23. TAYLOR

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Ho appena varcato la soglia dell'appartamento, il borsone pronto e caricato in spalle, quando il telefono prende a vibrarmi in tasca.

Mentre scendo le scale, facendole a due a due, premo il tasto verde e me lo porto all'orecchio.

«Pronto?»

Un sospiro familiare mi accoglie all'altro capo del telefono, e lo riconosco subito.

«Chase, ciao» lo saluto, prendendo un respiro eccessivamente profondo «Tutto bene?»

Sono appena tornato da un intero week end a casa mia e già mi chiama? Dev'esserci qualcosa che non va.
Di solito si limita a mandarmi messaggi brevi e concisi o, meglio ancora, lascia che sia Kade a scrivermi per informarmi delle novità.

Ho sempre avuto un rapporto migliore con mio fratello più piccolo, e da quando Chase se n'è andato di casa qualche anno fa, le cose sono solo diventate più fredde tra di noi. Non avevamo idea che avesse una ragazza all'epoca, quindi siamo stati tutti piuttosto sorpresi quando durante la cena di Natale si è presentato con l'annuncio del suo imminente matrimonio.

Non che fosse mai stato un tipo espansivo, o particolarmente propenso a raccontarci i fatti suoi, ma ci aspettavamo di essere messi al corrente di una decisione così importante della sua vita almeno qualche mese prima.

Ad ogni modo, ero felice per lui.
Ma anche triste.

Da quel giorno di due anni fa, siamo rimasti solo io e Kade con la mamma. Per quanto il nostro rapporto non fosse dei migliori, è stato molto difficile vederlo andare via di casa. Soprattutto sapendo che andava incontro ad una nuova vita. Una vita piena di possibilità e un futuro tutto da scrivere.
È stato come vedere qualcuno raggiungere gli obbiettivi che tu stai sognando da una vita.

Esco nel parcheggio e mi avvicino al pick up.

«Uhm sì, tutto ok» mormora, come se non trovasse le parole giuste «La mamma mi ha chiamato stamattina»

«E cosa c'è di strano?»

Mentre parlo ho già buttato il borsone sui sedili posteriori e messo in moto. Faccio retromarcia e mi immetto sulla strada.

Di solito non prendo la macchina per fare la poca strada che separa il mio appartamento dal palazzetto degli allenamenti, ma oggi fa un freddo cane, e non ero proprio in vena di ghiacciarmi il culo.
Quando si dice rimandare l'inevitabile. Tra pochi minuti il mio culo sarà spiaccicato sul ghiaccio in ogni caso.

«Vuole che torniamo a casa per il week end di Natale» taglia corto Chase.

Mi blocco per un attimo.

«Come mai non me l'ha detto ieri?» domando confuso «Ero a casa letteralmente fino a dodici ore fa e non ha nemmeno accennato al discorso»

Per quanto io adori la mamma, tornare a casa è sempre doloroso.

Un miscuglio di emozioni belle e brutte, e che io lo voglia o no, mi sconvolge sempre restare in quel posto più a lungo del dovuto. All'inizio del College tornavo spesso per trascorrere del tempo lì, ma con i mesi ho iniziato ad essere sempre più impegnato, e le visite si sono ridotte drasticamente. La mamma non me ne ha mai fatto una colpa, ma lo leggo sul suo viso quanto gli dispiaccia.

«Stamattina lei e Brenna sono andate a fare colazione insieme» mentre parla di sua moglie posso percepire la sua felicità, e per qualche ragione la cosa mi infastidisce «Hanno elaborato questo piano di festeggiamenti e giochi da tavola che neanche ti dico. Ovviamente siamo richiamati tutti all'appello»

Sbuffo, lasciando passare qualche secondo prima di parlare «Ovviamente» dalla mia voce traspare un po' di fastidio, e mi sforzo di camuffarlo «Vedrò di organizzarmi» dico infine.

PROVA A RESISTERMIWhere stories live. Discover now