28. HAILEY

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Oggi fa caldo.

Ormai siamo a dicembre inoltrato, e la temperatura non sembra voler scendere a patti con questo semplice dato di fatto.
Un giorno c'è talmente freddo da obbligarmi a mettere quattro strati di maglia, e quello successivo posso girare tranquillamente in felpa senza rischiare di morire congelata. Immagino che questo sia il vero significato del surriscaldamento globale.

Mi fermo nel bel mezzo della piazza centrale del Campus per aprirmi la felpa, e nel breve tempo della mia sosta, un individuo biondo e fastidioso coglie l'occasione per importunarmi.

«Ei splendore» è chiaro dal suo tono che lo dica con ironia, ma Dio mio, questi ragazzi sembrano avere una vera e propria ossessione per i nomignoli «Che ci fai qui?»

Lo guardo accigliata, incerta sul motivo della sua apparizione «Ci vivo?» rispondo sarcastica.

Jace sbuffa, scuotendo la testa e guardandosi intorno. È ovvio che io e Jace non ci piacciamo per niente, quindi sono piuttosto certa che non sprecherebbe un secondo del suo tempo per parlarmi, se non lo ritenesse necessario.

Non sentendolo replicare, aggrotto le sopracciglia e vado dritta al punto «Cosa vuoi Jace?»

«Devo per forza volere qualcosa per passare un po' di tempo con una ragazza così simpatica?» chiede con un sorrisetto falso. Gli lancio un'occhiataccia, a mo' di risposta, e lui finalmente si decide a parlare «Senti, te lo chiederò senza peli sulla lingua» come se di solito ne avesse «Cosa diavolo hai fatto al mio amico?»

Non serve che faccia il nome di Taylor per capire che sta parlando di lui.

«Scusami?»

«Scuse non accettate» ribatte piccato, guadagnandosi un'altro sguardo di fuoco «È ovvio che gli hai fatto qualcosa, quindi tanto vale dirmelo» il suo tono è accusatorio, come se cercasse disperatamente una spiegazione ad un quesito esistenziale «Ultimamente ha la testa altrove, e per quanto io lo creda assurdo, penso proprio che abbia a che fare con te»

Ignoro il piccolo sfarfallio del mio cuore al pensiero di essere la causa della sua distrazione, e mi sforzo di rimanere impassibile.

«Io non gli ho fatto proprio un bel niente!» sospiro infastidita, incrociando le braccia al petto nel tentativo di placare la mia voglia di colpirlo «Cosa credi, che abbia costruito una bambolina piena di spilli per fare riti Wodoo e impadronirmi della sua anima per sempre?»

Jace mi guarda con una smorfia accusatoria «In effetti, ho sempre sospettato che fossi una strega» afferma, stringendosi nelle spalle.

Lo guardo, ancora più scioccata di prima «Quale cavolo è il tuo problema?» chiedo, rivolgendogli un ghigno compiaciuto «A parte quelli evidenti»

«Il mio problema» Jace sembra sul punto di scoppiare, e in un altro contesto la cosa mi farebbe morire dal ridere «È che il mio migliore amico sembra vivere su un altro pianeta, e quando cerco di chiedergli spiegazioni non vuole dirmi niente» spiega frustrato «E lui di solito mi dice tutto

Lascio che un sorriso malefico s'impossessi della mia faccia «Ohh, adesso capisco» dichiaro, come se avessi appena avuto l'illuminazione del secolo «Credo che dovreste andare da un terapista di coppia, vi farebbe bene» mi picchietto un dito sulle labbra con aria pensosa «In ogni caso, non è un problema mio»

Potrei giurare di vedere del fumo uscire dalle orecchie di Jace, ma proprio quando sta per rispondere con un'altra delle sue stupide accuse, una lunga chioma dorata si materializza al mio fianco.

«Hailey, ti stavo cercando!»

Alex mi prende sottobraccio, come se temesse che stia per fare qualcosa di incredibilmente avventato. Per esempio tirare un bel destro su quel naso fastidiosamente perfetto.

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