|51| Io, te ed il mondo

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CHANEL
Se c'è una cosa che mi ha spezzato il cuore, quella è stata vedere Carter e Dylan mettere fine alla loro amicizia. Osservare come mio fratello lo guardava, deluso e privo di fiducia nei suoi confronti ed il mio fidanzato che ricambiava con sguardo implorante e arreso alle sue parole, ha fatto oscillare il vaso di lacrime appoggiato tra gli scaffali dei miei occhi. Lo ha fatto cadere e si è frantumato in mille pezzi, versando l'acqua contenuta in esso sul mio viso.

E poi, ora che mi ritrovo qui, seduta al tavolo di villa Stewart con i miei genitori e con quelli di Carter, resto in silenzio. Rimango nascosta nell'ombra e cerco di evitare qualsiasi parola rivolta a me, sul perché ci siamo messi in questa situazione, sul come faremo ad affrontare tutto questo.
"La nostra famiglia subirà un terribile danno. Il nostro nome finirà in prima pagina..." Mia madre si porta una mano sul petto, mentre mio padre cerca di tranquillizzarla.
"Elizabeth, cerchiamo di restare lucidi. È una situazione difficile per Carter e Chanel." Adele, con la sua solita ed immancabile dolcezza, ci rivolge un sorriso di incoraggiamento mentre tenta di far ragionare mia madre.
"Will, Beth, stanno attraversando un momento difficile. Hanno bisogno di noi e del nostro supporto." Le fa eco Walter, tenendo la mano della moglie preoccupata e rivolgendosi ai suoi amici seduti di fronte a lui.

"Smettetela di trattarli come due bambini indifesi! Hanno combinato un enorme guaio. Avete idea dell'impatto traumatico che subiranno i nomi delle nostre famiglie? Delle nostre aziende?! Verremo accusati di non aver fornito loro una buona educazione!" Mia madre beve un sorso d'acqua per calmarsi dopo aver sputato fiorì quelle terribili parole.
"Saranno giorni molto difficili, signori." La appoggia mio padre.

Vorrei tanto poter contare sul loro supporto. Vorrei tanto che la smettessero di pensare al buon nome della famiglia, come hanno sempre fatto, come ci hanno sempre insegnato. Vorrei che per un istante si fermassero a riflettere sui nostri sentimenti, sulle nostre emozioni. Vorrei che mia madre mi abbracciasse e mi dicesse che sarà con me in qualsiasi momento e che mio padre facesse lo stesso. Vorrei che si comportassero come Walter ed Adele che, nonostante la notizia inaspettata, non smettono neanche per un istante di guardarci con gli occhi di chi non ci giudicherà mai.

"Che brutta situazione..." Continua mia madre, scuotendo la testa con fare melodrammatico.
A quel punto, nessuno può più trattenermi. Il finto equilibrio che si era creato dentro di me, vacilla e mi porta a sbattere le mani sul tavolo e ad alzarmi, facendo sussultare tutti. Persino Carter.
"Adesso basta! Ma è possibile che non facciate altro che pensare a quegli stupidi giornali?! Vostra figlia ha quasi diciotto anni ed è incinta. Sto passando un momento terribile e non perché qui dentro ho un bambino che ameremo più di quanto amiamo noi stessi, ma perché mi sento terribilmente in colpa per tutto ciò che vi causeremo. E voi due sapete solo colpevolizzarci e pensare al buon nome dei Taylor!" Grido, fuori di me. Carter mi prende la mano ed io lascio che la accarezzi perché ho bisogno del suo calore per evitare di perdere del tutto il controllo.

"È da quando siamo bambini che ci insegnate ad essere sempre perfetti davanti a quelle stupide macchine fotografiche. Ci avete impedito di andare a concerti, di goderci la vita a pieno! E ora, nel momento in cui io ho più bisogno di voi, vi preoccupate solo ed ancora una volta della nostra immagine come famiglia e della vostra immagine come buoni genitori. Mi avete stancata!"
"Ma come ti permetti?" Domanda mia madre alzandosi istintivamente da tavola, con mio padre che cerca di calmarla.
"Ah, io?! Fammi indovinare: ti sei mai chiesta come stessi vivendo la situazione? Ti sei mai chiesta come stessi dopo aver appreso la notizia?! Eh?! Dimmelo. O hai solo pensato ai giornalisti come fai da quando siamo nati?!"
Non mi sono mai rivolta così a mia madre e farlo mi crea una voragine nello stomaco che avrei preferito non percepire. Le voglio bene e mi fa male sputarle tutto questo in faccia, ma sono stanca dei loro modi di fare.
Stanca.
"Non parlare così a tua madre!" Anche mio padre si alza e mi punta il dito contro con fare autorevole, ma sono troppo arrabbiata per lasciare che tutto questo mi tocchi.
"Ho sempre cercato di essere perfetta davanti a tutti gli obiettivi, di vivere una vita regolare privandomi anche delle più semplici feste adolescenziali che tutti i ragazzi e le ragazze della mia età amano alla follia per il semplice scopo di divertirsi. E ora voi mi rinfacciate che sono un'irresponsabile?!"

HEAD AND HEARTWhere stories live. Discover now