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Taehyung 



«Finalmente ti sei svegliato, Taehyung».

Il mondo di Taehyung, teso e vorticante per quello stordimento, si bloccò bruscamente.

I polmoni smisero di dilatarsi, le narici di filtrare l'aria.

La bocca si era prosciugata, la gola si era stretta.

Le mani, tenute legate e bloccate, si strinsero in un pugno mentre, ad occhi chiusi, digrignò i denti con tale forza da poterli rompere. 

Un ruggito, direttamente partito dalla sua testa, lo colse di sorpresa. 

V. 

Da quando aveva avuto l'incidente, V era caduto in un mutismo difficile da sciogliere, lasciando alla sua parte umana lo spazio necessario a riprendersi. Adesso, all'udire quella voce ed il suo nome richiamato in quel modo da lui sapeva chi, era riemerso da non sapeva neanche dove e premeva per prendere il controllo e liberarsi. 

Taehyung non rispose alla risatina che arrivò alle sue orecchie attente, ma sentì perfettamente il passo pesante e cadenzato avvicinarsi, così come quell'odore di terriccio ed erba arrivargli selvatico alle narici. 

Quell'odore schifosamente familiare gli fece accartocciare lo stomaco per il disgusto e sentì la bile salirgli in gola, la voglia di vomitargli letteralmente addosso farsi persistente e ingombrante. Ingoiò pesantemente stringendo le labbra in una linea dura, imponendosi di non emettere nessun suono per dargli soddisfazione, trattenendo l'impulso di ringhiare sommessamente verso quell'alpha.

Verso quello che era stato suo padre.

Percepì, oltre quell'inutile essere, anche altri due lupi -possibilmente alpha, visto quanto suo padre amasse la categoria- e il riecheggiare dei passi si fermò proprio a pochi passi da lui.

Patetici.

Solo così potevano essere effettivamente definiti quei tre lupi. Non erano nemmeno degni di essere considerati alpha. 

Chi seguiva quel pazzo sadico di Kim, non poteva sicuramente essere considerato anche solo degno di appartenere a quel mondo. 

«Il gatto ti ha forse mangiato la lingua, figliolo? O forse essere un finocchio ti ha insegnato come startene finalmente al tuo posto, a capo chino e pronto a prenderlo nel culo come una femminuccia?».

Il tono fintamente cordiale e terribilmente irritante -simile a quello delle unghie sul muro- ferì i suoi timpani, e Taehyung mostrò i denti, il corpo scosso da un tremito di nervosismo.

Un'irrefrenabile ringhio appena accennato gli uscì dalle labbra schiuse per quelle parole, vibrandogli nel petto e risuonando come un avvertimento.

Ma la sua reazione non era dovuta di certo all'insinuazione di prenderlo nel culo.

«Non ti azzardare a chiamarmi in quel modo deplorevole. Sono legato a te solo biologicamente, non sei mai stato mio padre. Non illuderti di poterti considerare tale» rispose con voce tagliente, sentendo già la pressione sulle gengive per le zanne che, era sicuro, gli sarebbero spuntate a breve.

Ho un'immensa voglia di strappargli le corde vocali e farci dei lacci per le scarpe ruggì V, con palese e persistente irritazione. Taehyung poteva sentirne la rabbia tentare di prendere il sopravvento, ma non voleva perdere di nuovo il contatto con la realtà. Era rimasto più di due giorni nell'incoscienza, non aveva mai sentito nulla se non un ago conficcarsi sul suo collo e metterlo fuori uso neanche fosse un fantoccio.

Blind Sight [TaeKook]✔︎Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ