Capitolo 3

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Poggiamo i piedi a terra. <<Eccoci>> mi trattiene da un braccio <<ti accompagno in camera tua>> sorride
Ha una casa bellissima, classico stile americano ma molto lussuosa.
Mi trascina in una camera grande, ben arredata "mi aspettavo una cantina oscura"
<<Se vuoi posso accontentarti>> sbotta ed io non riesco a capire. Lui fa per uscire dalla stanza <<Riesco a leggere nella tua mente>> sorride
<<Sempre?>> chiedo seria e a tratti spaventata
<<No. Solo quando voglio>> è poggiato alla soglia della porta
Indossa jeans e una maglia nera ormai sporca di sangue
<<Perchè non mi hai uccisa subito?>> sono audace
<<Se fossi morta non potrei trattare con il tuo fidanzato>>
<<Non è il mio...ah, lasciamo perdere>> sono stressata in questo momento "è un essere spregevole"
<<Ah no? Beh, poco importa. Il punto è che lui ti ama, perció accetterà le mie condizioni onde evitare di perderti>> è sbarazzino
<<Mi ama?! Che ne sai tu dell'amore, ti conosco in pratica da dieci minuti e hai seminato dolore più di quanto ne abbia mai potuto immaginare>>
Entra e chiude la porta
<<Non ti devo spiegazioni>> si avvicina
<<Mi stai tenendo segregata>>
<<In una magnifica suite, guarda il lato positivo tesoro>> rieccolo
<<Tu non hai lati positivi>> sbotto arrabbiata
<<La mia fama mi precede>> fa un sorrisetto e poi continua <<comunque saranno già svegli i fratellini, non temere>>
<<Tu e Clare stavate insieme?>> mi riferisco alla triste affermazione che ha fatto lui prima della strage
<<Ed ecco il tuo spirito giornalistico>> si siede sul letto <<Era innamorata di me. Credo lo sia sempre stata. Anche adesso. Sono passati secoli ma ho comunque un certo fascino>> mi sorride
Sono quasi infastidita
<<Non sei divertente. Ti amava, non dovevi attaccarla>> "squallido"
<<Lei amava me, non io lei>> è serio. Si alza
<<Certo. Tu non sei capace d'amare, immagino>> lo fisso schifata
<<L'amore è per i deboli. Sono stato con molte donne nel corso dei secoli. Notti vuote e senza senso>> gesticola <<Non posso amare e non posso essere amato>> il suo tono si abbassa leggermente
<<Tutti possiamo amare e possiamo essere amati. Perció non ti credo>> cerco di approcciare in modo diverso. I suoi occhi sono cambiati. Il suo sguardo non é più forte e fiero. Adesso è cupo.
<<Vuoi farmi da analista?>> ironico
<<Penso solo che tutto quello che fai, l'odio che provi, la smania di potere, la crudeltà...sono innescate da una ragione>>
<<Io. Sono. Così>> mi fissa e velocemente esce dalla stanza. Sento gli scatti della porta.
Mi precipito vicino alla soglia e batto forte con le mani <<Tu non sei così. Tu vuoi essere così>> urlo e continuo a battere. Il mio viso e il mio stato d'animo si ricoprono di lacrime. "Voglio andare a casa"

Blood, love and hope.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora