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ADV: contenuti sessuali espliciti.




Taehyung



Correre.

Doveva correre.

Doveva muoversi, sbrigarsi, arrivare al quartier generale quanto prima possibile.

Il pensiero martellante, assillante e onnipresente di Jungkook andato in calore proprio nel momento in cui lui non poteva essere fisicamente presente per combattere e guidare il branco, gli aveva messo addosso nervosismo e irritazione, tanto che bastava anche solo un'occhiata dalla vaga interpretazione per farlo scattare.

Provava un'immensa irritazione per sé stesso e per non esserci nel momento del bisogno, come accadeva ogni fottutissima volta in cui Jungkook aveva bisogno di lui.

Con quell'umore e quei pensieri, tutti i buoni propositi di contenimento e razionalità, insieme alla convinzione di non dover effettivamente radere al suolo il branco nemico si erano quasi dissolti, evaporati, completamente sfumati per lasciare dietro di sé solo l'ardente necessità di essere con la sua metà.

Non ne percepiva -ovviamente- tutte le sensazioni per ovvi motivi, ma sentiva chiaramente quanto il suo omega necessitasse della sua presenza, come l'ansia, la paura, l'eccitazione e il bisogno si aggiungessero alla sua inquietudine e alla sua rabbia, fondendosi e facendo sì che gli esplodessero dentro con la forza di un termostato.

Aveva combattuto contro il suo istinto con le unghie e con i denti per rimanere il buon leader che sentiva di voler essere, quindi aveva applicato su sé stesso violenza quasi fisica per non correre via non appena anche l'ultima vita era stata stroncata e l'ultimo lupo abbattuto. Non aveva urlato troppo duramente al branco, non aveva fatto a pezzi nessuno più del necessario né aveva lasciato indietro la sua famiglia accelerando il passo per arrivare più in fretta.

Stavano correndo a ritmo sostenuto già da un bel pezzo però, e non era giusto -diamine se lo sapeva- ma non poteva distogliere ancora l'attenzione dalla sua ossessione nel dover ricoprire un altro ruolo importante tanto quello del leader: il suo ruolo di metà.

Jungkook stava male e lui doveva esserci. Lui doveva raggiungerlo.

Sapeva perfettamente che il calore che lo aveva colpito non sarebbe stato come quello di un qualsiasi altro omega, i cui effetti potevano essere attutiti da soppressori e i sintomi placati da tutti i rimedi che Onew e Jin avevano adottato durante i loro periodi di fertilità.

Aveva provato a collegarsi mentalmente con Jungkook, a parlargli per sincerarsi che non stesse troppo male, ma aveva capito fin da subito che non era una buona idea.

No, non lo era.

Per niente.

Perché quelle volte che il mormorare supplicante di Jungkook gli aveva invaso il cervello stordendolo, allora la tentazione di scappare via dal campo per tornare indietro diventava sempre più insostenibile fino ad obbligarlo ad ordinare a Yoongi e Namjoon di colpirlo, dargli delle testate direttamente sulle costole per spingerlo a distogliere l'attenzione da tutto quello che era troppo anche per il suo autocontrollo.

E contro ogni sua immaginazione, valeva lo stesso anche per V.

Per questo nel momento in cui il panorama boscoso divenne familiare e confortante, gettò il capo all'indietro per ululare al giorno, per ululare la loro vittoria, per ululare a Jungkook che lui c'era.

Blind Sight [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora