≣ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟓𝟗: 𝐟𝐮𝐨𝐜𝐨 𝐞 𝐜𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞

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*TAEHYUNG*

Una volta liberatomi dalla sua presa ed essermi allontanato di qualche passo, mi ritrovai a trasalire a causa del forte colpo avvenuto alle mie spalle.

Mi ero sorpreso di vedere quanto ricolma d'ira fossa la sua espressione in viso perché ─ nonostante tante volte in passato mi fossi divertito ad infastidirlo pur di vederlo arrabbiato ─ non lo avevo mai spinto al punto di farsi sopraffare da rabbia, delusione e confusione.

Non capiva il perchè del mio comportamento e questo lo confondeva facendolo incazzare, ma come dargli torto, se facesse lo stesso lui con me avrei dato fuori di matto obbligandolo anche con la forza a degnarmi di una risposta.

Sentire quindi quell'improvviso rumore mi fece trasalire e voltare di scatto verso il ragazzo accovacciato a terra che trovai con un pugno stretto, le nocche rosse e la fronte contro la porta dell'armeria visibilmente ammaccata.

Se ti sei rotto la mano giuro che provvederò a romperti anche quella testolina che ti ritrovi.

«Fanculo!» urlò, facendomi sentire un vuoto al petto perchè ─ nonostante volessi tenerlo lontano da me ─ al contempo stesso sarei voluto andare da lui, assicurarmi che stesse bene e confortarlo sul fatto che non l'avrei mai lasciato per nulla al mondo senza una buona motivazione e diamine, lo avrei davvero voluto fare ma poi avrebbe ottenuto la conferma della sua ipotesi ─ ovvero che lo stessi allontanando di proposito ─ ed avrebbe continuato ad insistere maggiormente sapendo di aver ragione.

Era meglio continuare in questo modo e basta.

Mi voltai con dispiacere e continuai per la mia strada fino a raggiungere lo studio all'interno del quale mi chiusi, non a chiave, quelle me le avevano nascoste ieri Jackson e Mark chiavi dopo averli chiusi fuori per l'ennesima volta.

La sera era ormai giunta. Mi ero concesso di mangiare qualcosa preso dalle macchinette nei vari corridoi di Esprit ma il mio intento ─ ovvero quello di restare in ufficio fino a quando Jungkook non se ne fosse andato dall'organizzazione ─ non stava andando molto bene; speravo che chiedesse un passaggio a qualcuno, che tornasse a casa prima di me, che si addormentasse in modo da concedermi ─ almeno in quel momento di sua incoscienza ─ di coccolarlo un poco.

Avrei potuto coccolarlo senza che dubitasse di nulla.

Passò un'oretta, in cui mi limitai a riordinare alcuni docu-menti per il Giappone, quando qualcuno bussò debolmente.

«V sono io-» riconobbi la voce di Jimin e così lo lasciai entrare, osservandolo richiudersi la porta alle spalle. «Scusa se ti disturbo, posso parlarti un attimo?»

«Lo stai già facendo, e comunque sono abbastanza impegnato ora» tolsi i piedi dalla scrivania tornando composto e cercando di limitare i nostri discorsi, preoccupato del fatto che si lamentasse del mio comportamento nei confronti del suo migliore amico.

«Si tratta di Jungkook» abbassò lo sguardo. Per l'appunto. «Credo che Spectre lo stia ricattando» e la frase successiva mi fece ingozzare con la mia stessa saliva.

«Come?! Lo stanno ricattando?!» domandai agitato facendogli segno di avvicinarsi, cosa che fece, posando poi sulla scrivania i due sacchetti di ghiaccio. «Spiegati meglio»

«Credo stiano sfruttando i suoi genitori.. Oggi Jaehyun ─ quello che hai spaventato durante la vostra prima missione ─ lo ha provocato parlando di loro e chiedendogli come stessero eppure quando ho chiesto a Jungkook il motivo è restato vago» disse tutto velocemente e con tono ansioso.

«Ma è una tua supposizione giusto?» domandai cercando di evitare di trarre conclusioni affrettate. «Come puoi sapere che quel ragazzo non stesse semplicemente scherzando?»

➽ Silver Tongue | Taekook ✔  [1/2]Where stories live. Discover now