15. HAILEY

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Mentre fluttuo verso il centro della pista da ballo, mi chiedo cosa mi stia passando per la testa.

Alcool, probabilmente.

Dopo il piccolo discorsetto di Taylor sul fatto che dovevo onorare il mio patto, Dean è spuntato dal nulla con un vassoio di shottini per tutti. In quel momento si sono unite a noi anche Jessie ed Allie, che sono state persino più sorprese dei ragazzi di vedermi lì. Jessie mi ha stritolato in un abbraccio ed Allie mi ha rivolto un sorriso, cosa a dir poco strana, il che mi ha fatto domandare se mi avessero scambiato per un'altra persona.

Non so cosa mi abbia fatto pensare che altri due shottini di Tequila, sommati alle tre birre che mi scorrevano già in corpo, fossero una buona idea. Ci si aspetterebbe che una barista abbia una soglia di sopportazione più alta dell'alcool, ma questo non è il mio caso.

Nonostante io sia sempre circondata da liquori e cocktail di ogni tipo, non ho mai sviluppato una voglia irrefrenabile di ubriacarmi tutti i giorni. Risultato: un paio di gambe malferme e una testa senza freni inibitori.

Decidendo di rimandare a più tardi le paranoie, mi abbandono al senso di leggerezza che invade in mio corpo e ancheggio fino a un punto della pista non troppo affollato. Non ci tengo ad avere il culo di qualcuno appoggiato addosso.

«Qui ti va bene?» Chiedo a Taylor, girandomi verso di lui.

Senza avere il tempo di registrare il suo movimento, lui è già di fronte a me. I fianchi che quasi toccano i miei.

«Mi sembra perfetto»

Mentre lo dice i suoi occhi scuri mi scrutano intensamente, come se si riferisse a tutt'altro che alla postazione nelle pista, e io non posso fare altro che ammutolirmi.

Da quando non ho niente da dire?

Distogliendo lo sguardo inizio a ballare distrattamente sul posto, nella vana speranza di controllare la tensione che si sta impadronendo velocemente del mio corpo.

Con la coda dell'occhio vedo che Taylor mi sta ancora fissando, il sopracciglio alzato in un'espressione che non so decifrare.

«Credevo che il patto fosse diverso»

Non faccio in tempo a chiedergli cosa intenda che il suo braccio s'insinua rapidamente sotto il mio, facendo leva sulla mia schiena per attirarmi verso di lui. Il mio petto sbatte contro il suo e in un attimo ci ritroviamo a pochi centimetri di distanza.

«Decisamente meglio» commenta, a un soffio dalle mie labbra.

Ogni parte del mio corpo prende a formicolare all'improvviso, come se la sua vicinanza scatenasse una reazione chimica di qualche tipo, e tutti i miei pensieri si appannano, virando in direzioni che non dovrebbero prendere.

Non dico nulla neanche quando Taylor afferra le mie mani e se le posiziona dietro la testa, ancorandomi a lui ancora di più.
I campanelli d'allarme onnipresenti nella mia testa sembrano aver deciso di prendersi una vacanza, perchè quando affondo le dita nei suoi capelli soffici, l'unico suono che sento è quello del suo respiro irregolare che mi accarezza le guance.

«Hail...»

Qualunque cosa stesse per dire viene messa a tacere dalle prime note di "Gimme-Gimme" degli Abba, sparata a tutto volume nelle casse del locale, e io non posso fare a meno di sciogliermi in un sorriso a trentadue denti.

«Oddio» esclamo, pervasa da una felicità infantile «È una delle mie canzoni preferite!»

Taylor ridacchia «Sul serio?»

In risposta, inizio a muovermi sulle note della musica crescente, ancheggiando e scuotendo la testa come se fossi al loro concerto.
Ringrazio mentalmente l'alcool per non farmi pensare a quanto io sembri ridicola in questo momento, e per la prima volta dopo tanto tempo mi lascio trasportare completamente.

PROVA A RESISTERMIWhere stories live. Discover now