Jorge Pov.
Continuo a camminare per la mia stanza agitato torturandomi le punte dei capelli con le mani, non riesco a fermarmi.Guardo l'orario sul mio telefono e vedo che mancano due ore prima di andare da Starbucks per incontrare Martina.
Mi siedo sul bordo del letto appoggiando i gomiti sulle mie ginocchia e guardando davanti a me il mobile.
Chiudo gli occhi immaginandomi le labbra di Martina di nuovo sulle mie. È un'immagine che mi perseguita. Questa notte pensavo, pensavo alle sue parole.
"Non lo so, mi hai fatto sentire sicura di me. Mi hai calmata subito tranquillizzandomi. Come un tempo.."
Rispose così alla mia domanda del perché del suo improvviso bacio..
Una risposta banale, ma piena di significati e soprattutto di importanza. Lei non può capire quanto mi è mancato sentire queste parole.Analizzando le sue parole posso dire che: l'ho fatta sentire, anche se per poco, tranquilla e sicura di se proprio come la facevo sentire un tempo. Quando stavamo insieme.
Queste parole erano sussurrate, come se avesse paura di dirle ad alta voce e farmele sentire. Ma io la guardavo, il mio sguardo era puntato sulle sue labbra. Se non l'avessi sentita, avrei letto comunque il suo labiale.
Mi sono inginocchiato davanti a lei, e con lo sguardo l'ho pregata di darmi una possibilità di raccontarle tutto. Tutto ciò che è successo.
So quanto potrebbe essere una batosta per lei sapere tutto, ma Dio deve sapere come sono andate veramente le cose. Ho aspettato cinque anni per rincontrarla e avere questa occasione.
Mi alzo dal letto prendendo la mia felpa nera e la indosso velocemente per poi uscire dalla mia camera. Ho bisogno di respirare un po' d'aria fresca.
"Dove vai?" Esce dalla cucina Marcus con in mano una birra e un panino.
"A fare un giro." Rispondo prendendo le chiavi dal mobiletto accanto alla porta ed esco sentendo lui urlare.
"Dormo da Catherine!"
Mi è capitato spesso di uscire per prendere una boccata d'aria, ma più che altro per pensare. Non che io non ci riesca nella mia camera, ma camminare e pensare allo stesso tempo è un qualcosa di più rilassante.
E pensando, non ti rendi nemmeno conto di quanto tu abbia camminato e soprattutto dove ti trovi. Anche se nel mio caso mi fermavo sempre al campetto di basket. Il posto dove sono sempre stato bene e me stesso.
Anche se manca ancora molto vado verso Starbucks che è fuori dal Bronx ma non molto lontano da casa.
Sento alcune gocce d'acqua bagnarmi ed alzo lo sguardo guardando il cielo coperto da nuvole grigie. Mi alzo il cappuccio della felpa e metto le mani nelle tasche.
Ci mancava solo il tempo così, non fa altro che peggiorare le cose.
Appena arrivo entro all'interno e mi guardo intorno per cercare un posto e lo trovo vicino alla vetrata.
Mi avvicino per poi sedermi e mi abbasso anche il cappuccio guardando i posti accanto ai miei. Non ci sono molte persone, per lo più studenti che studiano mentre ascoltano la musica oppure persone che semplicemente leggono un libro con davanti una tazza di cioccolata.
Appoggio il mio telefono sul tavolo e guardo di nuovo l'orario per poi passarmi una mano sul viso stanco. Passano minuti così, la mia gamba che trema e non so quante volte ho passato la mano tra i miei capelli.
"Anche tu ti sei anticipato?" Alzo lo guardo davanti a me trovando Martina che posa la borsa sulla sedia e poi si siede di fronte a me.
Alzo l'angolo della mia bocca sorridendo leggermente e osservo il suo viso. Sembra essere tranquilla ma anche allo stesso tempo agitata.

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Il ragazzo del Bronx 2
RomanceÈ il sequel del "Il ragazzo del Bronx" Se non avete letto il libro precedente, vi consiglio di leggerlo. Torniamo sette anni prima del loro matrimonio, a quando Martina partì per il college. Ci saranno nuovi personaggi, ma anche il ritorno di altri...