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»Yoongi
Chiuso, in me stesso, dentro quattro pareti, nel volere degli altri, senza via di scampo, senza possibilità di scelta, senza sanità fisica e mentale, con la testa annebbiata dai vari ricordi che si ripresentano uno dopo l'altro, non lasciandomi spazio, non permettendomi di pensare, di riordinare gli eventi nel mio cervello.
Chiuso...le tapparelle abbassate, gli occhi sbarrati, le labbra secche e assottigliate, le porte sigillate.

La penombra regna nella stanza, l'ombra regna nella mia anima.

Quei momenti in cui trovi la tua vita più inutile del solito, ma i tuoi non tengono neanche un'arma a portata di mano, senza che tu la debba cercare.
Quel momento in cui ti accorgi di che cosa siano i veri problemi, le limitazioni.
Non mi sono forse goduto la libertà? Eppure credevo di averla sfruttata al meglio...non posso dire di non essermi mai accorto di ciò che avevo, sapevo di essere ricco di cose di cui avevo bisogno, sapevo di aver ricevuto amore da persone che non fossero i signori Min, ma da quella che era ormai la mia famiglia.
Già...quanto mi mancano.
Non potrò più rivederli, loro che mi hanno sostenuto, guidato, aiutato, sorpreso, emozionato...non sono più con me.
E poi mi sono affezionato alla persona che mi ha distrutto.
Vero Jimin? Sembra che tu sia riuscito a creare una nuova parte di me, quella che ti ama; i miei complimenti, hai distrutto tutto il resto.
Provo così tanta delusione e odio verso me stesso; io non so gestire le situazioni, io che scappo ad ogni attacco di panico, che non riesco più ad oppormi al loro volere. Sono un essere rassegnato, senza alcuna speranza (non che ci creda nell'esistenza di quest'ultima).
Mi sento un vero schifo, non voglio neanche più provare a scappare, lo trovo inutile, sembra che sia destino che io debba rimanere qui rinchiuso, il mondo non ha bisogno di me, nessuno ha bisogno di me, neanche la persona che credevo mi amasse, altrimenti non mi avrebbe spedito di certo qui. Eppure lui lo sapeva, sapeva quanto io avessi sofferto, quanto cazzo di tempo avessi trascorso a patire, che per me era stato tutto un inferno, anzi, un limbo senza alcun ritorno.
Mi ha tradito lo stesso, facendo la spia.
Ma poi...perché? Non capisco, non aveva motivazioni, mi sembrava così sincero e dolce.
Mi sono illuso.
Vorrei davvero credere che non sia stato lui, ma Nam e Hobi non mi avrebbero mai tradito, anche perché occupavo un posto importante nella confraternita, contavano su di me.
Solo lui conosceva il mio nome...perché l'ha fatto? Poteva lasciarmi perdere.
Tutti quegli sguardi, i 'ti amo', i suoi abbracci, le sue confessioni, i pianti che faceva tra le mie braccia, le volte che mi ha rassicurato, mi ha fatto sorridere, mi ha addolcito, mi ha calmato.
Tutte bugie.

Scalcio con forza il tappeto sul pavimento.
Sto sempre qui: seduto per terra, con la schiena appoggiata alla parete all'angolo della finestra.
Non bevo, non mangio, semplicemente resto qui, in attesa di risvegliarmi dall'incubo più reale che io abbia mai vissuto.
Forse, invece di svegliarmi, dovrei chiudere gli occhi.
Forse dovrei farlo per sempre, smetterei di versare lacrime inutili per persone inutili e il ricordo della libertà non si farebbe più sentire, dimenticherei il paesaggio di Ilsan, tutta quell'erba che decora i prati, le stazioni piene di nuovi ragazzi disposti a venire nella nostra, ormai loro, confraternita, i volti di Namjoon e Hoseok...Jimin...
Quel piccoletto di Jungkook e quello strambo di Taehyung, tutti i miei alunni.
Almeno potrò riposare in pace col pensiero di aver fatto qualcosa di buono.

Verso un'altra lacrima, sto pian piano creando un piccolo laghetto tra le mie gambe.

Voglio solo dormire...





»confesso che, di tutta la storia, questo è stato il capitolo più difficile da scrivere. mi sento quasi in colpa ad averlo scritto

𝕰𝖘𝖈𝖆𝖕𝖊 ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora