[8]

2.7K 204 53
                                    

Namjoon


«Jinnie, amore, vuoi che ti faccia una camomilla?». Namjoon gli carezzò leggermente la schiena e modulò la voce così da renderla bassa e tranquilla, con una punta di incoraggiamento ad accettare la sua offerta. Aveva provato ad offrirgli di tutto, dal tè cinese all'infuso di rosa e gelsomino, arrivando perfino ad andare nella drogheria più vicina e ritornare con dieci confezioni diverse di tè ed infusi.

Da due giorni il suo Jinnie non era lo stesso, non solo caratterialmente -cambiava umore con la stessa velocità con cui Namjoon scansava i bicchieri o le bottiglie che gli lanciava quando si arrabbiava anche solamente perchè aveva sbadigliato- ma anche fisicamente. 

Sembrava una specie di zombie, il cui rimorso e senso di colpa si alternavano a pianti isterici e singhiozzi soffocati contro il suo petto o contro il cuscino.

E in quel momento, nel caldo giaciglio che era il loro letto, il suo Jinnie se ne stava rannicchiato a fissarsi le mani, incrinandogli il cuore. Avrebbe pagato qualsiasi cosa per avere lo stesso Jin di prima che gli faceva trovare i suoi calzini usati sul cuscino quando li lasciava in giro, o quello che si faceva trovare cosparso di panna sul letto per poi rimproverarlo per aver fatto un casino con le lenzuola.

Jin, come prevedibile, scosse la testa ed i capelli lilla dai riflessi azzurri si mossero appena.

«Jinnie, vieni qui. Amore» sospirò allora l'alpha, attirandolo a sé per cullarlo al suo petto. Le braccia forti di Namjoon si avvolsero al corpo morbido e profumato di Jin, che affondò il viso nel suo petto, trovando conforto nel calore e in quel profumo familiare che ormai ricercava come si ricercava la pioggia durante i periodi di siccità.

Namjoon gli poggiò il mento sul capo e prese a disegnare piccoli cerchietti concentrici sulla parte bassa della sua schiena, dove vi erano le deliziose fossette di venere di Jin -per cui aveva un segreto (e mica tanto) debole- in un tentativo di dargli conforto. Gli baciò il capo e affondò il naso tra i suoi capelli. 

Era l'uomo più fortunato del mondo. Non sapeva come altro definirsi da quando aveva scoperto che Jin era la sua metà. Non lo avrebbe cambiato neanche se gli avessero offerto l'eternità.

«E' stata colpa mia, Nam. Jungkook dovrebbe odiarmi per questo, non controllare che stia bene» disse con voce soffocata l'omega, arrotolandosi su di lui come un gatto. Si fece ancora più piccolo per far sì che le braccia di Namjoon fossero ovunque e avvolte attorno a lui, l'unica persona che riusciva a placare le pene del suo cuore.

Namjoon portò una mano sotto il suo mento solo per fargli alzare il capo, specchiandosi negli occhi tristi e luminosi della sua metà. Nonostante gli occhi leggermente arrossati, la punta del naso rossa e le labbra gonfie dai morsi, era comunque lo spettacolo più bello che il mondo gli avesse mai offerto. 

Carezzò con il pollice la pelle di Jin e gli diede un bacio sulla fronte.

«Non devi dire così. Non hai fatto nulla di male, hai cercato di calmare gli animi. Nessuno meglio di te conosce Taehyung, hai fatto quello che un buon amico fa. Non è stato sbagliato, nessuno poteva immaginarsi che fossero pronti ad approfittare di un momento del genere» gli sussurrò Namjoon, fissando l'omega negli occhi con sguardo serio ed amorevole. 

Sperava che Jin trovasse conforto anche nelle sue parole, e gli diede un altro bacio, stavolta sulla punta del naso.

L'odore di vaniglia, cocco e latte, per qualche motivo ancora più intenso di quanto ricordasse, lo avvolgeva completamente, placando solo in parte la sua preoccupazione per gli eventi di pochi giorni prima.

Jimin era il suo amico d'infanzia, ed insieme a Jungkook erano praticamente come fratelli. Saperlo nelle mani di quelli lì era un attentato alla sua solita calma e pacatezza, e la sua preoccupazione continuava ad aumentare anche per lo stato in cui Jin verteva, non riuscendosi a risollevare con la stessa forza di quanto avesse fatto il passato.

Blind Sight [TaeKook]✔︎Where stories live. Discover now