|53| Il Diploma

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CHANEL
La fine di un'era.
La conclusione di quattro anni trascorsi in questa immensa scuola. Ricordo ancora come se fosse ieri il primo giorno del primo anno di liceo. Ero impaurita, temevo che potessero giudicarmi per quella che sono, per l'ambiente da cui provengo, anche se la maggior parte di coloro che sono allievi di questa scuola, appartengono a famiglie ricche, famiglie conosciute.
Misi il primo passo su questo lucido pavimento, illuminato dalla luce del sole nei giorni di caldo e da quella artificiale in quelle giornate in cui la pioggia bagnava il prato del cortile e le nubi creavano il buio.
Mi guardai intorno, indecisa su cosa dovessi dire o fare. Temevo l'assalto di coloro che erano intorno a me, temevo i loro sguardi, il loro giudizio. Osservavo mio fratello, tentando di capire se condividesse il mio stato d'animo. Lo faceva. Aveva gli occhi impauriti tanto quanto i miei e mi consolava sapere che non ero l'unica assediata dalla paura, come lo ero da sempre.
E ora, dopo quattro anni, quella paura é ancora qui, ma è meno potente. Riesco a gestirla. Riesco ad affrontarla.
Sono consapevole di ciò che sono, di chi sono e non me ne dispiaccio.
Devo solo imparare a conviverci.

"Buongiorno, signori e signore ed allievi della Los Angeles High School!" Il preside Richards parla dall'alto della sua postazione, facendo risuonare la sua voce in tutto lo spazio a noi circostante.
"Oggi, si conclude un altro ciclo. I seniors prenderanno i loro diplomi e finalmente potranno affacciarsi a quella che è la vera vita."
Accanto a me, Carter mi tiene la mano nella sua toga blu elettrico. Io, insieme a lui, indosso lo stesso colore di tutti gli altri. Evan ed Heidi si tengono per mano, Candice tiene la testa appoggiata alla spalla di Dylan ed io non posso fare a meno di sorridere.
Temevo di non farmi nuovi amici una volta qui ed invece, eccomi qui, seduta su una sedia in attesa del mio diploma, affiancata dal ragazzo che più amo al mondo e dai miei migliori amici.
Di certo, non avrei pensato di finire il liceo in dolce attesa, ma come dice Carter, "le cose inaspettate sono sempre le più belle" ed io, non posso fare altro che dargli tutta la ragione del mondo.

"Sono stati quattro anni meravigliosi, come lo sono tutti quelli trascorsi in questa grande scuola." Il preside continua con il suo discorso che ascolto con grande interesse e con il cuore a mille, avvolto da una grande malinconia.
Guardandomi intorno, mi rendo conto che molte di queste persone non faranno più parte della mia vita. Non avrò più modo di vedere nessuno di loro, a parte i miei migliori amici che spero di non perdere mai. Gente che ero abituata ad incontrare in sala mensa, volti che ero abituata a riconoscere nei corridoi, non faranno più parte della mia vita ed anche se non ne ho mai sperimentato la personalità, anche se non ho mai avuto modo di conoscere ognuno di loro sul serio, sento un dispiacere enorme nel petto.

"Ma ora, senza ulteriori complicazioni, passiamo al momento più memorabile del giorno: la consegna dei diplomi." Ed il mio cuore sprofonda. Carter si gira a guardarmi, con un sorriso colmo di felicità sul volto.
Lui e Dylan hanno ricominciato a parlarsi da qualche giorno. Poche parole, ma per ora va bene così. Sempre meglio di niente. Sono sicura che esse siano un piccolo passo per tornare a quello che sono sempre stati.

"Matt Sloan." Il preside comincia la consegna dei diplomi ed io tremo nell'attesa che arrivi il mio turno. Passano minuti che sembrano immensi, la lancetta scorre sul mio orologio senza fermarsi e segnando il tempo che rimane prima di salutare questa scuola per sempre.
"Carter Stewart." Lo chiama Richards. Lui si alza, accompagnato dall'applauso di acclamazione di tutti gli studenti della Los Angeles High School verso il capo della squadra di football, artefice di infiniti punti che, con la collaborazione degli altri membri della squadra, hanno portato alla vittoria.
Lo guardo sorridere su quel palco, mentre il preside gli stringe la mano complimentandosi del suo rendimento scolastico e sportivo e sorrido, con il cuore a mille e presa da un'infinita tenerezza nel vederlo così felice, quasi spensierato difronte a quel traguardo. È lui, il ragazzo che amo. Carter Stewart è senza dubbio la persona con cui trascorrerei il resto della mia vita.

Il preside chiama sul palco Dylan, poi Candice e poi Evan ed infine Heidi e, quando sembra che si sia scordato di me, sento il mio nome rimbombare nello spazio circostante.
"Chanel Taylor." Un insieme di applausi risuona nelle mie orecchie. Migliaia di sorrisi, i più belli appartengono alle persone che amo. Guardo i miei genitori, per sapere se anche loro sono fieri di me e nei loro occhi non leggo altro che un'infinità di orgoglio e soddisfazione per i loro due figli. Il resto della mia famiglia applaude seduta accanto a loro e la gioia negli occhi dei miei nonni è impagabile. Anche Adele e Walter paiono fieri di me e Nathaniel mi fa un occhiolino dalla sua postazione.

Guardo Carter. Applaude con l'intensità nello sguardo e la felicità negli occhi. Pare stia ammirando uno spettacolo meraviglioso e, quando sto per girarmi, leggo il labiale:
"Tutto per te."
Si rivolge agli applausi di tutte queste persone e, per una volta, sapere che l'attenzione di migliaia di persone è rivolta a me, non mi disturba.

Dopo qualche minuto dalla fine della consegna dei diplomi, il preside spinge noi seniors a raggrupparci in un unico punto per il lancio dei nostri cappelli blu, abbinati alla toga.
"E ora, passiamo al momento più emozionante della giornata, quello che i nostri ragazzi ricorderanno per sempre, ma anche voi."
"Siete pronti?" Chiede il preside Richards prima che un boato di voci si levi dalla popolazione studentesca vestita di blu.
"E allora non aspettiamo altro. Che si levino i cappelli e che questi anni volino con essi!"
Io e gli altri ci guardiamo, con la luce negli occhi. Con un gesto semplice, lanciamo i nostri cappelli e, guardando in alto, riesco a vedere un cielo colorato di blu.
È tutto così perfetto.
Carter mi circonda la vita con un braccio e mi attira a sé.
"Congratulazioni, amore." Mi dice, ad un millimetro dalle mie labbra, affinché possa sentire su di esse il suo fiato caldo.
"Hai visto, piccolino? Io e la mamma abbiamo preso il diploma." Sussurra nel mio orecchio, rivolto al bambino che porto in grembo. Rabbrividisco sotto l'effetto di quelle parole che mi accarezzano il cuore con delicatezza e lasciano che batta talmente forte da sentirlo nelle orecchie. Amo questo ragazzo in un modo talmente incredibile da sembrarmi impossibile. Invece l'unica cosa impossibile in questa situazione è la spiegazione di questo amore che non mi fornirà mai le parole adatte a descriverlo ed io, schiava di esso, non le troverò mai e poi mai.
"Baciami, Stewart." Gli ordino, prendendo il suo viso tra le mani e schiantando le sue labbra sulle mie, capendo ancora una volta, che non c'è niente al mondo di più bello dei nostri corpi in contatto.
                                   ***
"Ai nostri figli!" Walter stappa una bottiglia di champagne nel giardino di villa Taylor. Abbiamo deciso di festeggiare qui il nostro grande traguardo assieme alla famiglia e agli amici, mettendo da parte le complicazioni per un giorno.

"Adesso siamo finalmente liberi di vivere le nostre vite al college." Evan si apre una birra e si siede a tavola dando un bacio veloce ad Heidi che sorride imbarazzata.
"Già... quasi non riesco a crederci." Risponde Dylan e rivolge uno sguardo veloce a Carter. È così che vanno avanti da circa dieci giorni. Poche parole, sguardi affinché l'altro capisca che si è aperti ad una conversazione.
"Hey, belli, parlate per voi. Io sto per diventare padre." Scherza Carter, alzando un po' troppo il tono della voce. Scoppiano tutti a ridere, compreso mio fratello ed io sorrido davanti a quell'utile ironia in questo clima di tensione.
"Ed io sto per diventare zio! Zio Dylan, vi immaginate?" Ridiamo ancora di più. Mio fratello colpisce la spalla di Carter con fare scherzoso e finalmente, mi sembra di vedere i due migliori amici di una volta.
"Ed io cosa dovrei dire? Sto per diventare mamma!" Faccio un'espressione di dolore immaginando il momento del parto e la paura che mi reca il solo pensiero di dover finire in una sala operatoria.
"Io voglio essere la zia che riempie il nipotino di regali!" Esclama Candice, con un tono di voce colmo di dolcezza.
"Ed io quella che lo porta a spasso in spiaggia." Aggiunge Heidi.
"Ed io lo zio che gli comprerà auto di lusso!" Dice ancora una volta Evan.

Sembriamo tutti così felici che non mi sembra vero che, per quanto questa situazione possa sembrare inusuale e compromettente se la si vede da un certo punto di vista, pare una favola.
"Sapete, io e Carter stiamo affrontando qualcosa che, almeno per ora, non ci saremmo aspettati di dover affrontare." Inizio il mio discorso, cercando di trovare le parole giuste per esprimere al meglio i miei sentimenti, le mie emozioni e le mie riflessioni.
"Però, avere voi al vostro fianco, ci aiuta più di quanto possiate anche lontanamente immaginare."
I sorrisi sui loro volti sono la chiave di lettura della loro anima. Sono pieni d'amore fraterni nei nostri confronti ed io non potrei essere più grata di così.
"Concordo. Grazie davvero a tutti voi." Aggiunge Carter, prendendo la mia mano e portandosela vicino alle labbra, per baciarla.
"A noi, a voi, alla nostra amicizia e al bambino." Brinda Dylan. Io e Carter ci giriamo a guardarlo sorpresi e lui, per tutta risposta, ci fa l' occhiolino.
Alziamo i calici e Carter mi rivolge uno sguardo di rimprovero perché io non posso più bere alcolici.

HEAD AND HEARTWhere stories live. Discover now