17. TAYLOR

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La spalla di un attaccante di Yale si scontra contro la mia, nel tentativo di buttarmi giù.
Non ricordo il nome di questo stronzo, forse una cosa tipo Dustin, o Dexter o... beh, non mi importa quale sia il suo nome. Mi sta facendo girare le palle.
È la terza volta che tenta questa mossa e l'arbitro sembra essere totalmente cieco.

«Duncan!» grida un suo compagno più avanti, attirando la sua attenzione.

Si chiama così quindi. Bene.

Slitto velocemente al suo fianco e guardo a bordo pista, assicurandomi che il coach e l'arbitro non stiano guardando.

«Ciao Duncan» ringhio tra i denti, riportando la sua attenzione su di me «Addio Duncan!»

Facendo leva sulla punta del pattino mi butto addosso a lui, e il tonfo che emette il suo sedere sul ghiaccio mi regala un sorriso a piena dentatura.

Per quanto vorrei farlo, non mi fermo a contemplare la scena neanche per un momento. La partita non è finita, e se vogliono giocare sporco ho intenzione di accontentarli.

Scarto a destra e a sinistra, insinuandomi nella loro difesa come abbiamo stabilito negli schemi. Tutto intorno a me è caos e pace allo stesso tempo, e io sono del tutto nel mio elemento.

Arrivato nel punto giusto Luke cerca il mio sguardo sotto il casco, determinato e agguerrito come il mio, e ci capiamo subito. Con una finta si sposta verso la sua destra, evitando un difensore della stazza di un orco e lanciandomi il disco, che arriva perfettamente dove volevo.

Ruoto la mazza di qualche grado e pattino più veloce della luce contro la porta, così veloce che per un momento credo di prendere il volo.

Non vedendomi rallentare il loro portiere mi lancia uno sguardo confuso a cui io rispondo con un sorriso, appena prima di fermarmi di colpo e spedire il disco tra le sue gambe. E dritto dentro la rete.

I ragazzi esultano a squarciagola e nel giro di un secondo mi ritrovo sommerso dai loro corpi sudati e coperti di imbottiture. Più che un abbraccio sembra che mi stiano picchiando, o almeno quella è la sensazione, ma non importa.

C'è un non so che di catartico in questi momenti che vorrei non finissero mai.

Il fischio dell'arbitro mette fine alla partita, e tra le grida di esultanza, ci trasferiamo negli spogliatoi.




Una volta puliti e sistemati usciamo dal palazzetto tutti insieme. Mentre l'autobus della squadra di Yale si allontana, le persone nel parcheggio si avvicinano a noi. Vedo Allie correre da Luke e saltargli in braccio, facendogli cadere il borsone che teneva in mano. Ma a lui non sembra importare un bel niente mentre ricambia il bacio e la stringe come se fosse la sua unica ragione di vita.

Anche Jessie e Dean si stanno baciando, e Jace parla con una ragazza che non ho mai visto vicino a una macchina.

«Bella partita» una voce alla mia sinistra mi fa voltare di scatto «Non ne avevo mai vista una»

Hailey mi squadra con la testa inclinata leggermente di lato, gli occhi verdi grandi come due biglie color smeraldo.

«Davvero?»

Mi rendo conto che mi ha appena rivelato una verità su di lei che non sapevo, e gli angoli della mia bocca si sollevano appena.

Lei annuisce piano e prende a guardarsi le punte degli anfibi. L'imbarazzo tra di noi è alle stelle e la tensione si potrebbe tagliare con un coltello.

PROVA A RESISTERMIWhere stories live. Discover now