≣ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟒𝟗: 𝐜𝐞 𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐨 𝐟𝐚𝐫𝐞

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*TAEHYUNG*

Alla disperata richiesta di Jungkook non potei fare a meno che voltarmi di schiena e picchiettargli la gamba.

«Sali, ti porto via» lo incitai e lui senza ribattere si sporse in avanti aggrappandosi con poca energia alle mie spalle; con un debole movimento si accoccolò contro la mia schiena, congiunsi le mani all'indietro in modo da sorreggerlo e poi mi alzai.

Le persone attorno a noi ci guardavano bisbigliando ─ e probabilmente chiedendosi anche come due ragazzi talmente differenti, come lo eravamo noi, erano finiti a preoccuparsi l'uno per l'altro ─ eppure ad essere sincero nemmeno io sapevo come mi ero ritrovato a preoccuparmi per questo ragazzino e l'unica cosa che sapevo era ci fosse qualcosa in grado di spingermi a prendermi cura di lui, a volerlo proteggere nonostante il modo migliore per farlo sarebbe unicamente il contrario, ovvero lasciarlo andare.

Se Jungkook lasciasse completamente Esprit ─ e chiudesse ogni legame con me ─ probabilmente non incorrerebbe più in alcun problema, potrebbe tornare alla sua solita vita senza doversi più preoccupare di soldi, droga e criminalità; per il suo bene avrei dovuto lasciarlo andare, ma proprio non ci riuscivo.

Ci vollero un paio di minuti per raggiungere il mio appartamento ─ l'ultimo di un grande condominio vicino a quella stessa pensilina ─ e Jungkook aveva ancora il viso nascosto contro il cappuccio della mia felpa che ora a causa della sua ferita alla fronte si era leggermente sporcata di sangue.

Finalmente poi l'ascensore si aprii e così potei accedere al mio appartamento, portai Jungkook verso la mia stanza e lo appoggiai sul letto; era visibilmente stanco e probabilmente quelli dell'ospedale lo avevano riempito di forti sedativi vista la gravità delle sue ferite.

Lo aiutai a sistemarsi sotto le coperte, aveva bisogno di dormire ed io gli sarei stato accanto nel caso avesse avuto qualche necessità perché alla fine, in qualunque modo la si guardi, la colpa è la mia; sono io ad avergli detto di venire in magazzino, sempre io a non aver dato peso alla sua mancata risposta e di nuovo io ad averlo coinvolto dal principio.

«Jungkook mi dispiace per tutto quello che ti hanno fatto, non te lo meritavi..» gli spostai qualche ciocca sudata dalla fronte. «Te lo giuro, non lascerò che osino farti del male una seconda volta» gi sussurrai, osservandolo sorridere debolmente senza però aprire gli occhi; il respiro era diventato più veloce e irregolare e probabilmente ─ visti i residui argentei sulla sua lingua ─ presto sarebbe anche entrato in astinenza.

Mi alzai dal letto per cercare del disinfettante per la ferita alla fronte ma appena sentì la presenza accanto a lui svanire, allungò una mano afferrandomi la felpa prima che potessi allontanarmi.

«No ti prego.. Non lasciarmi qui..» aprì leggermente gli occhi, rossi e lucidi. «Ho paura Taehyung..»

Subito mi riavvicinai a lui inginocchiandomi vicino al letto in modo da poterlo guardare negli occhi. «Va tutto bene, sei a casa mia, nessuno ti farà del male, okay?» provai a rassicurarlo ma gli spasmi divennero più visibili così come il suo tremare. «Prendo le cose per disinfettarti il taglio e poi torno. Ci metto cinque secondi, Jungkook, cinque secondi e sono di nuovo qui da te, chiudi gli occhi e fidati che quando li riaprirai sarò ancora al tuo fianco, va bene?»

«Tae..» piagnucolò di nuovo ed il mio cuore soffrì a quella vista.

«Non ti lascio Jungkook, non ti lascio..»

Lui annuì debolmente e prima che potesse chiudere gli occhi mi sporsi verso di lui baciandolo. Non era la prima volta che lo facevo ma ogni volta sembrava sorprendersi, come se fosse talmente strano per uno come me.

➽ Silver Tongue | Taekook ✔  [1/2]Where stories live. Discover now