≣ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟔𝟒: 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐫𝐭𝐢

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*JUNGKOOK*

Aveva fatto male, aveva fatto dannatamente male e se un tempo una cosa del genere non mi avrebbe toccato minimamente ─ perché mi sarei limitato ad un "è la sua vita" fregandomene e continuando a vivere come se nulla fosse ─ ora non posso proprio accettarlo, non dopo tutto quello che si stava creando tra di noi.

Non dopo avermi portato a letto.

Non dopo avermi fatto credere di essere importante.

E diamine, ero finito addirittura con il rovinare il giorno libero che Yoongi si era preso per stare un po' con il biondino; avevo fatto sentire in obbligo quest'ultimo a restarmi accanto ─ cosa che inizialmente avevo rifiutato categoricamente, volendo optare per un'opzione più solitaria che mi avrebbe permesso di crogiolarmi su me stesso e piangere fino allo sfinimento ─ ma poi mi aveva spiegato come il grigio fosse rimasto particolarmente alterato al punto di preferire farsi un giro per schiarirsi le idee e non restare nervoso con il biondino che non aveva alcuna colpa.

È anche per questo che Jimin non ebbe problemi a lasciar andare il grigio, perché lui ─ diversamente da me ─ aveva la certezza che l'altro sarebbe tornato sempre da lui.

E beh, dopo aver continuato a piangere ed a darmi colpe, che a parer del mio migliore amico non avevo, decisi di farmi forza e tornare all'appartamento di Taehyung con la speranza di trovarlo solo.

Jimin non era molto dell'idea, soprattutto perché avevo insistito per andarci da solo, e credeva che parlare con lui avrebbe solo peggiorato la situazione vista la mia immensa instabilità emotiva del momento.

Ovviamente avevo rifiutato ogni suo consiglio, convinto e speranzoso di poter sistemare le cose.

Avevo quindi percorso di corsa la strada che mi separava dal suo condominio ─ fregandomene completamente di come avessi bagnato tutti i vestiti a causa della pioggia ─ bussando un paio di volte alla porta dell'appartamento e ritrovandomi quindi ad optare di nuovo per la chiave nascosta nel sottoscala nel momento in cui non ottenni alcuna risposta.

Quando entrai e girai per le stanze senza trovarlo allora capii il motivo della mancata risposta.

Presi quindi posto sul divano aspettando trepidante il suo ritorno cosa che non accadde in alcuna delle ore successive; immaginai fosse ad Esprit o fuori per qualche missione eppure anche con lo scoccare della mezzanotte ancora non avevo avuto sue notizie e diamine, l'avrei chiamato se solo avessi saputo dove fosse finito il mio telefono.

«Sei un vero stronzo Taehyung.» presi a borbottare trascinandomi in bagno. «Perché dovevo finire con l'innamorarmi di uno come te? Dovevo immaginarmelo che mi avresti fatto solo soffrire ed invece guarda che idiota che sono! Mi sono fatto abbindolare dai tuoi piccoli gesti, dal tuo sorriso e da quei baci che continuavi a rubarmi ostinandoti che fossero per zittirmi» alzai lo sguardo verso il mio riflesso nello specchio e nemmeno mi sorpresi molto delle mie pessime condizioni; gli occhi erano leggermente gonfi e rossi per il piano, i capelli tutti arruffati a causa delle miriadi di volte in cui li avevo tirati frustrato, la gola dolente per le troppe urla e gli angoli delle mie labbra tristemente rivolti verso il basso. «Forse la colpa è mia-» ed un improvviso rumore proveniente dall'entrata mi fece trasalire sul posto.

Mi sporsi dal bagno ed intravidi con piacere che non fosse alcun intruso ma semplicemente Taehyung, o meglio dire, un Taehyung leggermente brillo.

«Che cazzo ci fai tu in casa mia!» urlò subito facendomi istintivamente abbassare lo sguardo.

«Taehyung per favore parliamo un secondo per favore, non puoi comportarti in questo modo senza darmi una spiegazione, n-non puoi avermi fatto una cosa del genere senza una motivazione» iniziai a dire, uscendo lentamente dal bagno e scatenando un suo sbuffo pesante. «Ti prego, parliamo..»

➽ Silver Tongue | Taekook ✔  [1/2]Where stories live. Discover now