≣ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟖𝟏: 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐞 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞

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Le parole di Jackson erano state chiare, i miei genitori mi stavano aspettando sul tetto di Spectre ma ovviamente non si erano fatti perdere l'occasione di farci una sorpresa.

Avevamo scalato gli ultimi piani in fretta trovandoli, fino al ventiquattresimo, completamente vuoti; insolito e dannatamente sospetto soprattutto perché vi era un'unica scala per accedere al venticinquesimo piano e ad ogni gradino avevamo trovato posizionata una carica esplosiva. In realtà non era stato difficile disinnescarle, erano le più basilari ovvero quelle che si attivano al movimento quindi ci era bastato lanciare uno dei tanti oggetti trovati a caso per farle attivare ed esplodere senza che nessuno di noi rimanesse ferito.

O meglio dire, probabilmente preso dalla foga di raggiungere i miei genitori e strappargli la gola con le mie stesse mani non avevo minimamente badato alla possibilità di una trappola del genere e se la ferrea presa di Yoongi non mi avesse strattonato con forza lontano da quei gradini, probabilmente ora mi troverei all'altro mondo.

Eppure la presenza di quelle cariche era un segno più che positivo, li avevamo colti di sorpresa nonostante fosse sembrato il contrario perché le menti crudeli ma altrettanto geniali dei miei genitori non si sarebbero mai limitate a delle cariche esplosive di così basso livello ma ─ a quando pare ─ erano le uniche che erano riusciti a preparare prima del nostro arrivo al venticinquesimo piano.

«State dietro di me-» avvisai il resto della mia squadra e volsi uno sguardo a Yoongi che mi incitò con lo sguardo a proseguire insieme alla squadra di Jackson con la quale ci eravamo ricongiunti, differentemente da quella di Mark ancora impegnata a ripulire i piani superi distruggendo armi, documenti o strumenti.

Colpii di scatto la porta raggiungendo finalmente l'ultimo piano.

«Ci hai messo un po' a raggiungerci eh Taetae?» subito la voce di mia madre interruppe le azioni di tutti gli uomini presenti; nessuno di loro aveva ancora iniziato a sparare, esattamente come noi.

«Jackson-» richiamai nervoso il corvino che immediatamente alzò le mani indicando la porta alle spalle di mia madre e constatai che da lì si avrebbe avuto accesso al tetto. «Vi siete rintanati il più lontano possibile da noi, che codardi» sputai acidamente senza mai abbassare l'arma puntata contro la sagoma di mia madre, questa volta mancante della figura di mio padre.

«Non prenderti troppe libertà Taetae, potresti pentirtene» sorrise lei caricando la pistola. «Dov'è il tuo ragazzo? L'hai già ucciso?» domandò divertita scatenando dentro di me, oltre al vuoto dovuto all'effettiva fine di Jungkook, la voglia di saltarle al collo e strozzarla con le mie stesse mani, che fosse mia madre o meno.

«Attenta a quello che dici, potrei non rispondere delle mie azioni-» sibilai con tono basso ma aggressivo; non potevo perdere il controllo proprio ora, non ad un passo da avere la rivincita sui miei genitori, non dopo che potevo finalmente vendicarmi per tutto il male che mi avevano fatto.

«Oh!» scoppiò a ridere. «Allora è morto davvero! Diamine non pensavo ci mettessi così poco ad ucciderlo!»

«Chiudi quella cazzo di bocca! Non l'ho ucciso!» ringhiai sentendomi di nuovo prosciugare quella poca stabilità mentale rimastami.

Jungkook, mi avevi detto che saresti stato al mio fianco per evitare che mi sentissi in questo modo, mi avevi detto che mi avresti supportato quindi spiegami perché diamine non sei al mio fianco.

«Uomini di Spectre» intervenne di nuovo mia madre. «Occupatevi di loro ma lasciate che Taetae venga con me, abbiamo un conto in sospeso» ridacchiò voltandosi verso la porta.

«Non scappare!» le urlai arrabbiato facendola fermare; di voltò verso di me e poi posò lo sguardo su Yoongi.

«Anche tu Min Yoongi, immagino vorrai sapere il motivo per cui abbiamo ucciso i tuoi genitori» lo provocò divertita, scoppiando poi a ridere quando vide il grigio voltarsi subito nella mia direzione con le iridi infuocate.

➽ Silver Tongue | Taekook ✔  [1/2]Where stories live. Discover now