Capitolo 27

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Arrivo davanti a casa dei ragazzi dopo venti minuti di camminata e durante il percorso più volte mi sono ritrovata a fare marcia indietro: senza spiegarmi il perché. La mia solita sicurezza sembra svanita e mano a mano che accorcio le distanze con lui, il mio corpo inizia a tremare. Vorrei quasi presentarmi ubriaca, perché riuscirei a gestire meglio tutta l'agitazione.

In questo momento non mi riconosco, non mi sembro io.

E quando, suonato il campanello, la porta di casa si spalanca, mostrandomi Trevis con addosso una t shirt nera aderente e dei jeans strappati, quasi non sbavo sullo zerbino.

Devo darmi assolutamente un contegno.

''ciao di nuovo'' mi saluta, appoggiandosi allo stipite della porta e ovviamente radiografandomi senza vergogna: sarebbe capace di farmi sentire nuda anche con dieci strati di vestiti.

''ciao Trevis...posso entrare o devi continuare a fissarmi come un maniaco?'' mi sorride divertito ''entra, posso continuare a fissarti come un maniaco in cucina'' ''sei proprio un masturbatore seriale'' ride di nuovo ''ogni volta che lo dici, poi mi ritrovo a ridere come un coglione da solo per una mezz'ora buona'' mi volto a guardarlo e lo trovo a fissarmi spudoratamente il culo.

È imbarazzante anche per me.

Mi schiarisco la voce e lui alza subito lo sguardo ''carino il vestito'' poi si dirige verso la cucina ''grazie... anche la tua ehm... t shirt è carina'' scuote la testa ''la differenza la faccio io bellezza, ora.. che vuoi mangiare?'' batte le mani insieme ed io mi siedo ''scusa mi hai minacciato per farmi venire qua e ora non sai neanche cosa cucinarmi?'' sbotto fingendomi indignata ''sei tu l'italiana tra i due, cucini sicuro meglio di me'' ''su questo non ci sono dubbi'' mi alzo per poi aprire la dispensa: vorrei mettermi a piangere.

Non c'è un bel niente.

Lo fisso ''di cosa vi nutrite voi cinque? La dispensa è vuota'' guarda anche lui ''di solito è Nathalie che ci aiuta a non morire di fame, facendo la spesa... ma questa settimana si deve essere dimenticata di noi'' sbatto gli occhi ''ok, vediamo sul congelatore cosa riusciamo a racimolare'' mi sposto e lo sento seguirmi come un falco.

Poi, fa la domanda della giornata ''ma tu sculetti così per natura o hai fatto qualche corso specifico?'' mi volto a guardarlo ''sei serio?'' mi guarda seriamente ''no perché hai un modo di farlo che mi confonde, il che è preoccupante.. cazzo, non mi era mai successo prima'' ci ragiona ed io torno a a guardare dentro il freezer trovando miracolosamente delle pizze surgelata ''miracolo! C'è della pizza!'' tiro fuor di scatto i due dischi gelati e lo colpisco in faccia.

Lo guardo mentre si massaggia il naso, per poi scoppiare a ridere ''dio, scusami... ti ho fatto male?'' tira fuori il suo solito sorriso da diavolo ''tanto. Mi servirebbe proprio un bacio qua'' si indica la parte accanto alla bocca ed io scuoto la testa ''non ci penso neanche. Cuciniamo queste pizze che io ho fame''.

''quindi in ventitre anni di vita hai già cambiato tre moto?'' gli domando allucinata mentre do un morso al mio pessimo trancio di pizza: il pranzo non è dei migliori, ma devo dire che in sua presenza non è affatto male.

Trevis non è solo il classico belloccio che se la tira, è qualcosa di più: è simpatico, sveglio e intelligente. Oltre che una persona culturalmente ricca e di cui ci puoi parlare di tutto... non è mai scontato in niente. E non mento se dico che questa cosa mi ha sorpreso...pensavo fosse un tipo più banale.

''già, tre moto. Due rovinate a causa di brutte cadute e l'ultima è quella che vedi'' ''ripeto, mi piacerebbe guidarla'' ''ripeto, anche a me piacerebbe farti tante cose, ma non me lo permetti'' tossisco e lui mi batte divertito la mano sulla schiena ''ehi non morire proprio adesso'' rido e bevo un goccio di coca ''ho sempre avuto la passione per le moto... mio padre ne aveva una, poi mia madre si è stancata di andargli dietro ed ora è rilegata in garage. È un harley vintage bellissima'' ''beh, non male già dal nome... tua mamma è come te?'' ''mia mamma è l'anti me... ci assomigliamo fisicamente, per il resto siamo caratteri opposti. Mio fratello invece, pur se più piccolo, ha preso il carattere di mia madre'' ''sei molto legata a loro...si sente'' mi sorride dolcemente ed io annuisco ''sì, anche se spesso litighiamo con mia mamma. Lei vorrebbe che mi trovassi un ragazzo come piacciono a lei'' ''e come piacciono a lei?'' mi domanda incuriosito ed io lo rigiro la pizza sul piatto ''hai presente Marco?'' annuisce ed io sbotto ''ecco, un tipo come lui'' si schiarisce la voce, per poi deglutire.

Parlami di teWhere stories live. Discover now