|24| Paura

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CHANEL
"Passo a prenderla alle otto." Dylan si passa una mano tra i capelli, in imbarazzo. Amo quando fa così. Sembra un bambino.
"Dove andate?" Domando.
"Penso di portarla in un ristorante qui vicino."
Annuisco e me li immagino vestiti in modo elegante mentre si dirigono verso uno dei luoghi di ristorazione più famosi di Los Angeles.

Spero che tra di loro possa nascere qualcosa. Dal primo momento in cui l'ha vista, Dylan ne è rimasto impressionato e, probabilmente, anche lei.
Lo ricordo ancora il suo viso rivolto verso il basso, la sua espressione imbarazzata e i suoi occhi in cerca di rassicurazione. E poi, ricordo gli sguardi di Carter per mio fratello che parlavano più di quanto avrebbero dovuto. Aveva appena visto gli occhi del suo migliore amico aprirsi maggiormente, guardare qualcuno in modo diverso da come faceva tutti i giorni.

"Mi aiuti a scegliere cosa mettere?" Mi chiede in difficoltà.
"Non credo ti serva una mano. Sai scegliere bene cosa indossare." Lo incoraggio, ma non serve.
"Sei mia sorella e sei una ragazza. Perciò aiutami."

Saliamo al piano di sopra e apro la grande cabina armadio della sua camera. Ci sono una marea di camice, giacche, T-Shirt e tanto altro. Proprio ciò che c'è da aspettarsi dall'armadio di un adolescente ricco appartenente alla famiglia Taylor.
Involontariamente, senza accorgermene, mi chiedo se l'armadio di Carter sia come il suo.

Scuoto la testa per scacciare quel pensiero e rivolgo la mia attenzione verso quel covo di vestiti firmati.
"Dovreste vestirvi in modo elegante, giusto?"
"Sì."
Penso ad un outfit semplice, ma allo stesso tempo particolare.
"Una camicia bianca sarebbe l'ideale."
Mi accorgo dell'idea scontata e poco originale non appena guadagno un'espressione di disappunto da parte di mio fratello.

"Prova questa." Ne prendo una nera e gliela porgo.
"Noi ragazze amiamo vedervi con questo tipo di camicie."
Lascia sbottonati gli ultimi due bottoni, facendo intravedere il petto.
"Sei fantastico, fratellone."
Si sistema i capelli e sorride per ringraziarmi del mio complimento. Mi abbraccia e posa le sue labbra sulla mia fronte in segno di gratitudine.
"Vado a fare una doccia."
Esce dalla stanza e mi lascia da sola nella sua.

Guardo per qualche minuto le nostre foto di molti anni fa, quando eravamo ancora due bambini. In ognuna di loro ci teniamo mano nella mano, oppure ci stringiamo in un forte abbraccio. Siamo felici insieme. Come sempre.

La mattina dopo, attendo che inizino le lezioni. Si comincia a percepire l'aria estiva e questo mi rende felice anche se, a Los Angeles, é una tradizione.
"Buongiorno." Jessica viene verso di me, con un sorriso in volto mentre tiene tra le braccia alcuni libri. Quegli angoli delle sue labbra tirati verso l'alto mi fanno talmente male da sentire un dolore allo stomaco simile ad una morsa.
Perché quando vedo quegli occhi, mi ricordo di ciò che ho fatto e, purtroppo, desidero di fare ancora.
"Hey!" Cerco di apparire più entusiasta possibile, ma non ci riesco. Fortunatamente, però, non lo nota.

Alla Los Angeles High School si percepisce una grande tensione a causa delle competizioni di football con le altre scuole. I ragazzi si allenano tutto il giorno e tornano a casa sfiniti perché per loro è importante far vincere il nostro liceo.
Percepisco l'agitazione anche in Dylan, Evan e Carter. Landon sembra quasi indifferente, ma l'altro giorno mi spiegava quanto fosse importante per lui.

"Quando è prevista la partita?" Domando a Jessica.
"Questo venerdì."
Mancano solo due giorni. Sarà per questo che ogni singolo ragazzo ha un'espressione preoccupata dipinta sul volto.

Suona la campana.
Prendo posto nel laboratorio di chimica, dove si terrà il test e do un ultimo sguardo agli appunti. Faccio profondi respiri, come faccio sempre prima di ogni verifica.
Sento spesso una pressione insopportabile gravare su di me, ma molte volte tento di respingerla e mantenere la calma per concentrarmi.
Il professore ci consegna il foglio riempito da domande ed opzioni da scegliere con cura.
Poso il libro e leggo la prima domanda. Poi la seconda e la terza. Mi rendo conto di essere a conoscenza delle risposte, così il mio battito cardiaco si stabilizza e la calma torna ad impadronirsi di me.

HEAD AND HEARTWhere stories live. Discover now