In un'esistenza fatta di scelte, non avevo mai scelto me stesso.
Dispotico, impaziente, arrogante, eppure infinitamente consapevole. Consapevole del mio destino piatto e ancorato a una famiglia senza speranze, così distante da quello di Rora Lebowski, fatto delle villette a schiera bostoniane, orari impossibili e anni di tirocinio.
Che vuoi che ti dica, Lebo?
Che ti amo anche io?
Non te lo meriti.«Tieni alta la guardia, Athos!», urlò papà, mentre Tim mi bombardava di ganci e jab, come un pugile professionista.
Non te lo meriti uno come me, Rora, che sta dietro a guai, debiti, fratelli incasinati e responsabilità.
Affondai i canini nel paradenti, la disperazione a torcermi i legamenti e la rigidità scolpita nelle ossa, intanto che paravo tutti i colpi del mio allenatore e rispondevo al fuoco col fuoco.
Ti meriti un uomo che possa seguirti a Cambridge, qualcuno che non potrà mai pesarti sulle spalle e libero da catene non sue.
Scansai all'ultimo un diretto di Tim, impegnato a navigare tra le reminiscenze di occhi lacrimosi e capelli rossi che si allontanavano da me, e compii una giravolta completa, prima di assestargli una violenta Knee Strike. Il ginocchio gli si piantò nello sterno, strappandogli via il respiro.
E non mi guardare così, Rora, per favore. Non mi guardare così, che poi mi rimangio tutto, ti bacio e ti dico che sono innamorato di te fino a stare male. Non piangere, Rora, che poi mi dimentico i motivi per cui non ti posso trattenere con me.
«Porca puttana, Athos!», sbottò papà, nel frattempo Tim si massaggiò il punto dolente, fissandomi a palpebre spalancate. «Si può sapere che hai oggi? Prima c'era mancato poco che ti facessi prendere in faccia come un novellino, e adesso a momenti gli spezzi le costole. Non sei in te. Sei fuori fase, cazzo. Cerca di darti una regolata».
E non mi dire che mi ami, che altrimenti devo smetterla di fare l'egoista e ti devo lasciare andare.
Flessi le dita, così vicine ai miei fianchi rigidi, e lanciai un'occhiataccia a mio padre. Se ne stava lì, incurante di tutto il resto, come se il mondo fosse sempre lo stesso stronzo arrogante e lui impassibile dinnanzi allo sfacelo.
«Non è niente», tentò di minimizzare Tim, risollevando le mani. «Riprendiamo da dove ci siamo interrotti, dài».
Ti avrei seguita, sai?
Se la fantasia fosse continuata ancora a lungo, l'avrei fatto. Ma poi la realtà ha messo le sbarre a Rave e io sono mi sono svegliato.Sputai fuori il paradenti, intriso di rabbia, odio, una frustrazione cieca che non voleva saperne di placarsi, e presi a morsi gli strappi dei guanti, frenetico nelle viscere di sfilarmeli via. Non riuscivo a starmene lì ad allenarmi come se non fosse accaduto nulla, mentre attorno a me scoppiava il caos.
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Athos. Tessitrice di Favole
רומנטיקה🔞 1# Proteggere il titolo di campione dei pesi medi e puntare a quello dei pesi massimi, occuparsi di una famiglia numerosa e frequentare la Scuola di Legge alla Stanford - non necessariamente tutto in quest'ordine - non è facile. Soprattutto quand...