Capitolo ventuno.

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«Mia madre dice sempre che l'arma più potente di cui siamo in possesso è la verità

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«Mia madre dice sempre che l'arma più potente di cui siamo in possesso è la verità. Che con essa possiamo vincere anche la più sanguinosa delle battaglie. Che può ferire, può fare male, ma è un sano lasciapassare per la libertà. Una lama a doppio taglio.
Ma dice anche che ci vuole coraggio per imbracciarla, la verità. È pesante, difficile da puntare sul prossimo e spesso e volentieri non siamo capaci di mirare alla faccia.
È qualcosa che non possiamo scegliere noi, non possiamo smussarla né tantomeno cambiarla; ce la dobbiamo tenere così com'é e, se non ci sta bene, c'è poco da fare.
Il problema è che in pochi  sanno come si tiene sulle spalle una verità, allora si fugge per vie traverse, che è sempre la scelta più facile e conveniente.
Si mente, si omette, ci si protegge; lo facciamo ogni sacrosanto giorno.
Possiamo farlo a fin di bene, e a fin di male.
Possiamo farlo perché tanto a saperci ascoltare sono in pochi.
Possiamo farlo perché ce lo consiglia la paura o perché l'amore è fatto anche di menzogne.
D'altronde, non siamo disposti a far di tutto per amore?
Incluso perdere pezzi di noi, insudiciarli col rimorso e il senso di colpa, tutto per non colpire la persona amata; che magari lei la verità non la sa reggere come noi.
Il problema è che poi ci logoriamo.
Macchiamo parti invisibili, le segniamo a vita con un pennarello nero indelebile e la notte smettiamo di dormire.
Ogni volta che mentiamo finiamo per smarrirci un po', ci inoltriamo in labirinti senza fine, inconsapevoli che l'unica via d'uscita sia proprio il motivo che ci ha fatto perdere.
Sei là, dinnanzi a un bivio, a chiederti quale sia la scelta migliore, onnisciente di consapevolezze che potrebbero spezzare o aggiustare. E non c'è modo: ripari il resto e ti rompi tu, o lenisci te per ferire l'altro.
Adesso, sarebbe ipocrita da parte mia venirvi a dire che non dobbiamo mentire, perché la sincerità è un dono che meritiamo tutti di avere; che un tornaconto sporco ci fa ammuffire dentro, che si ha sempre fame di sapere.
Sarebbe ipocrita perché mentire ce l'abbiamo nel sangue, non riusciamo a farne a meno. Ma vi propongo di iniziare a pensare, tutti insieme; vi propongo di riflettere, prima di segnarvi l'anima. Ne vale la pena?, chiedetevi la prossima volta che vi salirà una menzogna su per la gola.
E per oggi, folks, dalla vostra Rora Lebowski è tutto.
Motto del giorno: sfrutta il tuo potere.
Buona Alba, Mitch».

***

Quel giorno avevo un diavolo per capello. Sfrecciavo da pensiero a pensiero, uno più confuso e intricato dell'altro, mentre il nervosismo cresceva a fior di pelle alla vista del cellulare poggiato sul tavolo di metallo.

«...quella stronza mi ha aspettata davanti l'aula di filosofia politica», stava dicendo Kris nel frattempo, stizzita. «Ci rendiamo conto?».

«E che voleva?», borbottò Drew.

Tamburellai il ginocchio destro. Su e giù. Su e giù. Poi mi morsi l'interno guancia, gli occhi ancora fissi sul display che si era oscurato già da un po'.

Athos. Tessitrice di FavoleWhere stories live. Discover now