29. TAYLOR

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«Non posso credere che ci abbia dato buca» il fastidio nella voce di Luke è palese mentre si sporge verso il tavolino in mezzo a noi «Di nuovo» precisa, afferrando una birra e buttandone giù un lungo sorso.

Jace, accanto a me, sbuffa di nuovo «Non fare il moralista» lo rimbecca, indicandomi con un cenno della testa «Io e lui siamo gli unici qui a potersi lamentare» prende un altro sorso di birra prima di continuare a fargli il terzo grado «Sappiamo entrambi che se Allie non avesse dovuto studiare ci avresti piantato in asso pure tu»

Luke si esibisce una smorfia contrariata «Non è vero» dichiara, spostando lo sguardo su di me come in cerca di supporto «Tu non dici niente?»

Normalmente, piuttosto che prendere le parti di Jace preferirei tagliarmi un piede. Ma questa volta non posso che trovarmi d'accordo con lui.

«Scusa amico» mi stringo nelle spalle «Sappiamo entrambi che è la verità»

Mi sforzo di non ridere di fronte alla sua reazione stupita e bevo un sorso della mia acqua.
Lo so, chi diavolo beve dell'acqua ad una serata tra amici? Ma dopo la mia performance di qualche giorno fa, sento il bisogno di disintossicarmi un pochino.

«Beh, grazie della sincerità» borbotta Luke.

«Figurati» risponde prontamente Jace, provocandolo come al solito «Quando vuoi»

Vago per il locale con lo sguardo, scorgendo il mio obbiettivo solo in pochi secondi.
Hailey è bellissima. Come sempre del resto.

Guardarla lavorare però, è tutta un'altra cosa. Adoro osservare la sua concentrazione, la sua velocità, come se fosse in un mondo tutto suo. Le luci sopra il bancone le illuminano i i capelli raccolti in una mezza coda, facendone vibrare il colore in un modo quasi ipnotico.

All'improvviso, mentre la guardo, un bicchiere le scivola dalle mani, frantumandosi al suolo e rovesciando tutto il contenuto sul pavimento al di là del banco. Vedo Hailey imprecare, palesemente in collera, e dal modo in cui alza gli occhi al cielo sembra proprio che abbia i nervi a fior di pelle.

Quando siamo arrivati, circa un'ora fa, Hailey mi sembrava tranquilla. Sarcastica e pungente, ma soprattutto, sul pezzo.

L'ho osservata lavorare un'infinità di volte ormai, e non mi è mai parsa il tipo che si lascia distrarre da qualcosa, ne tantomeno da qualcuno. Ma da quando mi sono seduto, l'ho beccata diverse volte a guardare nella mia direzione, per poi distogliere lo sguardo subito dopo.

Mentre un'idea prende a formarsi nella mia testa vedo Hailey imprecare di nuovo, subito prima di far cadere una bottiglia dal liquido indistinto sopra la distesa di bicchieri vuoti davanti a lei. Questa volta non si rompe nulla, o almeno è quello che mi sembra, ma la cosa sembra farle perdere la testa comunque.

Guardo Ryan avvicinarsi a lei per dirle qualcosa sottovoce, e lo sguardo di Hailey si accende di qualcosa che non riesco a riconoscere. Sembrerebbe frustrazione quella che sta provando, mentre si slaccia il grembiule ed esce a passo spedito dalla porta sul retro.

Senza aspettare un secondo di più, mi alzo dalla sedia.

«Torno subito» annuncio a nessuno in particolare.

Non resto per sentire le risposte dei miei amici e mi avvio verso la meta, facendomi strada tra la gente fino ad arrivare al bancone. Appena mi vede, Ryan solleva lo sguardo dal drink che sta preparando.

«È fuori» dice semplicemente, tornando a concentrarsi sul suo lavoro «Passa pure»

«Grazie»

Faccio come dice, sollevando il divisorio che separa la gente dalla zona bar, e mi dirigo verso la porta che da sul retro.

PROVA A RESISTERMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora