16. HAILEY

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«Quante volte ti ho detto che devi stare zitta?»

La voce di Scott arriva dal divano, e mi volto di scatto.

«Volevo solo sapere quale The preferisci» dico in un sussurro, stringendo la tazza di ceramica tra le mani fredde.

Nell'ultimo anno ho imparato che se voglio proteggermi, devo assecondare tutto quello che dice. D'altronde, le poche volte che ho provato a contrastarlo non sono andate a finire bene.

Faccio scorrere la lingua sul labbro spaccato e una goccia di sangue risveglia il sapore metallico nella mia bocca.
A mamma ho detto che sono caduta scendendo dell'autobus, ma ovviamente, non è neanche lontanamente vicino alla verità.

Ho cercato più volte di raccontarle tutto, ma ogni volta, prima che potessi cominciare, iniziava a ricordarmi quanto Scott fosse fantastico. A quanto fossi fortunata ad avere accanto un ragazzo come lui.
Era così perfetto ai suoi occhi che anche se avessi spiattellato tutta la verità a tavola, non mi avrebbe mai creduta.

«Ancora parli?» la sua voce mi riporta alla realtà, ammutolendomi all'istante.

Finalmente soddisfatto, Scott mi rivolge un sorriso sadico. Un sorriso ampio e mostruoso che preannuncia cose altrettanto orribili.
Ormai lo so.

Il mio stomaco prende a rivoltarsi su sé stesso quando lui si alza e viene verso di me, parandomisi davanti in un secondo.
Le dita di Scott si appoggiamo sotto il mio mento, costringendomi a guardarlo negli occhi. Non ricordo di che colore fossero. Ho smesso di vederlo quando si è trasformato in un mostro.

Ma probabilmente lo era sempre stato. Dimostrazione che non tutto è sempre come sembra, e l'aspetto più puro, può nascondere l'anima più marcia.

«La tua voce mi da così fastidio» mentre sibila a pochi centimetri dal mio viso, risale con la mano fino alla mia coda di cavallo, arrotolandosela tra le dita per rafforzare la presa «Sai cosa succede quando sono infastidito»

E lo sapevo davvero.
Dio se lo sapevo.

La tazza che tenevo tra le mani si frantuma sul pavimento quando Scott mi spinge ad inginocchiarmi di fronte a lui, e il dolore mi infiamma di colpo.
L'impatto delle ginocchia sulle mattonelle fredde non è niente in confronto alle schegge di ceramica che mi si conficcano nella pelle.

Serro le labbra, trattenendo il grido che mi si forma in gola e tenendo lo sguardo fisso di fronte a me.
Con la mano libera Scott si disfa di cintura e pantaloni, mentre con l'altra aumenta la stretta sui miei capelli.

Lacrime amare prendono a bruciarmi dietro agli occhi, ma le ricaccio indietro, insieme alla sensazione di vomito che minaccia di risalirmi la gola.

Prima che tutto cominci, mi aggrappo a tutti i bei ricordi che riesco a racimolare.

Le gite al lago, il profumo dei libri appena stampati... il sapore della cioccolata calda dopo una giornata in montagna con mamma e papà'. Assorbo quelle sensazioni come se potessi ricavarne il mio ossigeno.

E mi eclisso completamente dal corpo.

Quando mi sveglio ho la fronte sudata e il cuore in gola. Il lenzuolo verde è arrotolato attorno alle mie gambe come uno strano rampicante, e ci metto qualche momento per liberarmi.

Un brivido di freddo mi percorre la schiena, costringendomi ad alzarmi, e percorro la strada verso il bagno con un grosso sbadiglio. Appoggio le mani sul lavandino e apro l'acqua, osservandomi allo specchio.

PROVA A RESISTERMIWhere stories live. Discover now