Capitolo uno.

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«Vi dico la verità, per oggi era in programma che io parlassi riguardo la dipendenza cui veniamo sottoposti giornalieramente dai social, ma, miei cari seguaci, i piani cambiano

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«Vi dico la verità, per oggi era in programma che io parlassi riguardo la dipendenza cui veniamo sottoposti giornalieramente dai social, ma, miei cari seguaci, i piani cambiano. Cambiano sempre, che voi lo vogliate o meno.
Perciò, al momento, infischiandomene del mio direttore radio, prendo la palla al balzo e decido di stravolgere la scaletta prevista.
E sapete perché? Perché posso e voglio farlo. E non perché io sia dotata di una vagina, non perché mi scopi il mio capo o perché sono una stronza con manie di protagonismo.
Semplicemente, volevo dimostrarvi che che non c'è nulla di sbagliato o, al contrario di quanto pensiate, impossibile nel dirottare gli eventi verso una direzione del tutto diversa da quella iniziale.
Lo so, è più facile a dirsi che a farsi, e forse ora starete sbuffando con derisione nel sentirmi blaterale con tale superficialità, ma fidatevi di me, ragazzi. Nulla è insormontabile. Nulla è irreparabile. Nulla è irreversibile. E se la fisica ha da ridire, allora mandatela a fare in culo. Perché siete voi i padroni della vostra vita, siete voi ad avere sempre una probabile scelta sottomano e ignorate a testa alta chiunque osi dirvi il contrario.
Ognuno è protagonista di sé.
Siete incazzati e volete spaccare tutto? Fatelo.
Siete annoiati e volete prendere un aereo per andare dall'altra parte del mondo? Nessuno vi fermerà.
Il vostro partner non vi soddisfa più? Mollatelo.
Agite, datevi una svegliata e riflettete sul fatto che di vita ne abbiamo una. Alcuna seconda chance, alcun viaggio di ritorno e alcun rimborso del biglietto. Un unico spettacolo in diretta, amici. Quindi chiudete i vostri conti in sospeso e invitate ad uscire quella ragazza che vi piace tanto, prima che sia troppo tardi.
Motto del giorno: non c'è niente che non possiate fare. Tirate fuori la testa dalla sabbia.
Per oggi è tutto, dalla vostra Rora Lebowski.
Buona alba».

***

La Brenner Hall era pressoché desolata, al limite dell'imbarazzante, quando mi gettai a capofitto giù nella sala comune, alla ricerca della mia maledetta borsa a tracolla.

Di quel passo, sarei arrivata in ritardo all'allenamento di atletica leggera e la coach mi avrebbe costretta a fare un giro in più di campo.

Considerando che quel giorno avevo una lezione stressante di chimica, non era proprio il caso di fare ritardo. La presentazione della domanda per la Scuola di Medicina ad Harvard era sempre più vicina e non potevo permettermi alcuno scivolone, per nessuna ragione al mondo.

Il mio curriculum doveva restare immacolato e straripante di buone referenze, così com'era.

Tuttavia, con la mia borsa ricolma di appunti e compiti svolti a mano persa chissà dove, non avevo vie di scampo. Dovevo trovarla. In fretta.

«Dannazione», sibilai fra i denti, mettendo sottosopra i cuscini delle poltrone e dei divanetti. «Ecco cosa succede quando accontenti la tua migliore amica e organizzi una festicciola fra ragazze a base di tequila, Rora. Ti bruci il cervello».

Athos. Tessitrice di FavoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora