Capitolo 38 POV Trevis

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''sono finalmente qua a rallegrare le vostre giornate!'' urlo chiudendomi alle spalle la porta di casa mia a Sacramento.

La mia casa in realtà è più un'immensa villa: voglio dire, con una mamma avvocato ed un padre giudice, non è difficile crederlo.

E cazzo, stravedo per la mia vita da quel punto di vista: pur avendo due fratelli, sono cresciuto senza che mi mancasse niente. Ho sempre ottenuto quello che volevo e quando lo volevo.

Poi crescendo la mia attenzione per le cose materiali come i videogiochi si è affievolita, per focalizzarsi su qualcosa in carne ed ossa: le ragazze.

E anche qua, ottengo sempre quella che voglio. Facile e semplice.

Altrimenti non sarei io.

Peccato che la mia testa da qualche settimana, sia fottuta completamente per una bella morettina italiana... maledico ogni giorno il momento in cui i miei occhi si sono incrociati con i suoi.

Perché cazzo, avrei dovuto capirlo che, una tipetta con due occhi del genere che trasmettono malizia da tutti gli angoli, non mi avrebbe reso la vita semplice.

Riesce a farmi impazzire anche al di là del pianeta: la settimana scorsa mi ha mandato una specie di messaggio minatorio incolpandomi di averla messa in una situazione del cazzo.

IO.

Il sottoscritto.

Quando è palesemente lei che si è gettata su di me, spalancandomi le gambe. E cazzo, io non mi ci sono che tuffato in mezzo. Che dovevo fare?

È bella da far paura, intelligente, sveglia e... e.. mi stimola cazzo. Mi tiene testa.

Mi fa uscire fuori di testa.

Siamo stati un paio di ore a parlare e solo l'idea che quel cervo del suo ex le abbia detto che la ama, mi ha dato fastidio.

Sicuramente reagisco così perché non riesco a conquistarla, non posso conquistarla. Per vari motivi, fisici e mentali.

E specialmente perché dio, mi sfugge dalle mani: mi spiazza, mi sorprende.

E con nessuna avevo mai reagito così.

Il che potrebbe spaventarmi, se non avessi tutta la situazione sotto controllo.

Solo due sere fa mi è sfuggita un attimo, visto che, mentre scopavo con Sheila, ho pensato a lei prima di venire... e un'altra volta ho gridato il suo nome mentre ero a letto con una ragazza conosciuta al Jeffrey's.

Cazzo, quella non vale.

Ben due volte.

La cosa mi ha messo un po' di ansia, ma è subito passata.

Non finirò di certo come Jake, questo è certo.

''Trev sei tu?'' la voce di mia mamma proviene dal porticato dietro casa, così attraverso l'enorme salotto in stile moderno per poi uscire all'esterno: ad accogliermi il golden retriver di mia mamma, inseparabili.

Honey.

Che nome... smielato.

''ciao mamma, eccomi qua. La gioia della tua vita'' le vado incontro e lei sorride felice abbracciandomi ''finalmente sei tornato. Non ti vedevamo più a casa'' ho preso da mia mamma, che si chiama Monica, la bellezza. Capelli scuri e folti, lineamenti perfetti. Ma non ho preso il colore degli occhi.

Quello devo tutto al figo di mio padre.

''ho avuto molto da fare, sai com'è... lo studio, l'università, le ragazze'' ''già, le ragazze'' ripete esasperata mentre taglia decisa un ramo da rovo di rose che ho davanti: la sua passione per il giardinaggio è a livelli patologici.

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