19.

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Liam l'ha presa bene. Ha cominciato a camminare avanti e indietro per il corridoio stringendo le mani in due pugni lungo i fianchi. Potevo quasi vedere il fumo uscirgli dal naso e dalle orecchie.

«Io lo ammazzo quel coglione!» grida attirando l'attenzione di infermieri e pazienti lì presenti.

«Shhhh, abbassa la voce» lo zittisco posandogli una mano sulla spalla per farlo fermare. Questo suo andirivieni è snervante e mi sta veramente facendo impazzire.

Non sono più sicuro sia stata una buona idea dirglielo. Sembra sul punto di esplodere e la sua emotività potrebbe essere un altro problema da risolvere.

«Scusa amico, ora mi calmo» risponde Liam, quasi leggendomi nella mente. Abbassa la testa, stringendosela fra le mani.

Mi torna in mente il bigliettino e il mazzo di rose arrivato in ospedale qualche giorno dopo l'incidente di Hanna.

Ricordo di aver gridato, fuori di me dalla rabbia, di aver distrutto il mazzo di fiori con violenza, di averne calpestato i petali finché un infermiere non è venuto a fermarmi.

Ripensandoci, in confronto, la reazione di Liam è sobria e pacata.

«Non fa niente» gli dico con la nuova consapevolezza che sarebbe potuta andare molto peggio.

«Quale è il piano?» mi chiede abbassando la voce in un sussurro.

Già, e qui arriva la parte difficile. Perché lui aveva un piano a suo tempo, seguiva Hanna per controllare che non finisse nei guai. E Hanna a sua volta aveva un piano, che io con la lettera avevo contribuito a elaborare.

Ma io non ho nulla. Non ho idee, non ho piste, non so nemmeno da dove cominciare. 

«Non ho un piano Liam, se ne avessi avuto uno non sarei venuto a cercare il tuo aiuto» dico schiettamente. Mi guarda torvo e alza un sopracciglio.

Nella mia testa suonava meglio quando l'ho pensata, ma mi rendo conto che così deve sembrare decisamente poco carino.

«Non intendevo dire quello che ho detto. Ma mi conosci, sai che non chiederei aiuto se non fossi nella merda più totale, perché sono una cocciuta testa di cazzo» mi giustifico. E lo penso veramente.

Si mette a ridere e mi dà una pacca sulla spalla. Sono sempre più sicuro di aver trovato un vero amico in lui, più di chiunque io abbia mai incontrato in tutta la mia vita: è comprensivo, è intelligente, è fedele e rispettoso. 

Sotto molti aspetti è meglio di me e mi chiedo come Hanna non se ne sia innamorata. Ha tanti pregi che non ho mai avuto e che non avrò mai e non mi sarei stupito se la mia ragazza avesse avuto una cotta per lui.

Invece, a quanto pare un'amicizia profonda e vera li ha legati fin dal principio. Meglio così, sarebbe stato molto più difficile riconquistarla se ci fosse stato di mezzo Liam. Probabilmente non ci sarei riuscito.

«State facendo troppo rumore» ci interrompe un infermiere avvicinandosi. Lo riconosco immediatamente, è lo stesso che mi ha ordinato di andarmene quando ho trovato i fiori e il biglietto. 

È lo stesso che mi guarda male ogni volta che mi trova in corridoio. Non devo stargli molto simpatico e posso sinceramente affermare che è reciproco.

«Ci scusi» mi anticipa Liam con la solita gentilezza che lo contraddistingue. Gli dà del lei nonostante credo abbia la mia età, al massimo un paio di anni più di me.

«Sarò costretto ad allontanarvi dal reparto se continuerete, e dal momento che Gordon ha spesso questi scatti di ira farò in modo che non possiate più metterci piede» aggiunge velenoso.

ENERGY 2: Lottare per amoreWhere stories live. Discover now