43. HAILEY

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«Questo dove lo metto?»

Alex indica uno scatolone pieno di vestiti estivi, a ridosso della porta, ed io le rispondo con un cenno della testa.

«Lascialo vicino all'armadio, ci penserò più tardi» dico distrattamente, sistemando la biancheria nella cassettiera vicino alla scrivania «Sicura che non ti serva questo cassetto?»

Alex si stringe nelle spalle, facendo un gesto con la mano «Sicura, prendilo pure» dice, rivolgendomi un sorriso sornione «Ma sappi che se finisco lo spazio potresti trovarti delle mutande in più»

Ridacchio, alzando gli occhi al cielo «Non c'è problema» affermo con un ghigno divertito «Il mio cassetto sarà sempre aperto per le tue mutande striminzite»

Alex scoppia a ridere, spostando l'ennesimo scatolone pieno di libri e lasciandosi cadere di peso su quello che è appena diventato il mio letto.

«Non sono striminzite, solo... essenziali» sottolinea, rotolandosi su un fianco per lanciarmi un'occhiata «Hai deciso cosa fare stasera?»

Afferro il caricabatterie del telefono e lo attacco alla presa sul comodino, per poi tornare ad appendere i maglioni nell'armadio. È una fortuna che sia così grande, e che io occupi così poco spazio, perché anche senza il mio contributo Alex sembra essere riuscita a riempirlo fin troppo.

Scuoto la testa, litigando con una gruccia leggermente piegata e da cui continua a cadere sempre la stessa maglia «Tra poco devo andare a lavoro» le dico, rinunciando alla battaglia con l'appendino «E prima che tu me lo chieda, credo che dopo sarò talmente stanca da crollare non appena toccherò il letto»

Il suo grugnito di rassegnazione mi scatena un'altra risata mentre Alex si alza dal letto per aiutarmi a sistemare le ultime cose «E va bene, per stavolta te la passo» sbuffa contrariata, appendendo una delle mie giacche nere in ecopelle «A che ora hai detto che devi essere al Bar?»

«Abbiamo ancora tempo, dovrei essere là per le...» osservo l'orologio sul muro poco distante da noi e mi lascio andare ad una lunga imprecazione. Dovrei essere là tra cinque minuti. «Cazzo»

Mollo tutto sul letto e comincio a vestirmi alla velocità della luce.

Alex mi guarda con aria divertita «Lo prenderò come un "sono in fottuto ritardo"» commenta, afferrando i miei anfibi e lanciandomeli ai piedi perché possa mettermeli.

Mormoro un grazie e allaccio entrambe le scarpe in modo meccanico, quasi senza guardare, e una volta infilata la giacca vado dritta verso la porta.

Alex non mi trattiene oltre, salutandomi con una pacca sul sedere mentre procedo a passo spedito fuori dalla camera e giù per le scale.



Pulisco le macchie di alcool sul bancone e passo una dose generosa di disinfettante prima di far partire l'ennesima lavastoviglie della serata e passare agli sgabelli.

Il locale è quasi vuoto ormai, così ho lasciato che Ryan se ne andasse via un po' prima questa sera. Aveva un appuntamento con un nuovo ragazzo di cui ha giurato di raccontarmi tutto, non appena ci vediamo, e tenendo in conto di tutte le volte che si è fermato più del dovuto per me, mi è sembrato il minimo concedergli di finire il turno in anticipo.

Il grosso della gente è già andato via, quindi posso cavarmela benissimo anche a chiudere da sola.

Incastro lo strofinaccio nel davantino e giro tra i tavoli con un vassoio, recuperando mano a mano tutti i bicchieri e approfittandone per avvisare le poche persone rimaste che stiamo chiudendo.

Mentre raccolgo delle cannucce dal pavimento sento del chiacchiericcio provenire da fuori, e appoggio vassoio e bicchieri sul bancone per andare a vedere. Arrivo alla porta d'entrata proprio mentre si spalanca, lasciando entrare una folata di aria gelida.

PROVA A RESISTERMIWhere stories live. Discover now