≣ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟔𝟑: 𝐞' 𝐨𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚𝐫𝐭𝐢 𝐚𝐧𝐝𝐚𝐫𝐞

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«Dio ma non tornavi tra qualche ora?» sputò con acidità prima di prendere le coperte e portarsele addosso in modo da coprirsi. «Puoi uscire?!» esclamò di nuovo facendomi segno con la mano di andarmene; e cazzo, avrei fatto qualunque cosa pur di allontanarmi da lì ma i miei piedi erano puntati a terra.

Non riuscivo a distogliere lo sguardo, era come se guardandolo cercassi di capire se fosse reale o unicamente qualcosa nato stupidamente dalla mia immaginazione perché ─ tra tutto quello che potevo aspettarmi da Taehyung ─ questo sicuramente non c'era tra l'elenco.

Non credevo potesse farlo, non mi ero mai immaginato uno scenario del genere. Lui e qualcuno che non sia io? No, non lo posso accettare.

«Jungkook che cazzo, ti levi o no dai coglioni?!» ringhiò di nuovo e non so se fu solo una mia impressione, ma sentii la sua voce vacillare leggermente ma nonostante questo più lo guardavo e più il respiro si faceva corto, il cuore faceva male e la mente si rifiutava di elaborare l'immagine.

Taehyung poi platealmente sbuffò e scese dal letto trascinando le coperte con sé ─ più che intento a non mostrarmi il suo corpo ─ e si posizionò di fronte a me con fare infastidito.

Avevo così tanto da dirgli, da domandargli ma l'unica cosa che riuscii a fare fu restare in silenzio in attesa del suo successivo gesto. «Vattene» mi ordinò di nuovo, con tono basso e nervoso, spingendomi con forza fuori dalla sua stanza ─ dentro la quale si chiuse con la donna ─ e ci vollero diversi minuti prima che riuscissi a muovermi dal punto in cui mi aveva lasciato, tentando di arretrare di qualche passo finendo solamente con il crollare a terra; le gambe avevano improvvisamente ceduto e ─ non avendo trovato appigli ai quali aggrapparmi ─ ero finito con il cadere fragorosamente a terra.

Il tutto però, senza riuscire a distogliere gli occhi dalla porta ancora chiusa di fronte a me.

«P-Perché-» iniziai a boccheggiare lasciando che poco alla volta tutte le emozioni venissero a galla, dalla delusione alla rabbia, dal senso di vuoto all'impotenza, dalla tristezza alla incomprensione e ─ senza rendermene conto ─ mi ritrovai costretto a portare entrambi i palmi delle mani alla base degli occhi cercando di frenare le miriadi di lacrime che stavano sgorgando imperterrite fuori da questi.

Piangevo in silenzio nonostante avessi voluto urlare e mostrargli quanto tutto questo mi aveva letteralmente distrutto, prendendo e facendo a pezzi quello che ne rimaneva del mio cuore che senza nemmeno pensarci avevo deciso di donargli.

Taehyung aveva saputo darmi le ali per raggiungere la felicità, ma così come me le aveva offerte, se le era anche riprese lasciando che precipitassi nel buio più assoluto; e probabilmente non avrebbe fatto così male se fosse successo uno dei primi giorni quando ancora tra di noi vi era solo del risentimento e della provocazione.

L'avrei accettato perché conscio che uno spirito libero come Taehyung non poteva sicuramente appartenermi ma ─ dopotutto quello che abbiamo passato insieme, dopo i baci rubati, gli allenamenti insieme, le coccole, l'aiuto con la ST ed addirittura il sesso ─ non poteva farmi questo.

Non poteva ribaltare l'intera situazione e cancellare in pochi secondi i "ti amo" scambiatoci, era scorretto, non poteva.

Mi accasciai completamente a terra rannicchiandomi su un fianco e stringendomi le gambe al petto cercando inutilmente di trattenere gli ormai innumerevoli spasmi dovuti al pianto.

Non mi importava che Taehyung potesse uscire da un momento all'altro dalla sua stanza e trovarmi lì in terra, forse gli avrei fatto pena o forse si sarebbe limitato a scavalcarmi, ma proprio il mio corpo non sembrava intenzionato a collaborare.

Poi ─ quasi come se di nuovo mi avesse letto nella mente ─ la porta si spalancò e Taehyung si appoggiò contro lo stipite della porta, a braccia conserte, fissandomi con uno sguardo che nemmeno fui in grado di decifrare a causa delle lacrime.

➽ Silver Tongue | Taekook ✔  [1/2]Where stories live. Discover now