|27| Senso di tradimento

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CARTER
Il suo profumo inonda le mie narici. Le sue labbra sono come un'onda colma d'emozioni travolgenti che mi afferrano senza timore.
"Ogni millimetro è di troppo con te." La sento dire, mentre cerca di avvicinarsi il più possibile a me.
Lo penso anche io. Più i nostri corpi si sfiorano, più ogni particella presente nel mio corpo, nel mio cuore e nella mia anima, vorrebbe che si fondessero.

Mi accarezza i capelli, con le mani dietro il collo. Io le cingo i fianchi, senza paura. Il suo tocco è incerto, ma sicuro allo stesso tempo. È come se volesse stare con me, ma alcuni pensieri incessanti la fermassero.
Ed io so cosa le impedisce di fare ciò che la renderebbe felice.
"Torno tra un momento." Le dico. Prendo le chiavi dell'auto e mi fiondo al suo interno. Mi chiede dove stia andando, sorpresa e colma di domande.
"Vado a risolvere una questione che avrei dovuto chiudere da tempo."

La macchina sfreccia sull'asfalto, con il vento ad accarezzarla e le palme che ci circondano.
Ho il cuore che batte a mille e non per ciò che sto per fare, ma per quello che è appena successo. È lei che mi provoca questo benessere interiore e questo tormento meraviglioso, l'unico così piacevole che abbia mai provato.

Parcheggio la mia auto ed attraverso un giardino ben curato. Suono il campanello.
"Carter! Che ci fai qui?" Sorride, con la gioia negli occhi.
"Jess... dobbiamo parlare." La sua felicità lascia il posto ad una preoccupazione percepibile a miglia di distanza. Corruga le sopracciglia e si sposta di qualche centimetro, permettendomi di entrare.

Una casa arredata modernamente, compare nel mio campo visivo. Un pavimento in legno scuro risalta perfettamente sulle pareti grigie, con alcuni dettagli bianchi che si abbinano ai divani dal colore scuro.

"Siediti. Vuoi qualcosa da bere?" 
"No, grazie." Si accomoda accanto a me, prendendomi le mani. Divento rigido sotto quella presa e lei lo nota, ma non molla.
Più i secondi passano, più diviene difficile tirare fuori la verità, confessarle tutto e, lo sarà maggiormente, quando avrò modo di osservare i suoi occhi delusi.
"Jess... io devo dirti una cosa."

Se le dicessi che ho baciato la sua migliore amica, il suo cuore andrebbe in frantumi. Chanel ha già troppe preoccupazioni e sentire disprezzo nella voce di una sua amica la distruggerebbe. Non voglio essere la causa delle sue paure.
Ma se non rivelassi tutto, lei avrebbe ancora timore di confessarle la verità, i sensi di colpa la divorerebbero ancora.
Sarebbe triste in entrambi i casi.

"Parla, Carter. Per favore." Sa già cosa ho intenzione di dirle. È intuibile.
"Io non... io ho baciato una ragazza. Più volte."
Dico, tutto d'un fiato. È stato già abbastanza difficoltoso tenere tutto dentro, sentirmi bloccato da tutto ciò che c'era intorno. I paparazzi, la famiglia, Jessica.
Voglio sputare tutto fuori.

La vedo, quella tristezza nei suoi occhi. Le sue mani lasciano le mie e, impacciatamente, si posizionano sulle sue ginocchia. Mi guarda intensamente per qualche secondo, poi abbassa lo sguardo repentinamente.

"Perché? Perché mi hai fatto questo?" La voce spezzata dal desiderio di piangere. Le lacrime sono in procinto di uscire, lo vedo dal luccichio delle sue iridi.
"Scusa." È tutto ciò che riesco a dire. Non mi chiede chi sia, forse perché non vuole saperlo.
O, probabilmente, perché lo immagina.

"Chi è?"
Sento un vuoto nello stomaco, come se stessi precipitando. Eppure avrei tanto voluto che lo sapesse, ma sentirglielo dire mi metterebbe davanti la verità. Odierebbe la sua migliore amica. Starebbero male entrambe.

"Carter, non mentire."
"Non la conosci." Non mi resta che dire e, dopo aver visto il suo cuore rompersi definitivamente, un senso di rimorso mi assale. Non avrei mai voluto farla soffrire e neanche illuderla. Non amo giocare con i sentimenti delle persone e, se pur l'abbia fatto contro ogni volere, è successo. Ho lasciato che questa storia durasse più di quanto avrebbe dovuto.

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