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»Jimin
Dopo le direttive del giudice su come affrontare il processo, passano pochi minuti prima dell'annuncio dell'arrivo di mio padre e di quello di mio fratello.
Prendo un gran respiro, cercando di calmarmi, ma non riesco a respirare a pieni polmoni. Mi sento soffocare ed ancora non sono entrati.
Jungkook non sta meglio di me
"Potete entrare" consente il giudice.
Eccoli.
La porta si spalanca, ma non riusciamo ancora a vedere nessuno dei due.
Sento il cuore martellarmi nel petto, quasi a voler uscire dalla mia cassa toracica. Mi bruciano gli occhi, non vedo lucidamente e sto sudando.
Che cazzo l'ansia.
Poi li inquadro.
Loro, in piedi, che si avvicinano, con quei vestiti sgualciti e quei visi trascurati. Il loro passo è lento e pesante e il loro sguardo perso nel vuoto.
È questo l'effetto di una vita trasandata.
Non li riconosco più, non li ricordavo messi così male.
I loro vestiti sono addirittura sporchi di sangue, particolare che mi fa rabbrividire, i loro capelli sono unti e in disordine, gli occhi infossati nelle rughe.
Come ha fatto uno come Jungkook ad uscire dall'incrocio di nostra madre e di uno come loro? È un mistero.
Ma, soprattutto, mi chiedo come ancora siamo vivi, sia noi che loro. Mi fa rabbrividire solo pensarli e adesso ce li ho davanti.
Lo sguardo di mio padre si sposta dal giudice a...a me.
Non riesco ad evitare il suo sguardo ricolmo di odio e rancore nei miei confronti
"Prego, sedetevi" li accoglie il giudice con poco entusiasmo.
Si siedono al lato sinistro dell'aula, al nostro opposto, mentre io e mio padre non ci togliamo gli occhi di dosso.
Do un'occhiata a Jungkook e vedo che sta per piangere; si tiene le ginocchia con forza, tanto che le sue nocche si sono fatte bianche e il capo è rigorosamente abbassato
"Iniziamo"

»Yoongi
Con un po' di difficoltà, Jungkook ha iniziato a parlare ed è riuscito ad esporre perfettamente la situazione e le motivazioni della denuncia. Sono sorpreso di come sia riuscito a gestire la situazione e della freddezza con cui ha narrato gli avvenimenti, anch'io avrei fatto così.
Jimin è rimasto zitto, guardando tutto il tempo le proprie mani, poggiate sul tavolo.
Jungkook si risiede dopo il suo lungo discorso e prende la parola il giudice: "Si può sedere, signorino Jeon, grazie per aver esposto con tale accuratezza l'ordine dei fatti e le loro conseguenze - fa una pausa - ora vorrei chiedere ai qui presenti padri come intendono difendersi"
Il giudice punta lo sguardo su di loro.
Questi due sono fatti dalla testa ai piedi e la loro attenzione è inesistente.
Dopo una lunga pausa, il giudice prende nuovamente la parola: "Se non avete intenzione di difendervi, dovrò dare ragione ai due ragazzi"
Altro silenzio.
Sento pressione per i presenti nella stanza
"Allora dov-"
Uno dei due uomini si alza.
Vedo una strana luce nei suoi occhi che fino a poco fa non davano segni di attenzione
"Io sono il superiore di mio figlio e lui è minorenne, quindi ho tutto il diritto di riportarmelo indietro" dice ghignando.
Jimin rabbrividisce.
Quindi è lui il bastardo che gli ha fatto passare una vita di merda
"I due ragazzi hanno appena esposto tutte le ragioni per le quali, secondo loro, dovrebbero rimanere nel loro luogo di residenza attuale" controbatte il giudice
"Ma io insisto che è mio figlio e deve venire con me"
"Non funziona in questo modo"
"Io l'ho fatto e posso distruggerlo se voglio, anche se non gli ho fatto niente di quello che ha detto quel bimbo-minchia di Jungkook"
"Già, mio figlio spara un sacco di cazzate" si intromette l'altro
"Moderi il linguaggio"

»ansia

𝕰𝖘𝖈𝖆𝖕𝖊 ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿDonde viven las historias. Descúbrelo ahora