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Jorge Pov.
"Te l'ho detto. Mi ha istigato e mi sono arrabbiato." Ripeto per la terza volta a Micheal.

"Non mi interessa quello che ti ha detto, quello che ti ha fatto ora o quello che ti ha fatto in passato. Io ti ho detto di fare un lavoro. E tu non lo hai fatto. Ti ho detto di iniziare a correre e non lo hai fatto. Cosa vuoi combinare, Lie? Stai cercando per caso di prendermi per il culo?" Urla.

Lo guardo e non rispondo. Se rispondessi finirebbe male e anche troppo.

"Stasera correrai." Dice autoritario dopo qualche secondo di silenzio.

"Cosa?!" Mi alzo in piedi di scatto facendo cadere la sedia dove poco fa ero seduto.

"Hai capito bene."

"No, sei tu che non hai capito. Io e te avevamo un patto. Facevo qualche lavoretto per te e sarebbe finita lì. Non puoi obbligarmi a correre, lo sai che non voglio più." Sbatto la mano sulla sua scrivania guardandolo furioso.

Ride. "Non posso obbligarti? Ma lo sai vero che se non lo fai cosa succede?"

"Solo una corsa. Solo una." Scandisco bene le parole stringendo i pugni per non picchiarlo a sangue.

La sua risata fastidiosa risuona per tutta la stanza e si alza venendomi in contro. "Decido io quante corse farai. Se deciderò di farti correre ogni sera, lo farò. E tu starai in silenzio e correrai su quella fottuta macchina che ti procurerò. Ti è chiaro? O devo passare ai fatti? Fin adesso ti ho fatto fare cose semplici e leggere ma quanto riesco a vedere non riesci nemmeno a portarle a termine. Farai ciò che ti dirò. Chiaro?!" Mi urla in faccia.

"Va bene." Mormoro ormai sconfitto.

Sarebbe inutile continuare questa litigata. Sa come minacciarmi. Sa chi colpire se non faccio ciò che dice.

Chiudo gli occhi per qualche secondo. Poi mi giro e senza proferire parole mi dirigo con molta calma verso la porta.

"Jorge?" Mi richiama.

Mi fermo sui miei passi dandogli le spalle, so quanto gli dà fastidio. Per questo l'ho fatto apposta.

"Vai a casa e riposati, stasera ti aspetta una corsa. Sei un po' arrugginito, non le fai da un po', cerca di dare il meglio di te." Ripete.

Apro la porta uscendo e la richiudo alle mie spalle, scendo le scale molto velocemente e quando sto per uscire vedo vicino al portone Marcus mentre parla con un ragazzo che non ho mai visto qui.

"È successo qualcosa?" Chiede guardandomi attentamente in viso.

"Vuole che stasera corro."

Prima amavo correre, amavo l'adrenalina che coinvolgeva tutto il mio corpo, amavo vincere per poi riscuotere tutti i soldi.

Avevo iniziato per scherzo giusto per avere un po' di soldi per la mia famiglia.

Ma adesso poco mi porta di tutto ciò.

"Correrai quindi?"

"Ho altre scelte?" Rispondo con un'altra domanda.

Lo saluto con una mano e mi allontano per andare verso casa mia. Come ha detto Micheal, devo riposarmi per stasera.

Cammino a testa bassa. Non so a cosa pensare. Non so cosa diamine fare.

Vedo da lontano il campo da basket con alcuni miei amici tra cui Josh. Mi avvicino per andargli in contro, è da un po' che non lo vedo. Non vedo da un po' neanche suo figlio Christian, da quello che mi disse un po' di tempo fa, che pur non avendo ancora un anno è molto furbo come il padre.

Il ragazzo del Bronx 2Where stories live. Discover now