Martina Pov.
Poso il borsone per terra e mi giro intorno. Penso che Jorge non sia ancora arrivato, quando sono entrata qui non l'ho trovato. Oppure è al bar con il gruppetto di ragazze della scorsa volta che lo guardavano affascinate.Come spesso è capitato, anche quando stavamo insieme. Oltre perché è un bel ragazzo, ha anche quel tocco di fascino e di personalità che colpisce tutte. Il suo sguardo serio che incuriosisce molto..
Anche io ero come loro cinque anni fa, quando accompagnai Daniel a casa e lui si avvicinò alla mia macchina per dirmi:
"Bella macchina piccola."Pur non conoscendolo provavo sia paura che una profonda voglia di conoscerlo. Mi incuriosiva, o semplicemente mi incuriosiva il suo modo in generale di comportarsi.
Sbuffando mi siedo sulla panchina e prendo dal borsone un codino per farmi una coda alta. Mi alzo di nuovo per guardarmi allo specchio per aggiustarla.
"Lo sapevo che eri qui." Guardo nello specchio la porta intravedendo Jorge appoggiato allo stipite della porta che si morde il labbro e poi lo rilascia velocemente. Mi giro verso di lui.
"Questa non è la sala della scorsa volta?" Gli chiedo confusa.
"Si, però noi stiamo in un'altra." Mi alzo senza dire nulla e prendo il mio borsone per poi andare verso di lui.
"Non lo sapevo." Mi giustifico.
"Tranquilla. Emily si sarà dimenticata di avvisarti, seguimi." Riesco a sentire il suo profumo pervadere le mie narici. È sempre lo stesso. È lo stesso profumo che usava quando stavamo insieme ed io andavo pazza.
Lo seguo in silenzio fino alla fine di un corridoio per poi entrare in una stanza enorme che è tipo cinque volta la sala della scorsa volta. Appena accende altre luci riesco ad intravedere un sacco nero appeso ad una catena.
Mi giro verso di lui che mi fissa con le braccia incrociate. "Volevi provare, no?"
Annuisco sorridendo verso di lui.
Poso tutto sulla panca e levo anche la felpa grande grigia per poi rimanere con solo un leggings nero che è velato ai lati e un top abbinato.
"Inizia a fare dieci salti con la corda. Giusto per non avere problemi dopo con i polsi ecc." Mi porge una corda ed io l'afferro.
Da bambina amavo giocare con la corda, io e Matt spesso facevamo le gare a chi riusciva a fare più salti. Passavamo così i nostri pomeriggi a casa da soli.
La tata si occupava di Jack che era piccolissimo mentre noi due giocavamo insieme anche se la maggior parte delle volte lui mi faceva i dispetti facendomi male.
Mentre inizio a saltellare, mi ricordo di quando Matt mi faceva cadere a posta mentre saltavo così poteva vincere lui, ed io piangevo.
Scuoto la testa, sono sempre stata molto debole e permalosa. Piangevo quasi per tutto..
"Penso che possa bastare." Mormora dopo un po' Jorge guardandomi e prendendosi la corda e porgendomi dei guanti.
"Indossali." Indosso uno mentre con l'altro guanto mi aiuta lui poiché non riuscivo a stringere la fascia.
Andiamo verso il sacco nero che ho notato appena siamo entrati qui, io mi metto davanti mentre lui si mette dietro di me.
"Lo vedi questo punto bianco?" Annuisco. "Ecco, devi mirare a questo. Cerca di pensare a qualcosa che vuoi abbattere, come se fosse un muro. Sfogati, sfogati su tutto quello che ti passa per la mente di negativo. Pensa solo a te stessa, non pensare a nessuno. Centra il tuo obbiettivo e colpisci forte."

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Il ragazzo del Bronx 2
RomanceÈ il sequel del "Il ragazzo del Bronx" Se non avete letto il libro precedente, vi consiglio di leggerlo. Torniamo sette anni prima del loro matrimonio, a quando Martina partì per il college. Ci saranno nuovi personaggi, ma anche il ritorno di altri...