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Qualche settimana prima

Sto quasi perdendo le speranze. Trovare un anello perfetto sembra impossibile. È la Vigilia di Natale e le strade di New York sono così affollate che risulta difficile camminare sul marciapiede senza urtare qualcuno. Tutti alla ricerca degli ultimi regali, spese folli nelle poche ore che precedono la festa.

Anche io sto cercando qualcosa per Hanna. Non un regalo qualunque, ma un anello per chiederle di diventare mia moglie. Avevo già pensato a un ipotetico matrimonio con lei in un futuro lontano ma mai come in prigione ho desiderato sposarla. In quella cella, costantemente immerso nei miei pensieri, ho capito che non volevo aspettare. Che lei era quella giusta e che non l'avrei mai lasciata per nessuna ragione al mondo. Non avrei voluto nessun altro al mio fianco, né tantomeno avrei cercato un'altra donna. Vedere tutto il mio mondo sfuggirmi dalle mani nel momento in cui l'agente mi ha portato via sull'auto della pattuglia mi ha aperto gli occhi. Non aveva senso rimandare, il tempo è una cosa così labile e sfuggente.

Sono entrato in tre gioiellerie e nessuna di queste aveva qualcosa che mi convincesse. Ma come biasimarli, non so nemmeno io quello che cerco precisamente. Non ho mai visto Hanna portare anelli, né le ho mai chiesto quale genere le piacesse dal momento che non ce n'è mai stata l'occasione per farlo.

Il me stesso di cinque anni fa, non avrebbe mai immaginato di sposarsi. Ma non avrebbe nemmeno pensato di trovare una persona per cui valesse la pena prendere in considerazione l'idea. O di cui ci si potesse innamorare. Non credeva esistesse qualcuno così. Invece ora sembrava fin troppo scontato, la cosa giusta da fare.

Entro in un quarto negozio, convinto di fare un altro buco nell'acqua, ma tentar non nuoce. È una piccola gioielleria e non appena vi metto piede, una zaffata di colonia da uomo mi invade le narici. Dietro il bancone di legno scuro vedo un signore anziano, molto magro, con degli occhialetti sulla punta del naso, ricurvo su qualcosa che sembra essere un orologio da taschino o una bussola. La campanella all'ingresso trilla ma lui non alza nemmeno lo sguardo.

Comincio a guardarmi intorno anche se so che non troverò nulla. Vorrei uscire ma sono appena arrivato e rischierei di sembrare maleducato. Così mi soffermo a fissare degli animaletti in vetro colorato all'interno di una teca. Cagnolini che scodinzolano, piccoli coniglietti, gatti in posizioni buffe. Di fianco, una serie di medaglioni in argento di varie dimensioni con pietre incastonate o di quelli che si aprono per inserirvi delle fotografie.

Sto osservando dei ciondoli incisi a mano quando la voce profonda e roca dell'uomo mi interrompe.
«Cerca qualcosa in particolare?» chiede senza staccare gli occhi dal suo lavoro. Non so se parlargli dell'anello o lasciare perdere. Non credo abbia quello che cerco. Ma ormai ho perso le speranze e questa piccola bottega vintage non sembra poi così male.
«Voglio chiedere alla mia ragazza di sposarmi. Cerco un anello.» Finalmente l'uomo mi osserva, attento.

«Hai già qualcosa in mente?» chiede posando l'oggetto con cui stava armeggiando.
«No, vorrei solo che sia speciale. Come lei.» L'uomo sorride, un sorriso dolce e malinconico, come se sapesse esattamente di cosa sto parlando.
«Penso di avere qualcosa che fa per te» annuncia dopo averci pensato un attimo. Sparisce nel retro del locale e ritorna dopo qualche secondo con una scatolina di velluto blu a forma di cuore, molto più piccola rispetto a quello che ci si aspetterebbe.

«È un pezzo unico, non ne esistono altri come questo» afferma mostrandomi il contenuto. È un anello con un piccolo diamante incastonato sopra e la parte di metallo è composta da due fasce che si intrecciano tra loro a sorreggere la pietra preziosa. È bellissimo e particolare proprio come lei.
«Costerà una fortuna» sussurro tra me e me.

«Ad essere sincero, no. Ce l'ho qui da tempo e pochissimi vengono a comprare anelli di fidanzamento in questo posto. E se entrano escono delusi poiché non trovano quello che cercano... sai, in un posto come questo chi vuoi che trovi un brillocco di quelli che vanno di moda ora?» dice con un po' di rammarico nella voce. Anche la mia prima impressione non è stata delle migliori ed ero intenzionato ad uscire il prima possibile, ma più rimango qui dentro, più mi affascina.

«Questo anello mi è stato portato da un signore, era quello della moglie e mi ha chiesto se potevo farne uno leggermente più grande perché, con l'età, la donna non era più in grado di indossarlo. Inoltre voleva aggiungessi due pietre per i figli che hanno avuto insieme ma non potevo modificare questo così ne ho fatto uno nuovo e questo è rimasto a me.» La storia mi convince quasi più di quanto non avesse fatto l'anello da solo. Un amore così duraturo nel tempo, una promessa rinnovata a distanza di anni è tutto ciò che posso chiedere. Un giorno racconterò ad Hanna cosa c'è di speciale in quest'anello e lei sarà d'accordo con me sul fatto che sia perfetto.

«Lo prendo» dico deciso, senza sapere a quanto me lo avrebbe venduto. Potrebbe benissimo essersi inventato questa storia così su due piedi, aver trovato l'anello nella tomba di qualcuno e averlo portato qui. Scaccio questo macabro pensiero dalla mia testa. Sento di potermi fidare di questo ometto così appassionato.

Il gioielliere sorride e rimette l'anello nella sua scatolina, che infila poi in una piccola borsa di cartone blu. Esco dal negozio decisamente più sollevato all'idea di aver finalmente trovato ciò che cercavo. Questo però rende ancora tutto più vero e il mio stomaco si stringe in un nodo, il cuore mi martella nel petto. Sta succedendo, non si torna più indietro.

Domattina chiederò alla mia ragazza di sposarmi, con la consapevolezza che siamo giovani e che potrebbe essere una follia, che potrebbe rispondermi negativamente, dirmi che non è pronta e troncare tutto. Che non abbiamo molti soldi, che il futuro è incerto ma l'unica cosa certa per me è lei. E voglio che lo sappia.

Quando rientro all'appartamento, sgattaiolo in camera mentre Hanna è sotto la doccia e nascondo la borsa con l'anello nel cassetto della mia biancheria. Non voglio mettere il regalo sotto l'albero perché lei potrebbe capire o immaginare qualcosa. E invece sarà così inaspettato da lasciarla senza parole. Nel bene o nel male.

La notte non riesco a chiudere occhio. Continuo a rigirarmi nel letto cercando di pensare a qualcosa da dire l'indomani, di mettere insieme un discorso per giustificare la mia pazzia. Sono eccitato all'idea di fare questo grande passo, già la immagino con il vestito bianco ad attraversare la navata della chiesa, probabilmente da sola esattamente come da sola è riuscita a rinascere. Ma non è solo quello ad affollare la mia mente, non è solo la gioia o l'ansia di trovare le parole giuste: il terrore che lei possa dirmi di no è qualcosa di reale. E spaventoso.

Riesco a prendere sonno appena prima dell'alba con Hanna stretta tra le braccia, la sua testa accoccolata sul petto e il respiro leggero che mi solletica il collo. Dopo un paio di ore sono di nuovo sveglio e decido che la mia ragazza ha dormito a sufficienza. È ora di entrare in scena.

💍SPAZIO AUTRICE 💍

Eccoci giunti alla fine del quarantottesimo capitolo di Energy.
Non dimenticatevi di lasciarmi una ⭐ o un 💌 il vostro parere è importante per me!
Osserviamo in questo capitolo un Gordon impacciato alla ricerca di un anello e delle parole giuste per chiedere ad Hanna di sposarlo. So che però che ciò che vi interessa è nel prossimo capitolo. Che vi aspettate?

Non vi resta che scoprire le risposte nei prossimi capitoli! Un bacione!
ArielaNodds 💕

ENERGY 2: Lottare per amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora