48. HAILEY

11.4K 425 112
                                    

Le lacrime cominciano a scendere prima che abbia il tempo di aprire la porta della camera, e una volta dentro smetto di provare a ricacciarle indietro.
Mi lascio cadere di peso sul letto, nascondendo la faccia tra le lenzuola bianche e il cuscino morbido poco distante da me.

Non ricordo nemmeno il tragitto che ho fatto per tornare qui.

Quando Taylor mi ha lasciata da sola in quello spogliatoio ho creduto che sarei crollata, e in effetti è un miracolo che io sia riuscita ad arrivare fino a qui senza accasciarmi da qualche parte durante la strada di ritorno. È come se il mio corpo avesse imparato a proteggersi talmente bene da impedirmi di lasciarmi andare, persino quando la voglia di farlo è tanta da far male.

E forse è proprio questo quello di cui parlava Taylor.

La maschera che porto su di me ogni santo giorno.

La maschera che ho portato per così tanti anni da non essere più in grado di togliere ormai.
O almeno, non completamente.

Eppure quando siamo insieme è come se potessi sentirla scivolare via dal mio viso, lasciando la mia pelle nuda sotto il suo sguardo caldo e profondo. Quasi lo invitasse a leggerla. A leggermi.

Ma mentre mi guardava negli occhi, appena pochi attimi fa, sembrava che non riuscisse più a farlo. Che non riuscisse più a vedere oltre la maschera. Oltre lo scudo e l'armatura.

In quel momento ho provato una paura improvvisa e logorante, totalmente diversa da quella che ho conosciuto finora.
Ho avuto il terrore che avrebbe gettato la spugna. Il terrore che non avrebbe più tentato di scavare, alla ricerca della luce che era così dannatamente sicuro di trovare dentro di me.

E se così fosse, come potrei biasimarlo?
Come potrei, quando ho fatto così tanto per tenerlo lontano?
Quando ho smesso di crederci io stessa?

Mi porto le mani sul viso per accogliere una nuova ondata di lacrime e singhiozzi proprio mentre la porta della camera si apre con un lungo cigolio.

«Hai sentito cosa è successo dopo la partita? Il coach era così furioso che...» ad Alex muoiono le parole sulla lingua quando il suo sguardo si posa su di me, lasciando che la porta si chiuda da sola alle sue spalle «Cos'è successo?»

Mi sollevo sul materasso per mettermi a sedere e Alex non aspetta di sentire la mia risposta prima di fiondarsi al mio fianco sul letto.

«Hailey» il suo tono è dolce come quello di una sorella maggiore. La sorella che non ho mai avuto. «Tutto bene?»

Nonostante i suoi occhi ricordino tanto il ghiaccio di una mattina invernale, mentre mi guarda non vedo altro che un fuoco caldo e accogliente ardere nelle sue iridi. Mi sforzo di sorriderle, con scarsi risultati, e scuoto la testa. Incapace di far uscire le parole.

«Vieni qui» sussurra piano.

Prima che possa rendermene conto le braccia di Alex si avvolgono attorno al mio corpo come una grande coperta confortevole, e per un attimo rimango interdetta. Non ci vuole molto però, perché io decida di abbandonarmi a quella piacevole sensazione, appoggiando la testa sulla sua spalla e inzuppandola di lacrime amare. Dando libero sfogo al mio pozzo di tristezza.

Dopo un lungo momento, passato a raccogliere il fiato necessario, sono io a parlare.

«Non sono capace di farmi amare» biascico sulla sua maglia.

Le spalle di Alex si irrigidiscono leggermente mentre mi allontana, afferrando il mio viso con le mani per costringermi a guardarla negli occhi.

«Chi ti ha detto una cosa del genere?» domanda a bassa voce, scostandomi una ciocca di capelli appiccicata alla fronte.

Chi mai potrebbe amarti?
Inutile ragazzina.
Guardati.
Non sei in grado di fare niente.
Nessuno potrebbe mai amare una come te.

Non mi ero accorta di quanto in profondità quelle parole avessero messo le radici nella mia anima.
Almeno fino a questo momento.
Di quanto io le abbia ripetute nella mia mente, fino ad arrivare a crederci a mia volta.

Distolgo lo sguardo da Alex, osservando un punto indefinito della stanza «Il mio ex fidanzato»

Alex si sposta più avanti, portando i suoi occhi azzurro cielo di nuovo nel mio campo visivo «E tu gli hai dato retta?» la sua voce è incredula mentre si avvicina ancora di più «Non mi sembri il tipo che si fa dire cosa è, o non è in grado di fare»

Una risata spezzata mi solletica la gola «Non mi conosci» dico aspramente, rispondendo all'interrogativo sul suo viso «Nemmeno io mi conosco a dire il vero» continuo, prendendo a torturare il lenzuolo con le dita «Ho indossato una maschera per così tanto tempo che io... Io credevo servisse a proteggermi dal dolore... Invece non ho fatto altro che nascondermi» sospiro, consapevole della dura verità che le sto confessando «Non credo di sapere più chi sono»

Alex mi osserva per un secondo, metabolizzando le mie parole, prima di rivolgermi un sorriso cauto «Secondo me lo sai benissimo invece» sollevo un sopracciglio mentre le sue mani si posano sulle mie, stringendole delicatamente «Devi solo avere il coraggio di mostrarlo anche resto del mondo»

La sua frase mi colpisce non poco, ma mi limito a lasciar andare un sospiro «Se solo fosse così facile»

«Oh, ma è proprio quella la parte difficile invece» dichiara dolcemente «Una volta fatto quello, è tutto in discesa»

La sicurezza con cui parla è sorprendente «Sembra che tu stia parlando per esperienza»

Alex si stringe nelle spalle, un sorrisetto sulle labbra «Così sembra»

Per qualche motivo, non posso fare a meno di sorriderle a mia volta.

Dopo una lunga pausa, prendo un respiro incerto «Pensi che potrei farcela?»

Credo sia la prima volta che mi rendo così vulnerabile davanti a qualcuno, ad eccezione di Taylor ovviamente, e la cosa mi spiazza parecchio.
Parlare con lei mi viene naturale, ed è una sensazione che non so descrivere. Bella, oserei dire, e quasi... Liberatoria. 

Alex stringe le sue mani attorno alle mie ancora una volta, infondendomi una generosa dose di determinazione «Ne sono sicura» afferma solenne, strappandomi un altro sorriso «Se c'è altro che vuoi dirmi, io sono qui. Per qualsiasi cosa» dice, come se sapesse perfettamente che ci sia molto di più dietro quello che le ho appena confessato «E quando sarai pronta, Hailey» aggiunge sottovoce «Non vedo l'ora di conoscerti»

A questo punto mi è impossibile fermare le lacrime, che cominciano a scendermi sulle guance mentre la stringo in un altro abbraccio. Saldo e forte. Un abbraccio che ha tanto il sapore di una promessa.

Alex si unisce al mio pianto e rimaniamo così per un tempo che non so quantificare. L'una a sorreggere l'altra.

Svariati singhiozzi più tardi, è lei ad interrompere la fiera della tristezza.

«Ok, adesso basta lacrime» dichiara, spazzolandosi i capelli con le dita e asciugandosi il viso «Ho un piano»

Sollevo la testa, cercando di ricompormi a mia volta «Un piano per cosa?» 

Alex mi rivolge un ghigno felino «Un piano per trasformare questa serata in qualcosa di molto diverso» annuncia, scattando in piedi «Ci stai?»

Non ho idea di cosa abbia in mente ma qualsiasi cosa sarebbe meglio di continuare a piangersi addosso, perciò annuisco con enfasi.

«Ottimo» il modo in cui saltella verso la televisione mi regala una risata inaspettata «Tu prendi le patatine e la birra, io cerco il film più indecente che riesco a trovare su Netflix»

Questa volta la risata mi esce più forte, e ogni traccia di tristezza sembra evaporare all'istante mentre osservo la mia amica raccogliere i pezzi del mio cuore e rimetterli insieme senza nemmeno rendersene conto.

PROVA A RESISTERMIWhere stories live. Discover now