11. TAYLOR

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«Grazie Skye»
Faccio spazio sul tavolo di fronte a me per i due bicchieri d'acqua e rivolgo alla ragazza un sorriso grato.

Non avevo la minima idea che la mia compagna di corso lavorasse qui, ma in effetti molti studenti che vivono al campus decidono di trovarsi un lavoro nei dintorni. E il Diner assume moltissimi di loro ogni anno.
Essendo uno dei pochi fast food raggiungibili a piedi dal College è sempre affollatissimo.

Bevo un sorso d'acqua e mi guardo intorno, ma di Hailey neanche l'ombra.

Mi chiedo se abbia cambiato idea, e se così fosse, non dovrrei stupirmi più di tanto. Quando mi ha chiamato poco fa, dicendomi che sarebbe venuta, per un attimo ho creduto che mi stesse prendendo per il culo.

Avrei voluto sistemarmi meglio, ma non volevo rischiare che lei arrivasse per prima. Avrebbe di sicuro tagliato la corda se non fossi già stato qui.

Osservo il mio riflesso nel bicchiere d'acqua per sistemarmi il ciuffo che mi ricade sulla fronte, e mentre lo faccio, una sagoma traballante compare accanto alla mia.

«Sapevo che fossi egocentrico, ma qui siamo su un altro livello»

Hailey prende posto di fronte a me, e io ho appena il tempo di assumere un'espressione disinvolta prima che il suo sguardo incontri il mio.

È vestita come poco fa, e mi domando se anche lei come me non abbia avuto il tempo di cambiarsi. In ogni caso, potrebbe anche indossare un sacco della spazzatura che rimarrebbe comunque la persona più sexy del locale.
E la cosa assurda è che non sembra nemmeno rendersene conto.

«Che c'è?» il sopracciglio di Hailey si solleva lentamente «Il gatto ti ha mangiato la lingua?»

"No, ma potresti farlo tu"

Reprimo l'impulso di far uscire queste parole dalla mia bocca e scuoto la testa.

«Sembri nervosa» affermo, accomodandomi meglio sulla sedia con un sorriso ironico «Più del solito intendo»

Se gli sguardi potessero uccidere, ora sarei un mucchio di polvere. Gli occhi verdi di Hailey si stringono, lanciandomi un chiaro avvertimento.

«Attento»

Nessuno dei due accenna a voler interrompere il contatto visivo. La tensione che cresce nell'aria basterebbe ad accendere un fiammifero a chilometri di distanza.

Alla fine, la sfida viene interrotta da Skye, che compare davanti a noi per prendere le ordinazioni.
Ci mettiamo solo due minuti a scegliere, e una volta fatto, la bolla di poco fa sembra ormai scoppiata del tutto.

«Sono curioso, devo ammetterlo» comincio, rompendo il silenzio «Come mai hai accettato di venire?»

Hailey si guarda intorno, come se si stesse chiedendo la stessa cosa.

«Diciamo che la mia stanza al momento è off limits» racconta, prima di bere un sorso d'acqua «E ho fame»

«In che senso off limits? È la tua stanza»

«Non quando hai una coinquilina che la trasforma in un bordello a suo piacimento» afferma on una smorfia.

«Ah, ora si spiega tutto» non posso trattenere una risata «E io che credevo fossi venuta perchè sono tremendamente irresistibile»

Hailey alza gli occhi al cielo «Sì beh, per quanto suoni assurdo, preferisco la compagnia di un idiota come te a quella di Lexie e del suo compagno settimanale»

«Aspetta, Lexie è la tua compagna di stanza?» quando Hailey annuisce, scoppio a ridere di nuovo «In questo caso, mi dispiace davvero tanto per te»

«Grazie... credo» sbuffa, incrociando le braccia sul tavolo.

Vorrei chiederle altro ma nel frattempo arrivano i nostri piatti, ed entrambi cominciamo a mangiare, lasciando cadere il discorso.

Guardo Hailey versarsi un quintale di maionese sulle patatine fritte, sommergendole quasi del tutto e sporcandosi così la punta del pollice.

Quando se lo porta alla bocca per leccarla via, devo lottare con tutto me stesso per mantenere la calma.

«Che c'è?» sentendosi osservata, Hailey alza lo sguardo.

Devo aver mascherato bene i miei pensieri, perché grazie a Dio non sembra accorgersi di nulla.

«Nulla» mento, riprendendo a mangiare «È che finora ho creduto di essere io il più grande fan della maionese» indico il suo piatto con un cenno divertito «A quanto pare mi sbagliavo»

Il suo viso assume un'espressione sbarazzina, ed Hailey sembra rilassarsi di colpo.

«A quanto pare, per una volta hai detto qualcosa di giusto» dichiara con un sorriso compiaciuto.

Scuoto la testa con una risata «Ti piace proprio avere il coltello dalla parte del manico, vero?»

«A chi non piace?» domanda, ficcandosi un'altra patatina in bocca «Se hai il coltello dalla parte del manico hai il controllo» spiega «E se hai il controllo, nessuno può farti del male»

Il suo sorriso si allenta di poco, ma a sufficienza perché io lo noti.
So che dovrei starmene zitto, eppure non posso fare a meno di pensare a quello che ha detto.

Mi sporgo appena verso di lei «Sai che non voglio farti del male... vero?»

Hailey mi osserva per un secondo senza dire niente, come se cercasse nei miei occhi la risposta ad una domanda che non conosce nemmeno lei.

Poi, con un battito di ciglia, interrompe il contatto e riprende a mangiare.

«Dicono tutti così» afferma, l'amarezza che traspira dalla sue parole mentre torna a guardarmi «Non ti conosco, Taylor. Non so niente di te» faccio per ribattere che invece conosce diverse cose di me, che è l'unica con cui mi sia sentito me stesso da un sacco di tempo, ma Hailey scuote la testa, come se già sapesse cosa sto per dire «Nulla di rilevante. Nulla che mi faccia capire che persona sei. E prima che tu dica qualsiasi cosa» espira lentamente «Ho smesso di fidarmi delle persone molto tempo fa»

Vorrei dire qualcosa, ma dallo sguardo che mi rivolge capisco che non c'è niente che io possa dire o fare per farle cambiare idea.

Valuto l'idea di tentare comunque, quando la suoneria del suo telefono si prende la briga di decidere per me.

Mi osserva per un breve momento prima di accettare la chiamata.

«Rallenta Ryan. Non riesco a sentirti» con una mano si tappa l'orecchio scoperto per sentire meglio. Dall'altro capo del telefono dev'esserci parecchio casino, perché Hailey si sforza non poco per riuscire a comprendere quello che le stanno dicendo.

«Ok.. ok, ho capito» continua, lanciando un'occhiata nella mia direzione «Certo... arrivo subito»

Poi attacca il telefono e se lo infila in tasca.

Mi sorprende non poco quando è lei la prima a parlare.

«Al bar c'è un problema con le luci» spiega, spostandosi una ciocca di capelli ramati dal viso «Io sono l'unica ad avere le chiavi del contatore, quindi devo andare. Ryan sta dando i numeri»

Rifletto su quello che mi ha detto, chiedendomi se la sua sia una richiesta di accompagnarla, o se me lo stia dicendo solo per spiegare il fatto che debba andarsene così in fretta.
Alla fine, decido che non mi interessa.

«Vengo con te»

Mi aspetto che mi mandi a quel paese nel giro di un secondo, quindi sono parecchio confuso quando invece di farlo, accenna un sorriso di gratitudine.

«Va bene»

PROVA A RESISTERMITempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang