23.

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Un'altra giornata all'insegna del niente. Mi sveglio e non so nemmeno perché. Ultimamente non ha più nemmeno senso svegliarsi ma cerco di scacciare il pensiero dalla mente, cominciare la giornata in maniera negativa non potrà fare altro che peggiorare la situazione. L'ho imparato a mie spese col passare del tempo e per me la legge di Murphy è diventata una compagna di vita.

Mi sono alzato un'ora prima del suono della sveglia. Liam se ne è andato tardi ieri, abbiamo cercato di analizzare qualche teoria, fare ipotesi e ho fatto fatica ad addormentarmi per la quantità di pensieri che affollavano la mia mente. I sogni non sono stati d'aiuto e la mattina è arrivata velocemente.

Preparo un caffè e mangio i cereali direttamente dal sacchetto, in piedi, davanti all'armadietto della cucina. Hanna mi sgriderebbe, mi direbbe che la colazione è importante e deve essere fatta decentemente, magari sedendomi al tavolo. Il pensiero della sua voce che strilla mi fa sorridere.

Mi faccio una doccia per svegliarmi e fisso il mio riflesso nello specchio. Devo fare la barba e tagliarmi i capelli. Non posso più sopportare di vedermi così, mi sento perennemente disordinato, sembro uno di quegli uomini di mezz'età che nei film hanno perso il lavoro, hanno divorziato e hanno trovato nella birra la nuova passione. Tranne per il fatto che sono decisamente più giovane e che non ho la pancia gonfia.

Afferro il rasoio elettrico e lo passo sul mio viso, lasciando solo un filo di barba, come piace ad Hanna. Lavo la faccia togliendo i residui della rasatura. Lego i capelli ormai lunghi e passo le lame anche sui lati della testa. Lascio il ciuffo, per evitare di combinare cazzate, ma rado tutto ciò che rimane fuori dal piccolo codino.

Sciolgo i capelli e sono abbastanza soddisfatto del risultato, non è un taglio sfumato come di solito ma sono ordinati e ormai sono sufficientemente lunghi da poterli tenere legati. Sciacquo la testa nel lavandino e raccolgo lo schifo che ho fatto. Pulisco e mi vesto. Mi sento un uomo nuovo.

Indosso un paio di jeans, la maglia bianca e la felpa nera con il logo del negozio e un paio di sneakers. A completare il look, un cappellino. Sono pronto a una nuova giornata di lavoro e spero di avere abbastanza da fare per tenere occupata la mente.

Scendo velocemente le scale e il mio pensiero va ad Hanna, a quando tornerà, e mi chiedo se sarà sufficientemente forte da salire tutte queste rampe. Forse intanto che ancora dorme, dovrei far costruire un ascensore. Anche a spese mie, non mi importa. O forse la prenderò in braccio ogni volta che ce ne sarà bisogno.

Il tragitto fino al negozio è breve, stamattina il traffico non è così intenso come al solito. Alla radio passa Afterlife degli Avenged Sevenfold. Amo questa canzone ma al momento mi sembra uno scherzo di cattivo gusto. Sembra la stiano cantando per me, e non è divertente dal momento che la mia ragazza lotta tra la vita e la morte. 

Riesco a parcheggiare con facilità davanti all'entrata del negozio. Credo sia un vero miracolo. Se la giornata continua così potrei ricredermi sulla legge di Murphy.

Il campanello sopra la porta trilla a segnalare l'ingresso di un nuovo cliente.

«Arrivo!» grido dal magazzino polveroso del negozio. Non riesco a trovare nulla per sistemare la mensola dove sono poggiate le magliette di alcune famose rock band. Mi ritorna in mente il mio primo lavoro alla vendita di articoli per bricolage e fai da te. Lì sicuramente avrei trovato qualcosa. Era un impiego che non mi piaceva molto, ma lo ricordo con felicità. Forse perché in quel periodo ho conosciuto quella che sarebbe diventata la mia ragazza.

Sporgo la tesa dalla porta per assicurarmi che il cliente sia ancora lì e mi ci vuole meno di un secondo per riconoscerla. Le gambe lunghe fasciate da calze a maglia piene di buchi, un paio di pantaloncini di pelle, degli stivaletti alla caviglia, un maglione rosa antico legato sul davanti e un cappotto bianco a metà coscia sbottonato.

I lunghi capelli biondi sono stati accorciati appena sotto le spalle e pettinati in morbidi boccoli. Stella. Non so cosa ci faccia qui, se sappia che ci lavoro io o se per il suo di lavoro è passata a comprare qualcosa. Non la vedo dalla sera in cui me sono praticamente fuggito da casa di Hanna, la sera in cui hanno dato fuoco all'Energy e che hanno usato contro di me per arrestarmi.

Vorrei chiedergli perché non ha testimoniato in mio favore, ma forse colta alla sprovvista non ha saputo cosa rispondere. Come biasimarla.

Nemmeno lei vive più con i suoi zii, non ho mai saputo bene dove sia andata ad abitare, credo in periferia, ma una volta entrata in possesso dell'eredità dei genitori se l'è data a gambe, lei e il fratello, e ha aperto una casa discografica presso la quale avrei dovuto incidere il mio disco prima che andasse tutto a rotoli.

Non ci ho più nemmeno pensato con tutto quello che è successo, la musica fa parte di me, ma avevo altro per la testa e forse quando tutto questo schifo sarà finito potrò tornare a dedicarmi anche a quella.

«Ciao Stella, che sorpresa» la saluto decidendomi ad uscire dal magazzino.

«Ciao Gordon, è un piacere rivederti, è passato tanto tempo dell'ultima volta» esclama lei con un sorriso. Non mi aspettavo un saluto così caloroso. I nostri rapporti si erano parecchio freddati dopo che mi sono messo con Hanna, ci siamo ritrovati in seguito, finita la mia relazione.

Sembra che una calamita ci attiri quando tutto intorno a noi si distrugge, cade a pezzi, esattamente come quando ci siamo conosciuti. Avevamo molte cose in comune e a quanto pare la vita ci mette sulla stessa strada quando le circostanze cominciano ad assomigliarsi di nuovo.

«Cosa ti serve?» le chiedo un po' imbarazzato. Abbiamo avuto i nostri trascorsi e non posso negarlo, ma non è una cosa di cui vado particolarmente fiero.

«Sono passata per salutarti soprattutto, ma già che ci sono avrei bisogno di un paio di cavi con connettore XLR se ne hai» dice e riconosco quel tono un po' mieloso, ma lo ignoro.

Trovo quello che mi ha chiesto appeso dietro al bancone, tra le varie prese e fili per casse e microfoni. Ignoro anche l'allusione al fatto che sia passata per salutarmi, non ne capirei il motivo. E non capisco nemmeno come abbia fatto a sapere che lavoro qui. Ma ignoro anche questo.

Ironia, Gordon, ti stava prendendo in giro, suggerisce una voce dentro di me.

Allunga il denaro sul bancone prima ancora che possa chiederglielo.
«Credo dovremmo uscire una sera, Gordon. In amicizia si intende. Dovresti avere del tempo libero» dice Stella appena prima di andarsene.

«Sì, forse» le rispondo. Mi saluta con la mano e se ne va. Non ci sarebbe nulla di male se uscissi con lei. Alla fine si tratta di bere qualcosa insieme, una cena al massimo, come hai vecchi tempi, siamo sempre stati amici.

Forse l'unica vera amica che io abbia mai avuto, che ha creduto in me e nel mio sogno. Credo non darebbe fastidio ad Hanna se glielo spiegassi.

Qualcosa dentro di me mi dice che non è una buona idea. Ma cosa può fare un'uscita in amicizia con una ragazza? Anche Hanna ha Liam e loro uscivano sempre insieme. Forse ho bisogno di una distrazione.

Non succederà nulla. Non so nemmeno se usciremo. Ma se capiterà, sicuramente, Hanna non avrà nulla da temere.

🦋SPAZIO AUTRICE 🦋

Eccoci giunti alla fine del ventitreesimo capitolo di Energy.
Non dimenticatevi di lasciarmi una ⭐ o un 💌 il vostro parere è importante per me!
Gordon al lavoro riceve l'inaspettata visita di Stella, un'amica conosciuta al liceo e che non è mai uscita veramente dalla sua vita.
Gordon accetterà il suo invito?
Che intenzioni ha Stella?

Non vi resta che scoprire le risposte nei prossimi capitoli! Un bacione!
ArielaNodds 💕


ENERGY 2: Lottare per amoreWhere stories live. Discover now