57. HAILEY

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«Passami le cannucce» dico ad alta voce, attirando l'attenzione di Ryan mentre mi occupo di rimettere in posizione la schiera di bicchieri, già pronti per le prossime ordinazioni.
Il Bar è quasi vuoto oggi, ma è del tutto normale considerando che è martedì sera.

«Certo» Ryan afferra il contenitore delle cannucce da cocktail e si gira verso di me «Come si dice?»

Alzando gli occhi al cielo, non riesco a trattenere una risata «Per favoreee» cantileno ironica, imitando un segno di supplica «Potresti farmi questo enorme favore mio collega preferito?»

«Oddio» Ryan si porta una mano al petto e una alla fronte, facendo cadere sul pavimento una manciata di cannucce colorate «Non credo di aver mai sentito parole più belle uscire dalla tua bocca» senza smettere di ridere afferro il contenitore dalle sue mani e gli rifilo un pizzicotto, lasciandolo di stucco «Chi sei tu e che ne hai fatto della vera Hailey?»

«Ma smettila» lo rimbecco, sistemando lo shaker al suo posto accanto al lavello.

«Sono serio» dichiara, fermandosi a guardarmi con aria sorpresa «Ad ogni modo, immagino di dover ringraziare Taylor» Ryan si apre in un sorriso sornione «Sembra proprio che abbia trovato il modo di farti sorridere. E ti dona»

Nel sentirlo nominare, mi rabbuio di colpo.
Un alone di malinconia mi avvolge il cuore, e per quanto cerchi di restare positiva non posso fare a meno di provare dolore.

Io e Taylor ci siamo finalmente dichiarati e nel giro di pochissimo tempo sarò già costretta a vederlo andare via.
Aveva ragione lui. Il destino ha un orribile senso dell'umorismo. E non poter fare niente per cambiarlo mi fa sentire così impotente che avrei solo voglia di urlare.

Taylor non ha solo trovato il modo di farmi sorridere. Ha preso il mio cuore e ha rimesso insieme i pezzi. Ha distrutto ogni mia certezza, incasinato la mia vita, ingarbugliato le mie emozioni. Ma soprattutto, mi ha dimostrato che potevo amare ancora. Dovevo solo avere il coraggio di provarci.

«Come mai quella faccia?» Ryan si avvicina, indicandomi il viso come se fossi sporca da qualche parte.

«È la mia solita faccia» ribatto, ignorando il suo sguardo indagatore.

«Fino a qualche mese fa non avrei notato la differenza, è vero» commenta con il sopracciglio alzato «Ma ora è palese che c'è qualcosa che non va» dal modo in cui parla sembra proprio che sia riuscito a leggermi dentro, e mi chiedo come ho fatto a diventare così trasparente agli occhi degli altri «Sputa il rospo» ordina serio.

Con uno sbuffo frustrato mollo quello che stavo facendo e mi giro verso di lui, la mano appoggiata sul bordo del bancone «Taylor se ne va» dichiaro di colpo, provando un senso di sollievo nel liberarmi di quelle parole «Alla fine dell'anno sarà costretto a tornare a casa per dei problemi di famiglia, mentre io rimarrò bloccata qui per i prossimi tre»

Ryan mi osserva, la testa inclinata di lato mentre scruta i miei movimenti nel tentativo di scoprire se ci sia dell'altro.
Lascia passare qualche altro momento di silenzio prima di parlare di nuovo, l'espressione confusa.

«Tutto qui?»

«Che vuoi dire?» Gli chiedo, completamente disorientata dalla sua reazione «Ti sembra una cosa da poco?»

La mia confusione non fa altro che aumentare quando invece di fornirmi una spiegazione, Ryan scoppia a ridere.

«Oh, tesoro» la sua faccia è un misto di divertimento e incredulità quando mi rivolge un'occhiata d'intesa «E ti sembra il tipo che si arrende ad una sfida del genere?»

Non ho il tempo di rispondere che la porta del locale si apre di scatto, e Taylor compare sulla soglia. Come se fosse stato evocato dai nostri discorsi.
I nostri sguardi si incontrano, e nel giro di un secondo Taylor è già davanti a me. Senza fiato e completamente fuori di sé.

PROVA A RESISTERMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora