Capitolo trentadue.

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«Ho letto da qualche parte che l'amore è in ogni cosa

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«Ho letto da qualche parte che l'amore è in ogni cosa. Non ricordo dove, ricordo solo di non aver capito. Non capisco nemmeno ora. Come può un sentimento talmente incomprensibile ritrovarsi ovunque?
Ma ancora meglio. Che cazzo è l'amore?
Quindi sono andata a cercarlo su google.
Che cosa è l'amore, ho scritto.
Il dizionario dice: sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e ricercarne la compagnia.
Non lo so. Non mi è piaciuta questa definizione. È così... fredda, silenziosa, atona, distaccata. E l'amore non dovrebbe essere proprio il contrario?
Gli abbracci di mia madre sono caldi. I baci sulla fronte di mio padre fanno rumore. La sua voce è carezzevole e avvolgente come una coperta di lana.
Alcuni ci credono, altri no. Per alcuni si tratta solo di reazioni chimiche, per altri si tratta di un cuore che batte talmente forte da far tremare le ossa.
Ma non potrebbe essere un po'... tutto?
Perché io me lo immagino proprio così, l'amore: un casino di cose.
Un caos primordiale di cellule impazzite, cuori saltellanti e morsi, e graffi, e baci, e sesso, e lacrime. Una centrifuga di dolore e sollievo, dove un attimo stai sorridendo e quello dopo ti ritrovi a gridare di rabbia senza alcun motivo logico. Semplicemente... succede.
Ti senti esplodere, col cervello che va a puttane. Lo stomaco si accartoccia, le ginocchia iniziano a tremare. E forse un po' ti senti morire, il respiro a volte viene a mancarti e ti chiedi come sia possibile. Ti chiedi come sia potuto accadere, senza che te ne rendessi conto.
Perché arriva lentamente, ti si arrampica su per le vertebre in silenzio, pizzica ogni tanto lungo il tragitto, ma non esagera mai. Non si fa scoprire, non fa alcuno sgarro. Decide lui quando uscire allo scoperto e nel momento in cui lo fa... sei fottuto. Non te ne puoi liberare. Perdi il controllo di te stesso, sei nella sua presa mortale, una marionetta che deve sottostare.
Puoi provare a sfuggirgli, a combatterlo, a contrastarlo, ma perderai, perderai sempre. È più forte di qualsiasi altra cosa al mondo e su questo non ci sono dubbi, non ci sono soluzioni, non ci sono rimedi.
O ti strappi il cuore o lo accetti.
Ma se accetti... devi prepararti, perché non sarà facile. Sarà una lunga scalata, un cammino tedioso e colmo di impervi, dove la vetta apparirà più lontana a ogni passo che farai. E cadrai, ti sbuccerai le ginocchia, sanguinerai, piangerai. Ti farai male. Tanto male. Ti pentirai di non esserti strappato via il cuore. Ma poi... poi arriverai a destinazione e capirai. Guarderai l'orizzonte e capirai perché lo hai fatto.
Comprenderai che il Sole ha bisogno della notte per sorgere.
E ti rialzerai, ti fascerai le ginocchia, smetterai di sanguinare, sorriderai. Ti farai bene. Tanto bene. E ti preparai meglio alla prossima caduta.
Aspetterai la prossima Alba, sapendo che ne varrà la pena.
E per oggi, folks, dalla vostra Rora Lebowski è tutto.
Motto del giorno: non strappatevi via il cuore.
Buona Alba».

***

Abbandonai la live room, dopo aver riposto le cuffie e avviato la solita playlist mattutina. Nella sala di controllo, come di consueto, Jay stava trafficando tra i mixer e i computer per salvare il mio podcast e inserirlo nella cartella della radio, dove avrebbero potuto trovarlo tutti.

Athos. Tessitrice di FavoleWhere stories live. Discover now