Martina Pov.
Apro gli occhi intravedendo la luce del mattino, li richiudo subito infastidita e mi giro dalla parte opposta abbracciando il cuscino. Mi acciglio sentendo un profumo forte diverso da quello che ho io.Riapro gli occhi e mi guardo intorno, non è la mia camera. Mi alzo a sedere guardando ancora la stanza a me sconosciuta e poi abbasso lo sguardo sui miei vestiti ed improvvisamente ricordo dove sono. In camera di Jorge.
Ieri sera penso di essermi addormentata molto tardi, gli ho fatto tante di quelle domande che alcune non le ricordo nemmeno.
Lui non sembrava infastidito da ciò e nemmeno scocciato, anzi mi rispondeva raccontandomi tutto nei minimi dettagli.
Quando stavamo da Starbucks e lui ha iniziato a dirmi tutto io rimanevo sempre di più incredula. Non mi sarei mai aspettata tutto ciò.
Micheal lo aveva minacciato di farmi del male se lui non fosse rientrato nel giro..
La mia mente in quel momento frullava in continuazione soffermandosi più volte sulle parole a lui dette.
Guardavo i suoi occhi mentre lui spesso li abbassava mentre parlava e poi li rialzava su di me come per vedere una mia reazione.
Ad un certo punto non sono più riuscita a sentire nulla e mi sono alzata per uscire. Non riuscivo più a capirci nulla. Jorge mi ha seguita fuori tirandosi con se in un vicolo continuando a parlare.
Mi diceva che non voleva farmi soffrire di nuovo anche se fondamentalmente lo ha fatto. Non sono stata male solo per una semplice settimana, ma molto di più di quanto io pensassi. In cinque anni l'ho pensato spesso e mi ponevo sempre domande a cui non sapevo rispondere.
Finché, ad un certo punto non l'ho abbracciato appoggiando sul suo petto la testa nascondendo gli occhi rossi per il pianto.
La pioggia aveva mascherato le mie lacrime, ma i miei occhi no.
Mi ha stretta lui accarezzandomi la testa per tranquillizzarmi, proprio come si tranquillizza un bambino che ha paura dei lampi e dei fulmini.
Mi stendo di nuovo chiudendo gli occhi, si sente odore di lui. Accarezzo la sua maglietta che mi ha prestato ieri sera dopo che eravamo arrivati qui zuppi d'acqua.
Rimango in questa posizione per qualche minuto finché non prendo il telefono per vedere l'orario. Sono solo le nove di mattina ed io ho ancora sonno.
Mi alzo dal letto sospirando e andando in bagno che è proprio accanto al letto e ora mi ricordo di non avere lo spazzolino.
Scuoto la testa abbassandomi verso il mobiletto sotto al lavandino e lo apro trovando all'interno diverse asciugami, lo richiudo aprendo il mobiletto accanto e trovo fortunatamente uno spazzolino nuovo.
Lo afferro ed aprendolo getto lo scatola nel cestino accanto ed inizio a lavarmi i denti. Lavo bene la faccia cercando di levare qualche residuo di trucco ed esco. Ma non prima di essermi pettinata i capelli con le mani per aggiustarli dato che erano completamente spettinati.
Credo che Jorge sia in cucina, esco fuori dalla camera e attraverso lentamente il corridoio fino ad arrivare di fronte alla cucina.
Vedo alcune buste appoggiate sulla tavola mentre lui posa alcune cose nei rispettivi mobili.
"Buongiorno." Dico sottovoce entrando, lui si gira verso di me sorridendo appena.
"Ehi, buongiorno." Prende da una busta dei biscotti per poi posarli in un mobile in alto.
"Vuoi una mano?" Mi avvicino al tavolo e lui mi nega con la testa.
"Ho finito, tranquilla." Annuisco sedendomi sulla sedia e mentre è girato a posare altre cose mi fermo ad osservarlo.

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Il ragazzo del Bronx 2
RomanceÈ il sequel del "Il ragazzo del Bronx" Se non avete letto il libro precedente, vi consiglio di leggerlo. Torniamo sette anni prima del loro matrimonio, a quando Martina partì per il college. Ci saranno nuovi personaggi, ma anche il ritorno di altri...