Capitolo 42

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''mi stai sbavando sulla spalla''.

Questa è la prima frase che sento quando la mattina dopo apro gli occhi: mi stiro cercando di capire dove accidenti sono e perché ,quando la giornata di ieri mi torna in mente come un treno in corsa.

Scatto a sedere sul letto, guardando Trevis che mi guarda divertito: lo osservo... è vestito. Mi guardo... sono anche io vestita.

Ieri sera non abbiamo fatto sesso?

Mi ricordo solo che eravamo tanto ubriachi.

Lo guardo di nuovo e lui si sistema a braccia incrociate dietro la testa, la maglia si alza mostrandomi il suo addome perfetto.

Ha i capelli incasinati più del solito e il suo profumo ha inondato la stanza ''come hai detto?'' gracchio cercando di sistemarmi la spallina della canotta ''che mi stavi sbavando sulla spalla..'' alzo lo sguardo su di lui ''... ormai abbiamo capito chi è il figo qua. Però addirittura sbavare per me mentre dormi'' roteo gli occhi ''se sbavavo era perché probabilmente mi stavo sognando'' ridiamo e prima che possa muovermi, mi agguanta, facendomi distendere accanto a lui.

Perché accidenti abbiamo dormito di nuovo insieme? Ormai con lui ho rotto tutte le mie dannate regole che mi ero imposta di rispettare.

Mi osserva ''lo sai che ieri sera non abbiamo fatto sesso?'' mi dice sorpreso ed io annuisco ancora più sorpresa ''già... non mi era mai capitato prima'' dico sorpresa a mia volta ''se vuoi recuperiamo subito. Iniziamo bene la giornata'' la sua mano risale languidamente il mio profilo per fermarsi sopra il mio seno destro.

Lo guardo furba ''devo andare a lezione'' gli tolgo la mano per poi posarla in mezzo al cavallo dei suoi pantaloni ''mi dispiace'' dico ridendo per il suo sguardo da cucciolo.

''che abbiamo fatto ieri sera allora?'' mi domanda mentre io scendo dal letto, dandomi una sistemata. Non so neanche che ore sono.

Penso prima di rispondere alla sua domanda... perché se di ieri ho tutti pensieri sfumati, quello che mi ricordo alla grande e perfettamente è il modo in cui ci siamo sbaciucchiati e abbracciati e... sospiro silenziosamente. Ci siamo coccolati tutta la sera.

Come due stupidi piccioncini.

E piuttosto mi taglio la lingua ma non pronuncerò mai a Trevis la frase ''ci siamo fatti le coccole'' mi viene da ridere solo a pensare alla sua reazione.

Però... dio, però com'è stato.... BELLO. Lo urlo dentro di me.

Perché quella strana sensazione di calore al petto non è affatto passata.

Ed io sono terrorizzata.

Lo guardo ''mmmh non ricordo sinceramente. Forse.. forse ci siamo addormentati ubriachi?'' i suoi occhi mi inchiodano per qualche istante, mentre mi fissa al di là del letto.

È come se lui sapesse esattamente cosa accidenti è successo ieri sera, ma non voglia dirlo ''può darsi. Avevamo bevuto parecchio... a che ore hai lezione?'' ''tra un paio d'ore...'' guardo il telefono ''devo passare da casa a darmi una sistemata. Tu che fai nel frattempo?'' mi guarda come se fossi scema ''vengo con te?''.

Il mio sguardo dice tutto.

In casa mia non è mai entrato mezzo ragazzo, escludendo Mirco... perché è Mirco.

Ma in generale non ho mai portato a casa nessuno: solo l'idea di portarci lui mi fa andare in agitazione.

Però forse a quest'ora non c'è nessuno? Saranno andati tutti a lavorare.

Annuisco ''ok, ti aspetto in cucina mentre preparo il caffè'' ''mi cambio e arrivo'' gli passo accanto e lui mi ferma prima che apra la porta ''un bacio me lo dai?'' me lo dice in un modo e con un'espressione, che probabile gli darei anche mia nonna.

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