1. TAYLOR

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La mora spalmata sulle mie ginocchia si dimena ancora, palesandomi le sue intenzioni per l'ennesima volta nel giro di pochi secondi.

«Che noia» sospira in modo teatrale, girandosi verso di me e portando la sua bocca ad un centimetro dalla mia «Questa serata è uno schifo» afferma sottovoce «Se spostassimo la festa da te?» le sue labbra si muovono sulle mie in modo ipnotico «Quello che ho in mente ti piacerebbe molto di più di startene qui seduto a bere birra scadente»

Non serve che aggiunga altro per sapere che ha assolutamente ragione. D'altronde è solo giovedì sera, e il grosso della clientela viene principalmente nel fine settimana, quando non ci sono lezioni all'università.

Il Red Ink ha la fortuna di trovarsi solo a pochi chilometri dalla Briar University, College che frequento ormai da tre anni, quindi è popolato principalmente da studenti.

Ad eccezione dei cinquantenni solitari, ovvio. Quelli vengono per lo più durante la settimana, e preferiscono starsene al bancone ad importunare i baristi con le loro chiacchiere.

A parte quello, non è poi così male come posto. Non che sia un Bar particolarmente grande o altro, ma l'alcool è decente e la musica ascoltabile, ed è molto comodo nel caso fossi ubriaco e dovessi tornare al dormitorio a piedi. Cosa che per inciso, mi è capitata parecchie volte.

Grazie al cielo, ho i miei migliori amici.
Luke, Jace e Dean si sono trovati in quella stessa situazione tante volte quanto me, e tra quattro teste, siamo sempre riusciti a tornare a casa sani e salvi. Anche se spesso ammaccati.

Il che non è un problema, visto lo sport che pratichiamo. L'hockey ti insegna fin da piccolo a convivere con i lividi sul di dietro, quindi cosa vuoi che sia aggiungerne qualcuno alla collezione?

«Credo che sia un'ottima idea» bisbiglio sulla bocca di Kristal.

La mora mi rivolge un sorrisetto compiaciuto, tracciando con le dita un percorso lungo il mio collo, per poi scendere verso il petto «In effetti mi sto annoi...» smetto di parlare quando la mia attenzione viene dirottata verso il bancone del bar, dove una testa di capelli rosso irlandese si gira per salutare il collega.

«Devo andare» dichiaro subito, aiutando frettolosamente Kristal a scendere dal mio grembo e alzandomi in piedi.

«Andiamo da te?» chiede confusa, alzandosi a sua volta dal divanetto e parandomisi davanti.

Le sorrido cordialmente, pensando ad un modo carino per liberarmi di lei «No, scusa... Mi è venuto in mente che devo assolutamente fare una cosa» mento, cercando di sembrare sincero.

So che non la conosco, e se volessi potrei scaricarla in un secondo, ma anche dopo tutte le ragazze con cui sono stato, a volte anche più di una nello stesso momento, non mi piace trattarle male. Ci usiamo a vicenda per divertirci un po'? Certo.
Ma non è detto che debba per forza fare lo stronzo.

«Ma credevo che..»

Mentre parla il mio sguardo rimane puntato verso il bancone, e improvvisamente non sento più nulla. Sono troppo impegnato a guardare Haiely che si toglie il grembiule... Si mette la giacca... e se ne va.

«Scusa» interrompo Kristal bruscamente, oltrepassandola e dirigendomi a passo svelto verso la porta.

Quando prima ho scommesso con Jace che sarei riuscito a baciarla entro la fine della serata, non immaginavo che avrei avuto così poco tempo a disposizione. E neanche che quella mora sexy e formosa venisse da me, distraendomi a tal punto da farmi dimenticare l'obbiettivo.

Jace era così convinto che non ce l'avrei mai fatta che è stato così stupido da scommettersi la sua mazza da hockey preferita, firmata da Crosby in persona.

PROVA A RESISTERMIWhere stories live. Discover now