meglio" e rideva.

Sono ricordi che non potrò mai dimenticare. Sono come una fotografia, rimangono sempre impressi nella nostra mente. Nonostante quanto tempo passi.

Abbasso gli occhi verso la palla accanto a me, raccogliendola vado a metterla nel cestino con tutti i palloni del parco.

"Ma guarda un po' chi si rivede." Dice una voce.

Rimango paralizzato.

"Cosa vuoi Micheal." Mi giro a guardarlo.

È sempre lo stesso, capelli neri, occhi marroni, barba folta e lo sguardo da "capo".

"Come stai?" Sorride beffardo.

Un sorriso che conosco fin troppo bene, vuole qualcosa.

"Cosa vuoi?" Chiedo freddo.

"Voglio che corri di nuovo." Sospira appoggiandosi accanto ad un palo della luce.

Rido per la sua battuta di pessimo gusto.

"Scordatelo. Ho già rischiato la vita per correre. Sono stato fregato da te una volta ma non ci sarà una seconda volta. Se sei venuto qui per chiedermi questo, puoi anche andartene perché la mia risposta sarà sempre no." Lo sorpasso andandomene.

"Vedo che Martina sta bene, è più carina di prima ma soprattutto la vedo più felice."

Mi fermo di scatto girandomi verso di lui.

Sta osservando una foto di Martina che sta camminando con una ragazza accanto.

"Non provare a toccarla." Lo avviso puntandogli il dito contro.

"Questo dipende da te, Jorge." Mi porge la foto sorridendomi ed appoggiando una mano sulla mia spalla mi indica il volto di Martina.

"Guardala. È felice. Non vorrai mica rovinare la sua vita al college? O peggio, non vorrai mica farla stare male? Hai una settimana per decidere." Si allontana.

"È un ricatto?" Urlo contro di lui.

Si ferma, e girandosi verso me dice: "Non mi sono dimenticato di ciò che hai fatto con la polizia. Quindi si è un ricatto." E se ne va.

————————————————-
Sono passati altri due giorni.

Fino a due giorni fa pensavo solo a Martina invece adesso il mio pensiero va su Micheal e a quello che poteva fare a Martina.

Adesso che stavamo bene, che non avevamo più problemi, che mi aveva perdonato nonostante avessi fatto un grande sbaglio, mi aveva aiutato a cambiare la mia vita, o almeno fin ad adesso.

Osservo la foto.

Sorride.

Un sorriso sincero e vero, un sorriso che amo tanto. Un sorriso che potrei non rivedere più a causa di quell'uomo.

Dò un pugno al muro forte, fino a spaccare le nocche.

Mi sono stancato di tutti questi giochetti. Dopo che ero uscito finalmente da quel giro e stavo bene.

Si deve sempre rovinare tutto.

"Questo dipende da te."

Queste parole si ripetono nella mia testa. Come un disco che rompendosi si ferma sempre allo stesso punto senza andare avanti.

Mi stropiccio gli occhi sperando con tutto me stesso che è solo un brutto sogno, che adesso mi risveglio.

Adesso mi risveglierò e troverò Martina accanto a me che mi abbraccia sussurrandomi che era solo un brutto sogno.

Adesso mi risveglierò e starò meglio, non penserò a quella proposta.

I sogni non sono la realtà. Non possono mai accadere.

Stropiccio ancora di più gli occhi per
poi stendermi e trattenere il respiro per dieci secondo.

Fà che sia solo un brutto sogno.

Riapro gli occhi, guardando il soffitto buio, non è un sogno.

È un incubo.

Un incubo che sta per riaccadere.

Di nuovo.

Hey!
Lo so che non sto aggiornando spesso, ma tra la scuola e lo studio il pomeriggio non riesco a scrivere. Cercherò di scrivere durante la settimana così nel pubblicarlo una volta soltanto alla settimana il capitolo, ad esempio la domenica. So che vi sto facendo esasperare, i messaggi che mi chiedono di aggiornare sono tantissimi ma capitemi, tutti abbiamo degli impegni!! Cercherò da adesso di essere più presente! Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Un bacione.
-Als

Il ragazzo del Bronx 2Where stories live. Discover now