10. HAILEY

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«Incredibile» Ryan sgrana gli occhi, sciacquando uno degli ultimi bicchieri rimasti nel lavello «È rimasto davvero là fuori tutto questo tempo?»

Seguo il suo sguardo fino alla porta trasparente del Bar, oltre la quale si trova il ragazzo alto e muscoloso che mi tormenta da giorni. Se ne sta appoggiato al muretto con il telefono tra le mani e le labbra arricciate in un'espressione assorta. Nonostante rappresenti una vera e propria spina nel fianco, devo ammettere che è davvero sexy. Tutto dalla sua postura alla sua attitudine trasuda fascino. E sarei falsa a fingere che non mi faccia alcun effetto.

«A quanto pare» affermo, distolgiendo lo sguardo da lui e concentrandomi a ripulire la mia postazione. Una volta finito, saluto il mio collega senza troppe cerimonie e afferro il mio chiodo di pelle. Otto ore passate qui dentro credo siano più che sufficienti.

Quando esco e raggiungo Taylor, lo trovo di spalle.

«Non capisco»

Le mie parole lo fanno voltare di scatto, e lo vedo infilarsi velocemente il telefono in tasca prima di sorridermi.
Non mi sfugge il velo di preoccupazione che cancella nello stesso attimo in cui incontra i miei occhi.

«Cosa?»

Decido di non fargli domande, nonostante la mia curiosità, e mi stringo nelle spalle «Non capisco se tu abbia aspettato due ore e mezza qui fuori solo per dimostrare qualcosa a qualcuno, o se semplicemente non sai accettare un no come risposta»

Invece di offendersi, il suo sorriso prende la solita piega maliziosa che lo contraddistingue «Una cosa non deve per forza escludere l'altra»

Alzo gli occhi al cielo e comincio a camminare verso casa, sentendo i suoi passi raggiungermi subito dopo. La sua figura affianca la mia nel giro di mezzo secondo.

«Allora io stavo pensando che John non può essere il padre di Elena» dichiara ad alta voce «Non ha senso dai»

Sento il suo sguardo perforarmi la tempia in attesa di qualche risposta. Che però non arriverà.
Dopo un discreto quantitativo di silenzio percepisco che la sua bocca sta per aprirsi di nuovo, e decido di fermarlo subito.

«Non ho intenzione di dirti niente» dichiaro, alzando una mano nella sua direzione «Detesto gli spoiler, sia farli che riceverli» affermo «Perciò fammi un favore e smettila di provarci Taylor»

Segue un momento di silenzio, prima che lui risponda.

«D'accordo, posso accattarlo» 

Alzo un sopracciglio, girandomi a guardarlo «Sul serio?»

«Certo» dichiara, prima di continuare «Cioè, non lo capisco ma... posso accettarlo. Credo»

«Adesso sì che mi sorprendi»

«Se avessi saputo che bastava così poco per sorprenderti» Taylor si porta una mano al petto in modo teatrale «Avrei mostrato le mie abilità comprensive molto prima»

Mi sfugge una risata lieve, e vedo il suo viso illuminarsi di una strana luce. Come se si stesse sinceramente divertendo.

«E ti dirò di più» aggiunge, mentre sto ancora ridendo «Ho intenzione di farlo di nuovo»

«Cosa?»

«Sorprenderti»

Mi fermo subito e smetto e di ridere, vedendo il suo sguardo farsi più intenso mentre mi osserva.
Sto per chiedergli cosa intenda dire quando le sue labbra si muovono di nuovo. E mi stupiscono per davvero.

«Ti va di uscire stasera?»

Resto immobile per un attimo, cercando di assimilare le sue parole e dargli un senso logico.
In effetti non so perchè io me ne stupisca tanto. È da settimane che me lo ritrovo sempre tra i piedi e il fatto che mi abbia chiesto di uscire non dovrebbe sembrarmi così assurdo.

«Niente di speciale» prosegue Taylor, probabilmente leggendo la risposta nei miei occhi «Stasera i ragazzi sono fuori, e io non ho molta voglia di fare festa in effetti» spiega «Magari potremmo ordinarci una pizza e guardare la tv. Sai, devo iniziare la seconda stagione e credo proprio che mi serva un supporto morale»

Il suo sorriso è diverso da quello che sfoggia di solito. Sembra quasi... sincero?

Normalmente avrei già la risposta pronta, ma stavolta è diverso. C'è qualcosa che mi frena.
Scaccio quella sensazione nel profondo e mi prendo qualche secondo prima di rispondere.

«Grazie per l'offerta Taylor» comincio «Ma devo proprio studiare stasera.. Sono spaventosamente indietro per l'esame di letteratura»

Calcio un sassolino ai miei piedi e accenno un sorriso nella sua direzione. Non so perché io mi senta in colpa. In fondo non siamo amici. Non siamo niente.
Eppure qualcosa mi dice che non è cosi.

«Oh.. non preoccuparti» la sua espressione si incupisce leggermente, prima di tornare alla normalità «Se cambi idea» aggiunge, allungandomi un pezzo di carta accartocciata «Sai dove trovarmi»

Afferro il foglietto e incrocio il suo sguardo in silenzio.

«Certo»

Lo osservo un'ultima volta prima di voltarmi e proseguire verso il dormitorio da sola.



Uscita dall'ascensore del dormitorio, percorro il corridoio fino alla camera 147. La mia stanza.

Faccio per aprire quando mi accorgo della cravatta attorcigliata alla maniglia. Ha dei colori troppo seri per appartenere ad uno studente, ma non è questo l'importante. A darmi sui nervi è il suo significato.
Non posso entrare in camera.

Sbuffo tra me e me, pensando alle alternative.

Potrei studiare fuori, anche se il tempo sembra farsi brutto e tutti i libri che mi servono sono sul mio letto. Oppure potrei andare al bar e fare compagnia a Ryan, ma passo fin troppo tempo lì dentro e non ho decisamente voglia di restarci per le prossime due o tre ore.

Dio, in questo momento vorrei solo ammazzare Lexie.

Mi guardo attorno ancora qualche momento prima di infilare la mano in tasca.

Sbuffo di nuovo mentre inizio a digitare il numero che non avrei mai pensato di usare.

PROVA A RESISTERMIWhere stories live. Discover now