Capitolo 5

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Le mie intenzioni erano quelle di parlare con Marco nel fine settimana ma alla fine sono stata troppo impegnata a svicolare e a sfuggire da Mirco che a quanto pare non ha capito qualcosa della mia frase ''non voglio relazioni''.

Così ho passato l'intero weekend chiusa in camera a cercare di concludere qualcosa per il prossimo esame universitario... non riuscendoci visto le continue chiamate da parte sua.

Ma perché proprio a me?

Lunedì mattina arrivo a lezione con una faccia che è tutto un dire ma, il mio essere una specie di animale sociale mi impone di mascherare il tutto.

Così, due fili di eye-liner e una passata di mascara dopo, sono pronta per essere la più figa dell'università.

''ciao Silvia'' ''ciao Sil'' ''ciao bellezza'' ciao, CIAO, CIAO, CIAO.

Saluto tutti e tutti mi salutano.

Di qualcuno non conosco neanche il nome... ovviamente quello dei ragazzi più carini non mi sfugge sicuramente.

Arrivo al bar dell'università dove ordino un caffè macchiato in tazza grande e un mini pasticcino.. lo guardo con i sensi di colpa.

Poi scuoto le spalle, doppia serie di squat oggi pomeriggio.

''ciao Silvia'' ''ciao Viola'' mi sorride ed io ricambio alzando lo sguardo ''venerdì sera non ti ho vista...'' ''neanche io. Ero al locale.. ma poi... sai com'è...'' le faccio un segno con la mano e lei capisce al volo.

''e con chi?'' scuoto le spalle ''un ragazzo di ingegneria'' non le dirò mai il nome ''e come si chiama?'' la guardo con uno sguardo da volpe ''non mi ricordo... Simone forse?'' addento il mio micro pasticcino e lei annuisce per poi sbuffare ''che palle, non ti esce mezza parola di troppo da quella bocca'' rido per poi scrollare le spalle ''non sono successe cose così interessanti, mi dispiace''.

Non faccio in tempo a chiudere il discorso e a salvare almeno in parte l'inizio di questa settimana, che subito sento la voce di qualcuno di molto familiare e neanche a farlo apposta, voltandomi e al di là della sala, noto l'unica persona che non vorrei vedere in questo momento.

Mirco.

Sospiro cercando di far finta di niente per evitare che Viola si accorga del mio tremolio alla mano e poi, dopo aver ingoiato il caffè bollente in mezzo secondo con il rischio di ustionarmi, scappo via neanche fossi una specie di ladra.

''fa che non mi abbia visto'' borbotto tra me e me... e da brava merda umana quale sono, faccio un calcolo mentale per capire se rischierò di incontrarlo a qualche lezione... lo so che sembra una reazione esagerata.

Non mi sono mai comportata così con nessun ragazzo e non so perché con lui devo per forza giocare e torturare entrambi con questa specie di nascondino.

Ma è più forte di me... e so anche il perché.

Ed è semplice.

Sono finita a letto con l'amico di una vita, con una delle poche persone di sesso maschile con cui ho avuto a che fare in un modo che va oltre il semplice andare a letto insieme: con lui ho condiviso momenti di ogni genere fin da quando eravamo piccoli.

Ed io mi sento tremendamente in colpa per tutto questo... per il mio atteggiamento da immatura e per aver rovinato tutto.

Sono una cretina, non ho scuse questa volta.

E a metà giornata sono così esausta che presa da non so bene cosa, probabilmente sensi di colpa nei confronti di Isabel e delle intenzioni del suo ex fidanzato bipolare che, una volta entrata in palestra, mi chiudo nel cesso e digito freneticamente il suo numero.

Parlami di teWhere stories live. Discover now