14. TAYLOR

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Fermo la macchina appena davanti alle scale del dormitorio femminile, tiro il freno a mano e guardo l'orologio sul cruscotto.
Dieci alle otto. Sono in anticipo.

Rilasso la schiena contro il sedile e osservo oltre il parabrezza. Con l'arrivo dell'autunno le giornate si stanno accorciando velocemente, e se fino a pochi giorni fa il sole sarebbe tramontato per le nove, ora è già in procinto di scivolare oltre le montagne. Il mio braccio penzola dal finestrino quando un brivido mi scuote leggermente. Persino la temperatura sembra calata di parecchio.

Mentre mi guardo intorno lo sguardo mi cade sullo specchietto, e non posso fare a meno di darmi una controllata.

Sistemo velocemente il colletto della camicia verde scuro e mi passo una mano tra i capelli, raddrizzando qualche ciuffo ribelle. Detesto che mi cadano sulla fronte, ma non posso farci niente.

Dovrei tagliarli?
Probabilmente si.

«Passabile direi» La voce di Hailey mi coglie di sorpresa.

Ogni battuta arrogante in procinto di formarsi sulla mia lingua, si blocca di colpo quando la guardo.

Non è vestita in modo sexy, eppure lo è molto di più di qualsiasi ragazza che io abbia mai visto. E io ho visto un sacco, di ragazze.

Il vestito che porta le arriva appena sopra il ginocchio, ed è dello stesso verde della mia camicia. Una tonalità militare che fa risaltare i suoi capelli ramati ancora di più. La giacca di pelle nera è perfettamente nel suo stile, ma quello su cui mi soffermo sono le labbra. Non saprei dire che cosa gli abbia fatto, forse solo un po' di lucido rosato o qualcosa del genere, sta di fatto che sembrano così appetitose che se non fossi seduto in macchina le starei già assaporando senza alcuna pietà.

«Mi hai spiato?» con un gesto indica prima la mia camicia, poi il suo vestito «Perché sarebbe abbastanza inquietante»

«Ti piacerebbe» ribatto, il ghigno appositamente malizioso «Niente male neanche tu comunque»

Gli angoli delle sue labbra lucide si sollevano in un piccolo sorriso compiaciuto, e senza aspettare oltre, fa il giro della macchina.
Una volta salita metto in moto, e nel giro di dieci minuiti arriviamo nel parcheggio del Dairy, già stracolmo di gente.

Sono già d'accordo coi ragazzi che ci saremmo trovati dentro, e con nostra grande fortuna non dobbiamo fare troppa fila prima di riuscire ad entrare.

Una volta dentro, riusciamo a malapena a muoverci. Dio, si vede proprio che il Red è chiuso. Penso che ogni singolo studente della Briar si trovi qui stasera.

Con nonchalance afferro la mano di Hailey e mi faccio largo tra la folla, sorpreso che non si scrolli le mie dita di dosso come un cavallo imbizzarrito. Invece, a parte un'occhiata interrogativa a cui rispondo con un sorrisetto, sembra abbastanza tranquilla, e si lascia guidare fino al bancone del bar.

«Cosa bevi?» alzo la voce per farmi sentire sopra la musica.

Hailey scuote la testa leggermente «Solo acqua, grazie»

«Non esiste» dichiaro, ignorando la sua occhiataccia da "non contraddirmi o ti mollo un pugno sul naso" «Ascolta, è il tuo giorno libero» le faccio notare «E hai accettato di uscire con me stasera, cosa che è assolutamente da festeggiare per quanto mi riguarda. Quindi, visto che è da maleducati lasciare che il sottoscrittto si diverta da solo, non solleverai obiezioni e mi dirai cosa ti va di bere»

A questo punto mi aspetto davvero che mi tiri un pugno sul naso. Invece, dopo qualche momento, si limita ad alzare gli occhi al cielo.

«Birra»

PROVA A RESISTERMIWhere stories live. Discover now