≣ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟎𝟔: 𝐛𝐞𝐬𝐭𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐚𝐭𝐚𝐧𝐚 𝐭𝐚𝐭𝐮𝐚𝐭𝐚

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«Ragazzi, ho sentito che alcuni di voi sono stati coinvolti in uno spiacevole imprevisto» entrò agitata la professoressa di letteratura lanciando sguardi interrogativi all'intera classe. «State tutti bene?»

Jaehyun, Jimin ed io annuimmo e così ─ dopo essersi assicurata della nostra condizione ─ la lezione ebbe inizio.

Ci furono spiegati altri concetti di letteratura, ma per la maggior parte del tempo mi persi nel guardare Jimin scarabocchiare sul suo quaderno dopo aver tentato invano di seguire la lezione.

«Non te li passo gli appunti» gli sussurrai e lui subito si voltò spalancando la bocca.

«Come no?!» esclamò coprendosi poi la bocca e scusandosi con la donna. «Perché?» mormorò questa volta senza farsi sentire; mi limitai a fare spallucce. «Non fare così, lo so che non lo faresti senza una buona ragione» continuò sicuro di se. E di fatti aveva ragione.

«Per prima cosa, se vuoi passare l'anno è meglio se smetti di fare affidamento su di me, non posso uscire interrogato sempre al tuo posto. Secondo, considerala una ripicca per come mi hai trattato giorni fa»

«Ma seriamente?!» esclamò di nuovo e la professoressa sbuffò lanciandoci un'occhiataccia infastidita.

«Park, Jeon, se dovete parlare la porta è quella» stese il braccio indicandola senza aspettarsi che Jimin si alzasse.

«Che fai idiota, siediti» lo strattonai a sedere e stirai un sorriso imbarazzato alla donna che decise di lasciar correre.

«Dicevo, non manca molto alla fine dell'anno e come sapete, dovrete presentare ed esporre alla commissione un argomento dalle tematiche attuali» spiegò passando tra i banchi e consegnandoci dei fogli. «Questo me lo consegnerete tra due mesi, scriverete se è un progetto che farete singolarmente o in coppia ed ovviamente, l'argomento trattato»

Guardai prima il foglio stretto tra le mie mani e poi il biondo accanto a me; avevo già una mezza idea su quello che avrei potuto esporre, magari Jimin ed io avremmo potuto farlo insieme.

«Pensavo di farlo sul traffico di droga» lo avvisai.

«Io sulla Silver Tongue nello specifico con caratteristiche, sintomi e conseguenze» mi guardò sfoggiando poi il suo solito dolce sorriso. «Potremmo farlo insieme se ti va»

«Davvero? È un'ottima idea!» feci soddisfatto battendogli il cinque. «Ma sappi che non sfuggirai dal progetto che dobbiamo fare con il professore di laboratorio»

Jimin sbuffò ironicamente e ci ritrovammo a ridere tranquillamente, come se tutto ciò che ci circondasse fosse sparito, nessun debito, nessuno strozzino, nessuna dipendenza, nessuno spacciatore. Nulla di nulla.

Eppure non ci volle molto a tornare alla realtà.

«Jungkook!» sentii urlare mia madre dal piano di sotto.

Subito scattai in piedi e raggiunsi il piano inferiore fino all'origine dell'urlo; mia madre era posizionata davanti alla porta d'ingresso intenta a chiuderla con tutte le sue forze mentre dall'altra parte vi era V che ─ con tutta la nonchalance del mondo ─ si stava guardando attorno assicurandosi di tenere la porta ben aperta.

«Jungkook aiutami! Manda via questa bestia di Satana tatuata! Veloce!» continuò ad urlare facendo in questo modo risvegliare il rosso dai suoi pensieri.

Voltò lo sguardo nella mia direzione ed abbozzò un sorrisetto. «Oh finalmente sei sceso, questa donna continuava ad urlare, ne uscirò sordo»

«No, ne uscirai morto, vattene da casa mia» sbottai serio senza avvicinarmi.

«Cos'è tutto quest'astio improvviso?» chiese lui portandosi in modo teatrale una mano al petto e fingendo una mancanza d'aria che non mi smosse minimamente.

➽ Silver Tongue | Taekook ✔  [1/2]Where stories live. Discover now