≣ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟔𝟐: 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐝𝐮𝐜𝐢𝐚

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*JUNGKOOK*

Il mattino seguente a svegliarmi fu un forte tuono che ─ prendendomi alla sprovvista ─ mi fece sobbalzare ed urlare per lo spavento in contemporanea ad una sedia che strisciò sul pavimento.

Borbottai tra me e me un "che paura".

Sbadigliai più e più volte ma poi mi decisi ad alzarmi, guardando imbarazzato il casino presente nella stanza di Taehyung; vi erano vestiti sparpagliati ovunque, il barattolo di lubrificante mezzo rovesciato a terra e diversi pacchetti di preservativi sparsi sul pavimento. Un vero disastro.

Sbadigliai l'ennesima volta e mi spostai in cucina alla ricerca di cibo, notando come Taehyung se ne stesse tranquillo al tavolo, con il cellulare tra le mani.

«Che guardi?» domandai distrattamente ─ cercando il telefono che credevo di avere in qualche tasca ─ roteando gli occhi nel non sentire alcuna risposta proveniente da lui. «Hai visto il mio telefono? Oggi devo andare all'ospedale a togliere il gesso e avevo-»

«Ma riesci a stare zitto per un secondo?!» sbottò acidamente, zittendomi completamente. «Sei sveglio da neanche due minuti e già mi ha rotto il cazzo. Tappati quella bocca» ringhiò di nuovo, volgendo lo sguardo al telefono.

Lo guardai ─ boccheggiando leggermente ─ accigliato da tutto quel nervosismo di prima mattina e poi sbuffai all'idea di averlo dimenticato ad Esprit.

«Va beh, tanto mi ricordo cosa c'era scritto» continuai ignorando completamente i suoi avvertimenti, cosa che lo fece sbuffare di nuovo. «Sì stai tranquillo, ora vado a scuola e ti lascio sbollire tutta l'acidità che hai addosso. Pensavo che con un po' do sesso ti passasse ma cazzo che noioso che sei» roteai gli occhi chiudendo la zip della felpa; mi fermai ad osservarlo e decisi di provocarlo un'ultima volta. «Ehi ma non è che per caso hai un ombrello?» domandai di nuovo, sorridendo alla vista della vena pulsante sul suo collo.

L'ho detto, non lascerò che mi allontani, fare lo stronzo con me non servirà a nulla, ha detto che mi ama e questo è bastato, sono disposto a fare qualunque cosa pur di obbligarlo a parlarmi, che sia provocarlo o infastidirlo.

Gli farò capire che sta commettendo un gravissimo errore a sottovalutare ciò che provo per lui, non basterà qualche parola detta con cattiveria per farmi cambiare idea sul suo conto, quelle non serviranno a nulla dato che a parlare sono i fatti perché ─ nonostante avessimo discusso a voce ─ pochi secondi dopo ci eravamo comunque ritrovati l'uno tra le braccia dell'altro; può dire qualunque cosa ma finchè continuerà a starmi accanto non crederò mai a queste sue parole, false, ma dannatamente dolorose.

Scesi velocemente le scale del suo appartamento e raggiunsi la pensilina giusto in tempo per farmi tenere le porte proprio da Jimin le porte dell'autobus.

«Taehyung?» domandò distrattamente, sistemando le spalline dello zaino.

«Come al solito, fa lo stronzo per allontanarmi» sbuffai alzando gli occhi al cielo. «Ah Jimin, dopo scuola mi accompagneresti all'ospedale? Devo togliere il gesso»

Annuì subito e mi porse la solita cuffietta che infilai, chiudendo poi gli occhi e godendomi i minuti di tragitto; raggiungemmo anche la fermata di Jaehyun ma a salire furono solamente Yuta e Ten ─ che presero tranquillamente posto senza infastidire nessuno ─ perché era ovvio fosse lui la mente del trio. Ma loro due.. Sanno di Spectre?

Restai ad osservarli per un po' ma poi richiusi gli occhi fregandomene dell'intera situazione, ora ho troppe cose per la mente per addossarmi anche questi inutili pensieri.

[...]

«Jeon, Park, portate qui i vostri banchi, avete da recuperare diverse verifiche ma inizieremo con il compito di letteratura okay?» la professoressa picchiettò con le mani ai lati della sua cattedra incitandoci a raggiungerla, affrontando così il terrore di svolgere un compito completamente impreparati; per la prima volta nella mia vita, non avevo la minima idea di che cosa avesse potuto chiederci.

➽ Silver Tongue | Taekook ✔  [1/2]Où les histoires vivent. Découvrez maintenant