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Jungkook


Si passò una mano tra i capelli per calmare il nervosismo e l'ansia che sentiva essersi annidata alla bocca dello stomaco, mentre Taehyung se ne stava seduto a braccia conserte davanti la finestra, in una muta e fissa contemplazione del nulla. Non ne aveva voluto sapere di sedersi al suo fianco e fronteggiare i suoi amici, ma si era impuntato di starsene in disparte ad ascoltare.

Una parola, fin dal momento del loro arrivo -avvenuto mano nella mano con Taehyung ad occhi bassi come a guardarsi i piedi- non era ancora stata pronunciata. 

Da nessuno.

In realtà, sembrava che l'unico a voler iniziare quella discussione per fare almeno il punto della situazione fosse proprio Jungkook, che non vedeva l'ora di capirci qualcosa di più. Alle sue domande fatte a Taehyung mentre gli asciugava i capelli o mentre gli porgeva i vestiti, l'altro aveva risposto con un laconico «Te lo dirò appena saremo tutti. Così magari eviteremo di ripeterlo mille volte». Jungkook aveva alzato gli occhi al cielo alla cocciutaggine della sua metà e aveva lasciato perdere poco dopo, sentendosi libero di starsene imbronciato tutto il tempo.

Eccezionalmente, anche Jin era stato invitato a partecipare a quell'incontro -non che ci fosse qualche possibilità di estrometterlo, comunque- e Jungkook pensò che forse era meglio che in quel momento Taehyung non li potesse vedere.

Le loro espressioni erano una peggiore dell'altra, tutti i volti erano maschere di preoccupazione e rabbia, ansia e angoscia, e ciò gettava ancora un'altra gigantesca ombra sulle loro teste.

«Allora, direi che è il momento di iniziare, a meno che non vogliamo starcene qui a fare le belle statuine» sbuffò Jungkook, pizzicandosi la punta del naso.

Jimin sobbalzò all'udire quella voce così poco da Jungkook e più da alpha, ma annuì velocemente sistemandosi sulla sedia tutto intento a distruggersi il labbro inferiore. Hoseok, al suo fianco, non riusciva a togliere gli occhi di dosso dalla schiena di Taehyung con un'apprensione che gli faceva venire voglia di urlare.

«L'attacco di ieri non era un attacco previsto in senso stretto; sono convinto che abbiano attaccato solo perchè Kim è stato provocato da Taehyung. Il loro metodo di attacco era scoordinato e confuso, il numero di lupi decisamente inferiore al nostro ha rimarcato tale sensazione. Sia io e che Taehyung siamo molto soddisfatti di come il branco ha reagito e della prontezza che abbiamo avuto». 

Namjoon annuì, perfettamente concorde con ciò che Jungkook aveva affermato. Ma Yoongi, al contrario, indurì solamente la sua espressione senza dire una parola. 

 «Per adesso, oltre l'ovvio, mi preme parlarvi di un qualcosa che è successo. Non tutti voi erano presenti alla battaglia, e nessuno ha assistito a ciò che è avvenuto dopo che Taehyung ha dato l'ordine di ritiro dietro il quartier generale» iniziò Jungkook, guardando prima verso Hoseok, e poi verso il resto, tutti tesi come corde di violino, «Taehyung è stato ferito da un'arma che personalmente non avevo mai visto e di cui non avevo mai sentito parlare. Il colpo era destinato a me, ma è stato Taehyung a ferirsi per salvarmi» continuò, incrociando le mani davanti il viso per non far notare quanto il suo viso fosse tirato e la sua mascella contratta.

«Perdonami Jungkook, ma prima di addentrarci in quest'altro argomento, mi preme sapere che cazzo è successo sul campo. Cosa diavolo sono quelle saette? Perché ogni volta che siamo in battaglia finisce sempre con qualche fulmine che rischia di abbrustolirci il culo?» proruppe dal nulla Yoongi, lo sguardo irritato e fisso su di lui conteneva molte più emozioni di quanto Jungkook si immaginasse. 

«E quell'arma? Io non ho mai visto nulla del genere prima» sussurrò incredulo Namjoon, aggrottando le sopracciglia per puntare l'arma che giaceva in un angolo dell'ufficio, mezza distrutta grazie alle fauci di Jungkook. 

Blind Sight [TaeKook]✔︎Where stories live. Discover now